sabato 20 settembre 2014

TEDDY BOY

"Siamo diversi, siamo dei duri e scopiamo".
(Teddy Boy londinese, 1950)





Nonostante sia uscito vittorioso dal secondo conflitto mondiale, anche il Regno Unito, è costretto ad adottare un clima di austerità, con razionamento di beni alimentari e di consumo, che si protrarrà fino alla prima metà degli anni '50, e che non esclude nemmeno il mondo della moda.
Seppur con difficoltà, la classe nobile Londinese, ridimensiona il proprio stile adattandosi ad un abbigliamento meno pregiato e variegato; ciò però non durerà a lungo, infatti gentiluomini Ufficiali di Sua Maestà, in piena crisi di astinenza di abiti civili eleganti, dopo anni passati in divisa, scoprono presso i circoli omosessuali, uno stile che di li a poco interesserà perfino le classi inferiori. Bombetta, ombrello arrotolato a mo' di bastone da passeggio, soprabiti con collo e polsini in velluto, camicie a righe con colletto bianco, gilet damascati e giacche aderenti: lo stile edoardiano.
Nessuno avrebbe mai pensato che i giovani meno abbienti della zona sud del Tamigi, avrebbero fatto proprio quello stile, volgarizzandolo e mixandolo con gli influssi western e moderni provenienti dagli Stati Uniti: nascono i Teddy Boy, ragazzi ben vestiti e curati, ma di classe inferiore e quindi disapprovati dai ricchi e considerati come teppisti nonostante non fossero tutti rissosi con coltelli in tasca.
Il nome Teddy Boy, o edoardiano, prende spunto dal sovrano Edoardo VII (Teddy è diminuitivo di Edward) che regnò in un periodo assai prosperoso per l'Inghilterra e in cui introdusse leggi sull'eleganza e un tipo di stile adottato dai sudditi delle classi alte: cravatte nere, giacche a tre quarti e pantaloni a tubo.
Lo stile prevedeva giacche a redingote in lana lunghe fino al ginocchio, blu elettrico o rosso acceso con bavero stretto e polsini e copritasche rivestiti di velluto (per i teppisti veri queste giacche erano corredate di tasche nascoste per contenere coltelli, rasoi, manganelli e bottigliette di whiskey), camicie da cowboy con colletto rigido sollevato, gilet vistosi, cravattino a stringa in pelle o lana fermato con un medaglione, pantaloni stretti e corti, calzini fosforescenti gialli, e particolari scarpe in pelle scamosciata con suola di gomma, una sfilza di anelli alle dita portati che come arma di difesa durante le scazzottate e capelli con ciuffo impomatato che ritoccavano in continuazione col loro pettinino portato in una delle tasche nascoste della giacca.
Le ragazze, le Teddy Girl, sfidando le consuetudini che prevedevano una certa femminilità, vestivano come i ragazzi, con giacche da uomo e pantaloni a tubo o jeans risvoltati, portavano con se ombrelli arrotolati, più come accessorio che per la sua utilità, cammei per chiudere le loro cravattine e i capelli raccolti in lunghe trecce acconciate sul capo.




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