LABEL: Voce inglese che significa cartellino e che indica, in genere, l'etichetta di un capo d'abbigliamento.
LACCIO: Nome generico per indicare stringhe, legacci o tiranti.
LACERNA: Mantello o foggia molto semplice, creato in stoffa fine per l'estate e pesante per l'inverno, oblungo, aperto, serrato sulle spalle, e forse anche sul petto, fermato sulla spalla destra con una fibula. Veniva indossato dagli antichi romani sulla tunica e sull'armatura. Poteva essere anche a tinte vivaci o tessuto con stoffe preziose.
LACCI: Legacci o cordoncini con cui una volta veniva stretto il busto delle dame o il farsetto o gilet degli uomini. Molto usati negli anni passati anche per stringere le maniche delle camicie, mentre attualmente vengono usati quasi esclusivamente per allacciare le calzature.
LACTOFIL: Fibra analoga al Lanital, prodotta in Olanda.
LAINE BEIGE: Termine che intende la lana greggia.
LAINE RENAISSANCE: Termine francese per indicare la lana artificiale.
LAMA (WL): Lana molto pregiata dell'animale omonimo appartenente alla famiglia dei camelidi che vive alle alte quote dei paesi sudamericani e viene allevato dalla popolazione Inca. Solamente le femmine vengono tosate annualmente per fornire un tipo di lana lucida, calda e leggera dal colore rossiccio chiaro.
LAMA DI SCARICO: Particolare dispositivo aggiunto a quasi tutti i telai Raschel; è una lama inserita tra i pettini che provoca lo scarico dei fili gettati sugli aghi e quindi la formazione di semplici anse sul piede della maglia, dando così luogo ad un particolare operato con disegnatura sul rovescio del tessuto.
LAMSBOWL: Voce inglese che indica la lana di agnello. E' una fibra molto pregiata e morbida, soffice e sottile, proveniente dalla prima tosa di agnellini di 6/8 mesi.
LAMBREQUIN: Termine francese che indica un ornamento araldico o una frangia di tessuto. In italiano si dicono lambrecchini o svolazzi.
LAMÉ: Tessuto realizzato in origine con filati d'oro e d'argento. Attualmnte vengono impiegati laminati metallici e sintetici che raggiungono lo stesso effetto di luminosità.
LAMIGLIA: Tessuto composto esclusivamente, o quasi, di strisce metalliche che si differisce dal laminato.
LAMINATI: Filati metallici impiegati nella tessitura in oro argento e ottone. Vengono resi sottilissimi mediante il passaggio alla trafila o ridotti in lunghe e sottilissime lamelle da battitoi o presse.
LAMPASSO: Tessuto di seta originario della Cina a grandi disegni colorati su fondi cupi, impegnato per tappezzerie, arredamenti e paramenti ecclesiastici.
LANA (WO): Fibra tessile naturale proveniente dalla tosatura del pelo delle pecore o altri animali lanuti. Il processo di trasformazione prevede la lavatura, la filatura e, a seconda della qualità delle fibre, la pettinatura o la cardatura; per il processo pettinato vengono utilizzate lane vergini, dalle fibre lunghe che vengono disposte parallelamente così da ottenere un filato raccolto per tessuti battuti, lisci, leggeri, meno caldi e più costosi. Per il processo cardato vengono usate fibre corte, poco orientate e che danno un filato più voluminoso e adatto alla realizzazione di tessuti più gonfi, pelosi, morbidi e più caldi. Sulla base della provenienza, può essere:
-AGNELLINA: Prodotta dagli agnelli.
-BISTOSA: Tratta da pecore che vengono tosate due volte l'anno.
-D'ANGORA: Pelo del coniglio d'angora
-MATRICINA: Tratta da pecore che hanno già figliato.
-DI CONCIA: Ricavata dalla depilazione delle pelli delle pecore morte.
-DI TOSA o VERGINE (WV): Ricavata dalle pecore mediante la tosatura.
-GREGGIA: Lana non ancora lavorata e rifinita.
-RIGENERATA o MECCANICA: Recuperata dalla sfilacciatura degli stracci e dagli scarti della lavorazione.
-SALTATA: Lana che viene lavata sulla pecora facendola saltare in un torrente.
-SUICIDA: Lana ancora ricoperta da scorie e dal grasso della pecora.
LANA COTTA: Tessuto ottenuto dalla lana vergine non filata, trattato con dei macchinati adatti alla maglieria che lavano il filato ad alte temperature, ottenendo una fibra compatta che produce un infeltrimento ed un restringimento della maglia.
LANAGEL: Tessuto sintetico somigliante alla lana.
LANCÉ: Termine francese che indica quel tipo di tessuto decorato con diversi colori somiglianti a ricami. Nel dritto viene lavorato con alcuni colori che al rovescio non si legano e che vengono così tagliate. Viene usato per capi femminili e arredamento.
LANEA: Tunica dalla linea semplice confezionata in lana grezza e poi tinta in rosso, usata presso gli antichi romani.
LANE PETTINATE: Termine usato per definire quei tessuti a sola fibra lunga, molto lisci e morbidi al tatto.
LANE SPECIALI: Sono considerate lane speciali tutte le fibre di tipo lanoso ricavate da animali diversi dalla pecora, come quelle dei camelidi o dei caprini. Molte di esse, per la loro qualità e ricercatezza, sono anche dette fibre nobili.
LANELLA: Tessuto pettinato di lana tipo satino, sovente con catena di cotone.
LANERIE: In opposizione alle drapperie, si indicano con tale nome i tessuti pettinati e cardati di lana usati per i capi femminili.
LANETTA: 1- Cascame di lana.
2- Tipo di tessuto misto lana e cotone o fibra sintetica, dalla mano morbida; è usato per foderare giubbotti e giacconi.
LANITAL: Fibra artificiale a base di proteina prodotta con la caseina del latte; lo stesso nome indica il filato e il tessuto ottenuto dall'omonima fibra.
LANUGGINE: 1- Peluria sottilissima e fitta costituita da cascami di lavorazione.
2- Tessuto a superficie pelosa e particolarmente morbida.
LANUSA: Fibra artificiale derivata dalla vistra.
LAPEN: Termine francese che significa coniglio. Pelliccia di coniglio, che nell'abbigliamento da uomo può essere utilizzata per fare colli di cappotti.
LAPPET: Termine anglosassone che indica i tessuti che hanno un effetto broccato ma che sono più resistenti.
LASAGNETTA: Bordo di pizzo per lo più color doré, che ornava le ampie scollature dei busti delle dame del 1800.
LASETA: Tipo di merletto romeno, nato in Transilvania ed unico nel suo genere per l'intricata spighetta realizzata all'uncinetto e unita per mezzo di un ago. I motivi ricorrenti rappresentati erano uva, foglie e bacche realizzati talvolta con fili d'oro e d'argento.
LASTEX: Nome commerciale di tessuto in cui sono impiegato filati di elastofibre, come la gomma e l'elastan, molto estensibili. Viene usato per la realizzazione di capi d'abbigliamento sportivo, costumi da bagno e corsetteria.
LATON: Filato di gomma sintetica prodotto negli Stati Uniti.
LATTESCENTE: Termine usato per indicare un colore simile al latte. Si dice anche Lattiginoso.
LATUS CLAVUS: Larga striscia di porpora che ornava la tunica dei senatori romani e dei loro familiari. Tale termine indica anche la veste bianca bordata da tale striscia.
LAVAGGIO A SECCO: Operazione di pulitura in cui le fibre tessili o i manufatti vengono sgrassati con solventi organici, come la trielina, la benzina o altri. E' usato per indumenti come giacconi, gonne, giacche, pantaloni, che non possono essere lavati in acqua o perché molto sporchi.
LAVALLIÈRE: Termine francese risalente all'epoca di Luigi IV, e indica una decorazione che si annoda morbida attorno al collo, tipo cravatta. Oggi è usata con lo smoking femminile.
LAVANDA: Colore violetto simile a quello dell'arbusto omonimo.
LEACRIL: Fibra sintetica morbida come la lana e molto resistente che si utilizza nell'abbigliamento e nell'arredamento.
LEAVIN: Fibra sintetica molto impermeabile.
LEDERHOSEN: Parola tedesca che significa pantaloni di pelle e con cui vengono chiamati i tipici pantaloni corti in cuoio con bretelle, diffusi in Baviera, Austria, Svizzera e Trentino Alto Adige. Generalmente sono realizzati in pelle di vitello o capra, ma ne esistono versioni più pregiate in camoscio o cervo, e sono di color marrone o nero, ovvero il colore naturale della pelle, oppure di color grigio o verdone, colori tradizionali. Resistenti e di lunga durata, ne esistono di tre distinti modelli, i Kurze Lederhose, corto sopra il ginocchio e usato principalmente dai giovani, i Kniebundlederhose, lunghi fin sotto il ginocchio, e il Lange Lederhose, lunghi fino alla caviglia. Oggi vengono principalmente usati per feste tipiche e tradizionali, per cerimonie e matrimoni e da alcuni gruppi scout.
LEFKARA: Tipo di merletto proveniente da Cipro, caratterizzato da una moltitudine di punti e disegni, che presenta molte caratteristiche comuni con i merletti italiani.
LEGATURA: Elemento supplementare di ordito o di trama che consente di unire i due tessuti nei cosiddetti double face.
LEGGINS: Pantaloni molto aderenti ed elasticizzati, lunghi fino alla caviglia o appena sotto il ginocchio, che vengono indossati sotto lunghi camicioni o maglioni. In francese sono chiamati Fuseaux ed in italiano Pantacollant o Pantacalze.
LENABOL: Fiocco di raion da mescolare con la lana.
LENAL: Termine commerciale di una varietà di fiocco di raion.
LENPUR: Fibra tessile ricavata dalla cellulosa dell'abete bianco dalle proprietà termoregolatrici, traspiranti e assorbenti, per cui viene molto impiegata per capi intimi, camiceria, calzetteria e tessili per la casa.
LENZA: Antico termine con cui veniva chiamata la tela di lino.
LEOPARDO: Felino dalla pregiata pelliccia giallastra a rosette nere.
LEPRE: Pelliccia tratta dal roditore ed utilizzata per guarnizioni di poco pregio. Vi sono tre gruppi di lepri:
-ALBINA: Dal pelo bianco candido.
-RABBIT: Lepre californiana grigio chiaro.
-VARIABILE: Lepre dal pelo che cambia a seconda delle stagioni.
LES FAMEUSES POUPEES: Termine francese per indicare i famosi manichini a grandezza naturale che nel 1650 venivano inviati da Parigi alle altre capitali europee per presentare le nuove collezioni.
LESINA: Arnese sartoriale che si utilizza per estrarre filamenti e smussare le asole e gli occhielli. E' costituito da un punteruolo circolare, fissato ad un piccolo manico.
LETIMOTIV: Nel campo della moda tale termine indica un particolare capo o modello che ricorre spesso nel corso di una sfilata o nella collezione di uno stilista, dal quale nascono gli altri modelli.
LEVANTINA: Termine francese che indica un tessuto realizzato su armatura batavia, prodotta dalla saia che da alla stoffa due o più nervature, a differenza delle saie semplici che ne hanno solo una.
LEVITE: Tipica veste dalla linea nuova, sorta alla scomparsa della crinolina nel 1785. Era formata da una gonna aperta davanti sulla sottoveste gonfia, portata sopra innumerevoli sottogonne inamidate o su un rotolo applicato dietro. Era molto lunga e formava uno strascico, mentre il corpetto era corto ed attillato, con maniche aderenti e lunghe al di sotto del gomito, spesso guarnite con gale di mussolina.
LEVITICA: Veste femminile del 1700, lunga fino ai piedi e abbottonata davanti con una fila di bottoni; ispirata dal successo delle grandi opere sceniche di carattere biblico o, più semplicemente, dalle vesti dei preti.
LIBERTY: Movimento e stile floreale nato agli inizi del Novecento, che prende il nome dal commerciante inglese A. Liberty, che influenzò l'arte, lo stile, l'arredamento e anche l'abbigliamento, gli accessori, e i gioielli.
LICCIO: Telaio metallico con applicati fili d'acciaio provvisti nel mezzo di un anello. I fili di ordito, che vengono fatti passare attraverso questi anelli, si alzano e si abbassano con il movimento del liccio, consentendo alla navetta di trasportare da una parte e dall'altra il filo di trama.
LILION: Fibra artificiale molto lucente e resistente.
LINCE: Felino dalla pelliccia grigia, morbida e che viene usata in pellicceria.
LINEA: Si dice della diversa forma che il modello di un abito può assumere. Ne esistono di diversi tipi: "A": spalle strette, fianchi sottolineati da una vita abbassata e una gonna molto svasata; in voga negli anni '60.
"Anfora": con gonne ampie ai fianchi e gradualmente più strette verso le caviglie.
"Botte": spalle e ginocchia strette, con maggior volume nel corpo.
"Clessidra": caratterizzata da grandi e rigide gonne e sottogonne che rendono il busto ancora più stretto di quanto non risultino col corsetto.
"Corolla": che fascia bene vita e fianchi per aprirsi morbidamente verso il basso.
"Dritta": linea aderente e dritta senza tagli che evidenzino troppo le forme.
"Flou": linea ampia, arricciata e blusante.
"H": linea dritta con cintura morbida all'altezza dei fianchi e con spalle e fondo della medesima ampiezza.
"Impero": la vita è alzata fin sotto il seno, da cui parte una lunga gonna che si allarga leggermente arrivando verso il fondo.
"Matita" o a "Fuso": gonna dritta e stretta che verso l'orlo si stringe ancora di più.
"Palloncino": rigonfiamenti posizionati nelle maniche, gonne i pantaloni.
"Princesse": parte superiore aderente che, andando verso il basso, di allarga sempre più.
"Redingote": linea che ricorda un tipo di cappotto militare ottocentesco, con vita stretta e fondo svasato a godet.
"S": linea aderente al corpo in cui seno e fianchi sono enfatizzati dall'aiuto del busto.
"Sacco": linea morbida e ampia che copre le forme e non segna la vita.
"Sirena": linea molto aderente sul corpetto fin verso il secondo bacino per poi scendere ampia e svasata sul fondo.
"Trapezio": spalle minute, vita alta o inesistente, gonna a campana.
"Tulipano": parte sopra aderente con sotto con pinces e drappeggi e ampio sui fianchi per stringersi leggermente al ginocchio.
"V": taglio che aumenta il volume ottico delle spalle, con ampi risvolti o colli aperti, che fa apparire il busto come una V.
"Y": prolungamento della linea V con un sotto molto esile ed affusolato.
LINGERIE: Termine generico per indicare raffinati indumenti intimi e da notte.
LINGUETTA: Estensione della tomaia sotto la parte dell'allacciatura, dalla quale sborda un pochino. Se la si trova cucita su ambedue i lati sotto i fori dell'allacciatura, viene detta "Linguetta a mantice".
LINKS: Termine che indica un tipo di lavorazione a maglia impiegato per la realizzazione di capi di maglieria esterna e per la produzione di calze da uomo. Con tale sistema si possono ottenere vari tipi di coste con effetti operati per colori e per rilievo.
LINO (LI): Fibra naturale e cellulosica estratta dallo stelo della pianta omonima mediante la macerazione dei fasci fibrosi contenuti nel libro. Il filato che si ottiene si presenta con mano fresca, lucentezza serica, rigidità e resistenza molto elevata. Il tessuto può essere molto fine e leggero da usare per la biancheria, oppure più pesante e grezzo per l'abbigliamento estivo esterno sia da uomo sia da donna. In maglieria il lino viene generalmente impiegato in mischia con altre fibre naturali o sintetiche, ma anche puro, ottenendo un effetto molto ricercato e particolare.
LINONE: Tessuto con lino o cotone particolarmente lucente e rigido, usato per confezioni sia maschili sia femminili, che viene anche chiamato Rensa.
LINTERS: Fibre cortissime che rimangono attaccate ai semi di cotone dopo la sgranatura, che servono per l'estrazione della migliore cellulosa per le fibre artificiali.
LISATURA: Operazione che viene fatta ai tessuti di fibre naturali, artificiali o sintetiche per renderli più morbidi.
LISEUSE: Termine francese ottocentesco che indica la mantellina o giacchetta che si indossava sulle camice da notte.
LITTLE BLACK DRESS: Il noto tubino nero lanciato da Coco Chanel nel 1926, da adattare giocando con gli accessori, a tutte le occasioni.
LIVREA: Termine francese da livrer, consegnare, perchè in origine il Re donava le vesti con i suoi colori ai nobili, che veniva usato per indicare l'uniforme indossata dai camerieri negli alberghi o in alcune casate nobili. All'epoca del Roccocò francese, era costituita da una pelava, una camiciola ed i calzoni carichi di ornamenti decorativi, che mostravano la ricchezza della famiglia a cui apparteneva il servitore.
LOAFER: Calzatura originaria della Norvegia, dalla forma a mocassino ma con la suola spessa e robusta, adatta ai climi piovosi.
LODEN: Stoffa tipica del Tirolo austriaco, di lana cardata ovina grossa bianca, caratteristico per il suo aspetto peloso. All'inizio del secolo viene adottata la famosa nuance verde bottiglia (fino all' '800 erano rosso, bianco e nero) per il cappotto con lo spacco profondo sul dietro e con i bottoni di cuoio, ma è anche fatto in blu, marrone e grigio. Il loden è da sempre usato dai cacciatori e pastori tirolesi, che ne apprezzano le qualità termiche e di impermeabilità.
LOLITA: Sottocultura nata in Giappone, a Tokyo, nei primi anni '80 e che vuole un abbigliamento ispirato all'abbigliamento infantile del periodo roccocò e vittoriano, con gonne a ruota fino al ginocchio con sottogonne, grembiulini con rouches, camicette con maniche a sbuffo, calze lunghe, ballerine, cuffiette e fiocchi. Questo stile ha molteplici sottostili mescolati anche ad altre subculture:
-CASUAL LOLITA: Stile che mescola elementi lolita ad elementi più semplici e casual da vita di tutti i giorni, come felpe e accessori più comuni.
-CLASSIC LOLITA: Stile più maturo e sobrio di lolita, caratterizzato da colori scuri, stampe poco vistose e tagli di abiti in stile impero o più adulti.
-COUNTRY LOLITA: Stile simile allo sweet lolita ma da cui si differenzia per l'uso di accessori in paglia, come borse, cappelli, e cestini.
-GOTHIC LOLITA: Stile caratterizzato da trucco e vestiti scuri, come rossetto rosso e ombretto smokey, e abiti blu notte, verde smeraldo, scarlatto, viola o bianco e nero. I gioielli indossati sono in stile goth.
-GURO LOLITA: Stile caratterizzato da elementi horror per sembrare bambole di porcellana rotte con trucco pallido e sangue finto disegnato.
-PRINCESS LOLITA: Stile arricchito da caratteristiche da principessa europea, come gonne con rouches e corone.
-PUNK LOLITA: Stile lolita arricchito da caratterizzazioni punk, come tessuti strappati, catene, borchie, spille da balia, tartan, cravatte e anfibi.
-QI LOLITA: Stile che mescola elementi lolita ad elementi del costume tradizionale cinese come il cheongsam, le infradito e gli accessori per capelli.
-SAILOR & PIRATE LOLITA: Stili lolita a tema nautico; il primo include elementi del look da marinaio, come colletti, cravatte e cappelli, il secondo elementi pirateschi, come cappelli tricorno abiti più elaborati e accessori a tema.
-SHIRO & KURO LOLITA: Ovvero rispettivamente 'Lolita in bianco' con abiti e accessori bianco ottico o color crema, e 'Lolita in nero' con abiti e accessori di colore nero.
-SWEET LOLITA: Stile di lolita caratterizzato da un aspetto infantile attraverso l'uso di colori pastello e accesi, stampe da bambina ed accessori che rimandano a giocattoli, peluches o cartoni animati.
-WA LOLITA: Stile che mescola elementi lolita ad elementi del costume tradizionale giapponese, come il kimono, le scarpe e gli accessori per capelli.
-ǑJI: Controparte maschile della moda lolita e talvolta indossato anche dalle ragazze, che comprende pantaloni corti o alla zuava, calzettoni al ginocchio, cilindri, e colori come nero, bianco, blu e rosso vino.
LONGUETTE: Termine francese che indica un tipo di gonna che arriva a metà polpaccio.
LONGYI: Capo di abbigliamento tipico birmano, indossato sia da donne che da uomini. Il Longyi consiste in un rettangolo di tessuto che viene cucito in forma cilindrica ed indossato attorno alla vita, a mo' di gonna, annodando sul davanti la stoffa in avanzo per fermarlo, come avviene per gli saròng malesi.
LONTRA COMUNE (WT): Mammifero del Nord Europa e Nord America, la cui pelliccia a pelo cortissimo dal colore bruno sfumato beige, viene sfruttata in pellicceria data la sua prelibatezza.
LONTRA MARINA: Mammifero che vive nelle coste del Canada e della California, dalla pregiatissima e cortissima pelliccia e dal sottopelo morbidissimo che va dal grigio scuro al marrone.
LOOK: Termine molto usato nella moda per indicare lo stile e l'immagine.
LOOPS: Filati fantasia con numerosi anellini e occhielli, più grandi e marcati che nel bouclé, impiegati in maglieria e laneria.
LOOSE SOCKS: Termine con cui vengono identificati quei calzettoni, simili a scaldamuscoli, larghi che sembrano cadere dalla gamba, in voga negli anni '90 e 2000 tra le teenagers delle scuole superiori giapponesi , che li indossavano generalmente di colore bianco e in abbinamento all'uniforme scolastica.
LORD MOHAIR: Unito al cotone in una mischia nuova ad effetto screziato di chiaroscuro.
LORGNETTE: Termine francese che indica gli occhiali con cerchio e manico di tartaruga o metallo, per signora. Un tempo venivano appesi ad una lunga catena.
LOSANGHE: Tessuto stampato o fatto a maglia che presenta disegni a rombi o quadretti obliqui, non orizzontali, con diverse fantasie.
LOTO: Fibra tessile naturale proveniente dal Fior di Loto delle zone birmane e da sempre utilizzata per la tessitura delle stoffe con cui vengono realizzati gli abiti dei monaci buddisti di alto rango; da qualche anno viene anche impiegata nell'industria tessile. Il tessuto che se ne ricava sembra un misto tra lino e seta grezza, a trama irregolare, morbido, resistente alle pieghe e molto traspirante.
LUCCHESINO: Panno rosso di lana pregiata, usato in epoca medievale per confezionare vestiti d'epoca che prendevano il nome omonimo.
LUCCO: Tipica sopravveste fiorentina indossata dagli uomini tra il 1300 ed il 1500. Solitamente era lunga e aperta davanti, con larghe fenditure laterali per lasciar passare le braccia, talvolta increspata intorno al collo per poterla chiudere con ganci o annodarla con lacci. Veniva foderato in seta o taffettà in estate e di pelliccia o velluto in inverno. Nel 1300 era una veste nobile riservata unicamente agli uomini insigniti di cariche pubbliche; ve ne erano anche in panno nero per proteggersi dall'acqua, tipo i moderni impermeabili.
LUCISA: Fibra artificiale di cisa raion lucido.
LUPETTO: Maglione a collo alto ma senza risvolto.
LUPO: Mammifero la cui pelliccia, considerata di poco pregio, è poco usata in pellicceria, ma sfruttata per imitare la volpe.
LUREX: Nome commerciale dato ad una fibra metallica nata negli anni '40, viene tessuta o lavorata a maglia in mischia con altre fibre ed è adatta per la creazione di capi per la sera, in quanto crea effetti luminosi particolarmente brillanti.
LUSTRINO: Traduzione italiana del termine "Paillettes"
LYCRA: Fibra artificiale molto elastica e resistente alle abrasioni usata nelle realizzazioni di capi di biancheria intima, costumi da bagno, tutine e body.
LYOCELL (LY): Fibra tessile derivante dalla cellulosa del legno, ottenuta tramite un processo di filatura in solvente organico. E' resistente, traspirante, morbida e luminosa.
"Ma io non voglio andare tra i matti" osservò Alice. "Oh, ma non ne puoi fare a meno" disse il Gatto, "Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta". "Come fa a sapere che sono matta?" disse Alice. "Devi esserlo" disse il Gatto, "Altrimenti non saresti venuta qui". -Lewis Carroll "Alice's Adventures in Wonderland"-
mercoledì 3 settembre 2014
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