venerdì 12 settembre 2014

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MACCHINA DA CUCIRE: Inventata nel 1829, venne inizialmente usata da Thimmonier per confezionare divise per l'esercito francese a livello industriale, minacciando l'attività artigianale dei sarti a domicilio, che demonizzando la macchina riescono a far distruggere intero capitale di macchinari posseduto da Thimmonier. Da allora vennero prodotti modelli sempre più perfezionati, fino ad arrivare a quella a pedali del 1856 ideata da Isaac Merrit Singer. 

MACCHINA A TRASPORTO DUPLICE: Macchina da cucire detta anche "A punta d'ago", in cui il trasporto dei materiali per cucire viene assicurato anche all'ago che si muove in sincronia con la giraffa durante la fase di avanzamento della stoffa. Viene impiegata per tessuti di difficile trasporto o quando sono richieste impunture di particolare pressione.

MACCHINA A TRASPORTO TRIPLICE: Macchina da cucire dotata di griffa e di ago e di piedini alternativi che consentono di cucire materiali pesanti o di trasporto particolarmente difettoso. 

MACCHINA PER TINTURA: Macchinario usato per tingere filati, tessuti o capi; ne esistono diversi tipi:
-MACCHINA AD ARMADIO:Macchina classica per la tintura delle matasse di filato, costituita da un armadio verticale in cui le matasse vengono appese su bastoni estraibili ed il bagno di colore circola attraverso esse mosso da una pompa di circolazione a due sensi.
-MACCHINA A BRACCI: Macchinario speciale per la tintura a pressione atmosferica di matassa a fili continui (come le sete, bemberg o altro) molto difficili da tingere differentemente. Le matasse non vengono immerse nel bagno di tintura, ma questo viene fatto colare su di esse per poi essere raccolto in una vasca sottostante.
-MACCHINA A PALE E A TAMBURO: Apparecchio adatto alla tintura dei capi e calze, in cui il movimento di questi è assicurato da pale rotanti o da un tamburo girevole.
-MOLINELLO: Macchina per la tintura in corda del tessuto a maglia tubolare, circolare o indemagliabile.

MACCHINE CIRCOLARI: Macchinari per la maglieria a medio e grande diametro che vengono impiegate nella maglieria in trama e possono essere classificate:

-MACCHINE MONOFRONTURA
-MACCHINE BIFRONTURA
-MACCHINE A DOPPIO CILINDRO 

MACCHINE CIRCOLARI PER CALZE: Speciali macchinari impiegati quasi esclusivamente nella fabbricazione di calze da donna e calzini da uomo e bambino. Anni fa la produzione di calze da donna veniva eseguita su telai rettilinei davano una sagomatura completa delle varie parti della calza che poi veniva cucita lungo la linea posteriore. 

MACCHINE RETTILINEE: Macchinari per la maglieria che impiegano aghi a linguetta e possono produrre vari intrecci di base, anche con ampie operatore, con gli effetti per trasporto di maglia per colore, sagomatura e passaggi di costa. Ne esistono di differenti tipi:
-A MANO;
-AUTOMATICHE AD AGHI;
-A TALLONI ALTI E BASSI;
-AUTOMATICHE A COSTA;
-MINI JAQUARD;
-JAQUARD;
-AUTOMATICHE A COSTA.

MACCHINA TAGLIACUCI: Tipo di macchina usato nella confezione in serie, che esegue il rifilo dei lembi di tessuto prima dell'operazione di cucitura.

MACCHINE TESSILI: Rientrano in questa categoria generale di attrezzature per l'ambito tessile, tutte le macchine per la filatura, preparazione alla filatura, ritorcitura e finissaggio filati, le macchine per la tessitura e preparazione alla tessitura, le macchine per la tintoria, stampa e finissaggio tessile, le machine per la maglieria e calzetteria.

MACERAZIONE: Processo di fermentazione che si applica ad alcune fibre, tipo lino, juta, canapa, per facilitare il distacco delle fibre tessili.

MACFARLANE: Tipo di mantello impermeabile che ha preso il nome dal suo ideatore scozzese.

MACKINTOSH: Tipo di soprabito impermeabile in lana. Nel 1823 il chimico Charles Mackintosh, da cui prende il nome, rese la lana impermeabile con del caucciù. Nel corso degli anni venne poi introdotta la gomma vulcanizzata da Goodyear, sempre a base di caucciù, e perfezionata da Mandelburg che eliminò dal capo il forte odore di gomma; nel corso del '900 il soprabito impermeabile venne via via reso sempre più leggero.

MACRAMÉ: Trama di fibre naturali intrecciate tra loro. Nasce in Arabia e inizialmente viene usato soprattutto per decorare l'arredamento. Negli anni '60 iniziò ad essere usato anche nell'abbigliamento come rifinitura di abiti e top. Oggi viene molto utilizzato per creare braccialetti e collane.

MACULATO: Tessuto o pelle stampata a macchie, come quelle del leopardo e ghepardo.

MADAGASCAR: Tipo di seta rarissima ma molto pregiata che viene ricavata dalla bava di un ragno che vive nel Madagascar.

MADAPOLAM: Nome del sobborgo indiano di Narasapur con cui si indica la fibra di cotone fine e leggera usata per la biancheria e nella camiceria da uomo.

MADONNARE: Sottocultura femminile nata negli anni '80 ad imitazione dello stile della cantante Madonna, fatta di cinture nere con borchie, crocefissi come orecchini, rosari come collane, guanti traforati e senza dita o lunghi e neri, fermacapelli di pizzo nero, reggiseni indossati come indumenti, gonne a tubo aderenti e tacchi a spillo.

MADRAS: Nome di una città indiana nota per la sua produzione tessile, con cui si intende un tipo di stoffa leggera, generalmente in cotone o misto cotone e seta, dai caratteristici disegni a fasce, a strisce incrociate, a finestrature e riquadri, con tintura in filo. Viene adoperata nella camiceria maschile, per cravatte o pantaloncini estivi.

MADREPERLA: Materiale duro e iridescente, che copre la parte interna della conchiglia, con cui si fabbricano bottoni. La madreperla più rara e costosa è quella grigia, finissima di Tahiti e quella più bianca viene dalle isole Celebes.

MAGLIA: Può indicare:
1- ciascuno degli intrecci di uno o più fili, formati con i ferri a mano, con l'uncinetto o macchine speciali per la maglieria. Può essere:
-CATENELLA: Intreccio elementare che non forma tessuto, ma che serve come fondo a fili d'effetto, ed in particolare per i tessuti trasparenti come tulle e pizzi
-IN CATENA (tessuto): Intreccio risultante dall'azione di un solo ago su una base di maglie catenella, disposto verticalmente su tutta la larghezza del tessuto.
-INCROCIATA (tessuto): Chiamato anche "Interlok", è una categoria di tessuto a doppia faccia, ottenuto con due serie di aghi collocati gli uni di fronte agli altri, ed i cui aghi lavorano in modo alternato. Questo intreccio ha due diritti perfettamente uguali ed è molto resistente alla smagliatura e compatto.
-IN TRAMA(tessuto): Intreccio a fili curvilinee, disposto orizzontalmente e costituito da un solo elemento.
-RADDOPPIATA: Detta anche Koper, è un intreccio caratteristico che richiede fili molto scorrevoli, perché la posa avviene su due aghi adiacenti che obbligano il filo a scorrere per la formazione contemporanea di due maglie.
-RASATA (tessuto): Tessuti eseguiti con una sola serie di aghi, chiamati jersey semplici. Hanno un dritto ed un rovescio e, a seconda delle macchine e telai usati, possono essere piani o tubolari.
-ROVESCIATA (tessuto): Detta anche "Links Links", è un intreccio ottenuto con ago a doppio uncino e a doppia linguetta che forma la maglia dritta e rovescia, formando colonne di maglie dritte e rovesce.
-SPINA: Detta anche "Atlas", è un tessuto in catena simile alla maglia rasata.
-ZIG-ZAG: Detta anche "Tricot", è l'intreccio fondamentale che si ottiene con un'infilatura piena del pettine e con il minimo spostamento sotto l'ago, dando alle maglie un effetto a zig-zag. 
2- il tipo di tessuto che si ottiene col suddetto procedimento.
3- l'indumento lavorato direttamente a maglia o confezionato con tale tipo di tessuto.

MAGLIETTA: Indumento leggero in lana e cotone.

MAGLINA: Tipo di tessuto in jersy, molto leggero usato per capi di abbigliamento femminile.

MAGLIONE: Maglia piuttosto pesante, generalmente in lana con maniche lunghe, usata per la comoda vestibilità e per ripararsi dal freddo. I modelli possono essere differenti ed essere caratterizzati dal tipo di collo, di maniche, dal punto impiegato per la lavorazione.

MAGUEY (MG): Fibra tessile naturale estratta dal libro dell'Agave Caulata.

MAJATAE: Tipica sopravveste simile alla clamide indossata dagli uomini del 1200; era spesso foderata di pelliccia o in lana e senza fodera e rinforzata da squame ferree cucite ai berretti.

MAKÒ: Tipo di cotone finissimo, pregiato e a fibra lunga che prende il nome da una località egizia, dove viene chiamato solitamente Jumel.

MAKUN: Tipico poncho della popolazione cilena dei Mapuche, che viene indossato dagli uomini soprattutto nei giorni di pioggia poiché ha eccellenti doti impermeabili.

MALACCA: Varietà di canna d'India molto usata fin dall' '800 per fare bastoni a fusti di ombrelli, molto leggera e robusta al tempo stesso.

MALALOG: Neologismo coniato dalla fusione delle parole magazine e catalogo, per indicare un giornale che nasce come strumento di pubblicità diretta, ma che finisce per assumere i toni di rivista specializzata.Si rivolge esplicitamente a lettrici fornendo notizie non soltanto di moda, ma anche su informazioni di interesse per il pubblico femminile.

MALFILÉ: Tessuto di cotone, non elasticizzato, somigliante al jersey.

MALINES: Nome derivante dalla città Belga, che indica una rete finissima a forma di rombi.

MALITSA: Tipo di pelliccia maschile russa cucita con pelle conciata di renna di modo da avere la pelliccia all'interno, a contatto con il corpo, ed il cuoio all'esterno. Viene usata principalmente dalla popolazione dei Nenec, nella zona nord della Russia, dove sono le donne a cucirle in un modello molto ampio, con cappuccio e munite di guanti solitamente attaccati alle maniche.

MALVA: Pianta dalla quale si ricavano fibre tessili, proveniente soprattutto dalla Jigoslavia.

MALVINA: Primo colorante organico artificiale scoperto casualmente dal chimico inglese Perkin nel 1856 che permette di tingere seta e lana di un color violetto-rossiccio.

MAMMALUCCHI: Mutandoni indossati da bambine e bambini nel 1800, realizzati in tela bianca con ricamo tono su tono e che restavano a vista sotto gli abitini e le corte crinoline in miniatura delle bambine.

MANDILLON: Sopravveste del XVI secolo, aperta dalle ascelle all'orlo, imbottita, morbida, di linea e da indossare sopra il giustacuore.

MANGANATURA: Operazione usata per rendere il tessuto più morbido e compatto.

MANICA: E' la parte del vestito che ricopre il braccio, generalmente dalla mano alla spalla, ma può anche essere corta e ricoprire fino a metà braccio, o a 3/4 e ricoprire fino al gomito. Nel corso dei secoli e nelle diverse culture, si possono incontrare diversi tipi di maniche:
-MANICA AD ALA: Molto corta, parte dalla spalla con una forma quasi triangolare, formando un'aletta leggermente rigida e sollevata, e copre minimamente la zona superiore del braccio. E' molto usata per abiti e bluse estive.
-MANICA ALLA GIAPPONESE O A KIMONO: Priva di taglio, viene ricavata in un solo pezzo dal tessuto che forma il davanti e il dietro dell'abito. E' usata per giacche, cappotti, abiti e maglie.
-MANICA A GIRO: Maniche classiche, aderenti alle spalle.
-MANICA  A PALLONCINO: Molto vaporosa, si restringe sopra li gomito o a metà braccio formando un'arricciatura rigonfiata a palloncino, trattenuta da un polsino stretto. E' usata per abiti e camicie.
-MANICA A PROSCIUTTO O A GIGOT: Molto aderente dal polso al gomito, si allarga con una specie di pallone dal gomito alla spalla dove si attacca con un'arricciatura o una pieghettatura. Nata nell'800 è stata riportata in auge negli anni '60 - '70 del '900 per abiti e camicie.
-MANICA A RAGLAN: Attaccata alla base del collo con cuciture a raggiera che arrivano fino all'ascella, permette una grande comodità di movimento. Usata molto per soprabiti e cappotti, felpe e t-shert e capi di maglieria.
-MANICA A PIPISTRELLO: Viene tagliata in un solo pezzo con la parte superiore dell'abito sagomando un ampio giromanica che dal punto vita raggiunge il polso. Molto in voga per bluse e abiti negli anni '30, è stata ripresa negli anni '80 anche per la maglieria.
-MANICA A TRE QUARTI: Tipo di manica che ricopre i 3/4 della lunghezza totale delle maniche.
-MANICA CORTA: Tipo di maniche estive che coprono 1/4 della lunghezza totale delle maniche.
-MANICA SHIRTWAIST: E' la foggia tipica della manica delle camicie da uomo.

MANICOTTO: Accessorio cilindrico in lana o pelliccia, aperto alle due estremità e adoperato per tenere le mani al caldo. Adoperato anche solo come puro accessorio elegante, nacque forse dall'abitudine, alla corte di Borgogna, di infilare le mani nelle lunghe maniche delle vesti dell'epoca. Solo nel 1590 apparve a Venezia il manicotto vero e proprio ad uso esclusivo delle classi agiate; nel XVII e XVIII secolo divenne parte anche dell'abbigliamento maschile e le donne lo portavano anche in casa. Cadde in disuso dopo la Rivoluzione Francese e venne rilanciato solo nel XX secolo come modello "a tasca", usato come borsetta da portare appeso o a tracolla.

MANNEQUIN: Voce francese che significa manichino e indica un modello di legno che riproduce il corpo umano e che viene usato per la posa degli abiti e per l’esposizione. Da qui l’uso del termine per indicare chi indossa e presenta le nuove creazioni nelle sfilate di moda.

MANOPOLA: Risvolto della manica nell'abito o nel cappotto.

MANTA: Mantello di origine spagnola di panno, a forma rettangolare che veniva indossato dai campagnoli.


MANTELLA: Capo elegante sia maschile che femminile, solitamente in lana e di varie fogge; veniva utilizzata anche come cappotto militare. Può essere con o senza maniche, di taglio classico realizzata su modello a ruota o mezza ruota con collo alla coreana, o ispirandosi ai ponchi Sud Americani.

MANTELLO: Ampio e lungo indumento di forma rotonda e senza maniche e solitamente con cappuccio, chiuso con un fermaglio a catenella sul davanti, che si indossa sopra tutti gli altri vestiti per proteggersi dal freddo. In voga nel corso del 1800, è tornato di moda negli anni’60. In francese si chiama manteau, che significa anche cappotto.

MANTELLO CONFUCIO: Tipo di abito a tunica dalla linea intera proposto da Poiret all'inizio del 1900.

MANTILLA: Mantello, velo utilizzato dalle donne spagnole come adorno o riparo, la cui evoluzione è stata segnata soprattutto da fattori sociali, religiosi e climatici. I tessuti più utilizzati per realizzare questo indumento, sono il Blonda (tipo di pizzo in seta a motivi floreali realizzati con una seta più brillante, e con bordatura particolare), lo Chantilli (pizzo di provenienza francese molto leggero ed elegante) o il Tulle (tessuto trasparente e leggero, in seta o cotone). La mantilla viene solitamtente sorretta e fissata al capo tramite la Peineta, il tipico pettine in madreperla o materiale plastico o sintetico, originariamente in guscio di tartaruga.

MANTO: Mantello lungo fino ai piedi, spesso in tessuto pregiato e ricamato, usato specialmente da persone di alta autorità per cerimonie importanti.

MAPPULA: Sorta di tovagliolo che gli antichi Romani portavano appresso durante le cene dagli amici, per riporvi i propri avanzi, che l'usanza del tempo consentiva di portare a casa.

MARABOUT: Tessuto di seta ritorto in maniera molto energica, da renderlo particolarmente resistente.

MARABÙ: 1- Vaporose piume dell'omonimo uccello asiatico e africano, che viene usato per guarnire abiti, mantelli, capelli da donna, pantofole e vestaglie da camera.
2- Tipo di tessuto fabbricato con seta rigida.

MARBRÈ: Termine francese usato per indicare un tessuto marmorizzato con effetto leggermente ondulato.

MARCELLINA: Tessuto in seta particolarmente leggero, che viene solitamente usato come fodera.

MAREZZATO: Tessuto monocolore di seta, cotone o raion con la superficie ad effetto ondulato e solcato come le striature del marmo. Viene prodotto mediante marezzatura, ovvero pressatura del tessuto tra due cilindri metallici che appiattiscono alcuni fili lasciando intatti gli altri.

MARIAGE: Abito in seta in tinta unita con la guarnizione intrecciata a due colori, indossato dalle donne del 1700. Nonostante il nome francese, questo tipo di abito venne inventato da sarti Veneziani.

MARINARA: Stile di abbigliamento lanciato da Cocò Chanel, caratterizzato da pantaloni blu a vita bassa, e magliette a righe bianche e blu, usando tessuti semplici come cotone e lino.

MARMOTTA: Roditore il cui pelo grigio ardesia e sfumato di bruno, molto fotto e setoso, viene usato in pellicceria per imitare il visone, per guarnizioni e per pellicce di medio pregio.

MAROCCHINO: Tipo di cuoio ottenuto conciando pelli di pecora, capra o montone, usato soprattutto per la fabbricazione di articoli di pelletteria.

MARQUISETTE: Tessuto per tendine, leggero, forte, trasparente e a struttura rada come un velo, spesso intessuto con pois.

MARSINA: 1- Dal nome del conte belga Jean de Marsen, è una lunga giacca con falde a coda di rondine, che nel corso dei secoli ha subito molte variazioni e che in Italia viene identificato con il frac. Chiamata anche Kraus in tedesco e Velada a Venezia.
2- Indumento femminile del 1600 da portare aperta davanti sul sottanino, permettendo lo sfoggio di scintillanti pettorine.

MARTINGALA: Corta cintura fissata posteriormente, all’altezza della vita, nella parte centrale di giacche e cappotti; può essere regolabile mediante fibbia o bottoni, o avere solo funzione decorativa. 

MARTORA: Pelliccia dell'omonimo animale, molto pregiata dal colore bruno-giallognolo.

MASSAUA: Tessuto pesante di cotone a struttura serrata, a righe diagonali, ruvido al tatto ,usato particolarmente per la confezione di tute, divise coloniali e abiti da lavoro.

MASCHERINA: Nella nomenclatura della scarpa, indica la parte centrale della tomaia, tra la punta ed i gambetti, che accolgono occhielli e lacci.

MATASSA: Insieme di fili avvolti a mano o con l'aspo, disposti ordinatamente in più giri uno sull'altro.

MATELASSÉ: Termine francese che significa materasso, ossia imbottito e che indica un tessuto di seta o lana, cotone o raion, leggermente imbottiti, con disegni tipo damasco e trapuntati o intrecciando tra loro fibre con armature differenti, usati anche per la confezione di vestaglie e giacche da camera.

MATERASSO: Disposizione a più strati sovrapposti di un tessuto da tagliare secondo le componenti del un modello del capo da realizzare.

MATINÈE: Mantella corta o giacchino, usata fino ai primi del ‘900 nello spazio domestico, in particolare per la toilette.

MAUVE: Dal francese malva, nel campo dell’abbigliamento indica un particolare colore violaceo.

MAWASHI: Particolare perizoma indossato dai lottatori di zumo durante l'allenamento e la competizione. Sulla base del rango del lottatore, questo varia di colore e materiali.

MAXI: Termine che identifica la lunghezza degli abiti, gonne e cappotti negli anni ’70, che sfiorava le caviglie ed era in netta contrapposizione al midi e al mini.

ME: Sigla che indica il codice meccanografico per intendere l'uso di "Fibre Metalliche" nella composizione di un capo.

MEDALLION: Decorazione a traforo sulla punta della scarpa da uomo. Letteralmente significa medaglione ma la definizione italiana per questo tipo di decorazione è “fiore in punta”.

MEDIA IMPRESA: Impresa caratterizzata da una produzione limitata o di settore (sportswear, casual, intimo... ), che produce con il proprio nome o su concessione e che, generalmente, si rivolge all'ambito nazionale.

MEISEN: Tecnica di lavorazione giapponese che consiste nell'intreccio di fili precolorati, caratterizzata da un non allineamento preciso dei fili, in modo da produrre una seta crespa con motivi morbidi e dai colori brillanti.

MELANGE: Termine francese che significa mescolanza, è un effetto particolare di una stoffa, con caratteristiche sfumature o screziature, ottenuto tessendo filati di colore diverso.

MELONE ALLA FRANCESE: Linea di brache molto gonfie fermate sotto il ginocchio che venivano indossate dagli uomini nel 1600, ma presto abbandonate.

MELTON: Dal nome di una piccola città inglese, tale termine indicava tradizionalmente una stoffa di lana molto feltrata. Oggi viene usato per indicare il panno che si adopera nel sottocollo delle giacche o dei cappotti.

MERCERIZZATO: Si dice di un tessuto di cotone rinforzato con un particolare procedimento inventato del 1844 dal tintore inglese John Mercer, che consiste nel trattare il cotone con una soluzione di soda caustica per dargli una finitura setosa e lucida e che aumenta la resistenza del tessuto e facilita la penetrazione delle tinture.

MERINO: Voce spagnola proveniente dal nome di una tribù berbera che indica la più famosa razza di pecore per la prodizione di lana finissima e pregiata, allevate soprattutto in Australia e Nuova Zelanda, e la stoffa morbida spinata e a due dritti, somigliane al chachemire, tessuta con la lana merino australiana.

MERLETTO ARMENO: Tipo di pizzo realizzato con ago e filo senza supporto, realizzato intrecciando quattro tipi di nodi. Di origini antiche e tradizionalmente usato per realizzare i corredi nuziali, comprende figure come foglie, girandole, rosette e triangoli. I punti più conosciuti sono il Aintab, il Vaspurakan, il Baghesh ed il Kharpert.

MERLETTO DI PAGO: Merletto realizzato a mano, proveniente dall'omonima città, a motivi geometrici che rappresenta una secolare tradizione artigianale tramandata di generazione in generazione senza l'uso di modelli ne schemi; la sua lavorazione risale al XV secolo ed originariamente vi venivano confezionati paramenti liturgici dalle Suore Benedettine.

MESSA IN CARTA: Operazione tecnica in cui si rappresenta graficamente su carta quadrettata, il disegno che si vuole ottenere sul tessuto, oppure la rappresentazione grafica di un'armatura o intreccio sempre di un tessuto.

METALLICA: Fibra formata da metalli, o leghe, e da sostanze non metalliche, a copertura e supporto.

METRICO (Nm): Titolo metrico per filati di lana, che si stabilisce calcolando quante matasse da 100 mt. andranno a formare un Kg. di peso; più il titolo sarà alto più il filato sarà sottile e viceversa.

METRO PER SARTO: Attrezzo di misura di materiale flessibile lungo 150 cm. che viene usato dai sarti per prendere le misure.

METROSEXUAL: Termine inglese che identifica l'uomo del nuovo millennio, quello che ha cura della propria persona, del proprio aspetto (frequentano palestre, spa, estetisti, usano cosmetici e curano il taglio di capelli) e abbigliamento (borse da uomo, consulenti d'immagine), che conosce il design e l'arte, senza che tutto ciò comporti l'automatica etichettatura di omosessualità.

MEZZALUNA: Accessorio in legno, da stiro, che serve per dare forma ai colletti ed alle maniche.

MICRO: Stile di abiti o gonne talmente corti da coprire appena i glutei. Nato negli anni ’60 è stato riportato in auge negli ultimi anni.

MICRON: Unità di misura delle finezze delle fibre tessili e che corrisponde ad un millesimo di millimetro.

MICROFIBRA: Trattasi di fibra sintetica come il poliestere, la viscosa o l’acrilico da cui si ottengono tessuti leggeri e robusti che hanno la caratteristica di non sgualcirsi, sono anche morbidi e lisci. I tessuti realizzati con questa fibra si applicano, generalmente, all’abbigliamento sportivo.

MIDI: Lunghezza fino al polpaccio di abiti e gonne, in voga negli anni ’60. Attualmente si chiama longuette.

MIKADO: Parola giapponese che indica un tipo di tessuto in seta resistente.

MILLERIGHE: Tradizionale disegno di tessuto a piccole righe verticali, molto fitte che si ottiene in armatura a tela, e a batavia, alternando fra trama e ordito due fili chiari a due fili scuri a catena.

MILORDINO: Elegante giacca per cavalcare, di derivazione inglese, che i cavalieri della fine del 1700 indossavano sopra un abito di pelle.

MINIGONNA: Gonna corta almeno sopra il ginocchio, ma generalmente molto più ridotta, lanciata negli anni ’60 dalla stilista inglese Mary Quant.

MINIMALISMO: Tendenza estetica, nata in reazione agli eccessi della moda degli anni ’80, che si sviluppa nel decennio successivo, prevedendo una riduzione degli elementi essenziali nelle forme e nei colori. Caratterizzata dai toni neurti (beige, nero, bianco, grigio), senza accessori vistosi, trucco semplice e scarpe basse.

MIRLON: Fibra sintetica di poliammide da caprolattame, prodotta in Svizzera.

MISCHIA: Operazione che permette di unire fibre di lunghezza o qualità diverse, ottenendo tessuti con determinate caratteristiche. Per ottenere un prodotto più omogeneo, può essere effettuata anche prima della filatura.

MISE: Termine che indica il completo d’abbigliamento, l’insieme dei capi di vestiario indossati. Deriva dal francese mettere.

MISURA: Strumento convenzionalmente scelto come unitario, che stabilisce il rapporto tra due diverse grandezze; nel settore della confezione vi sono 16 misure standard che corrispondono alla conformazione strutturale del corpo umano, su cui si basano i sarti per confezionare i vari capi.

MITRA: Fascia simile ad un foulard che le donne dell'Antica Grecia usavano per coprirsi il capo.

MITRIA: Alto copricapo diviso in due punte nella sommità, con nastri o strisce cadenti sulla nuca, che veniva portato da Vescovi e Prelati durante le cerimonie e come insegna di autorità e dignità.

MOCASSINO: Calzatura usata in origine dalle tribù indigene del Nordamerica che era fatta con un unico pezzo di pelle di bisonte, di renna o di orso e che fasciava il piede e veniva cucita nella parte superiore. Il termine oggi indica veri tipi di scarpe in cuoio morbido, sfoderate e con suola flessibile, ma il vero mocassino dovrebbe avere una tomaia che fascia il piede nella parte inferiore, come il modello usato dai pellerossa.

MOCHA: Tipo di cuoio detto anche "Pelle di Castoro" poichè i vari trattamenti a cui viene sottoposto, lo fanno somigliare ad una pelle di castoro rasata.

MOCO: Varietà di cotone Brasiliano a fibra lunga e fine poco conosciuta in Europa.

MOD: Sottocultura giovanile nata a Londra negli anni '50 e che rincorreva l'idea di modernità, da qui il termine. I ragazzi mod vestivano in maniera classica ed elegante ad imitare la Ivy League americana e le ragazze, dai capelli cotonati e occhi truccatissimi, indossavano abitini optical bianchi e neri; entrambi, a proteggere le loro preziose vesti, indossavano sopra l'immancabile parka.

MODA: Dal latino modus, indica la maniera di abbigliarsi e acconciarsi, legata ai gusti ed ai canoni di un determinato periodo o epoca storica.

MODA AUTARCHICA: Moda in voga durante il Regime Fascista, secondo cui il popolo doveva indossare solo capi realizzati con materia prima di origine Italiana. Lo stile vedeva una donna la cui femminilità era esaltata da indumenti intimi a sottolinearne le curve e gonne accorciate appena sotto il ginocchio, su abiti monocromatici e sobri, a contrasto con i vistosi accessori.

MODA AVVENERISTICA: Stile nato negli anni '60 in contrapposizione a quello Hippy, caratterizzato da abiti puliti e corti, dai tagli semplici e stampe geometriche, colori sgargianti ed un forte richiamo allo spazio. E' in questo contesto che compare la minigonna di Mary Quant e l'uso del pantalone come capo basico da donna.

MODA FUTURISTA: Stile d'abbigliamento dei primi anni del 1900 che, come il movimento in generale, voleva stimolare la libera creatività. I capi erano comodi, funzionali, colorati, dinamici e dalle forme asimmetriche. 

MODA PSICHEDELICA: Moda nata a Londra a cavallo tra gli anni '60 e '70 che deriva dalla costola più vezzosa e dandy dei mod che si staccano dal loro modernismo rigoroso e minimale, per abbracciare uno stile decisamente più colorato, fiabesco e teatrale. Era caratterizzato da scampanature esagerate, maniche larghissime, polsini e colletti enormi, foulard paisley, ricche passamanerie e ingombranti plissettature, abbinate a capi etnici, come i caftani dalle stampe a fantasie geometriche o astratte e dall'accostamento di colori improbabili, forti e fluorescenti.

MODA VERDE: Nata verso la fine del xx secolo, indica quel tipo di moda sensibile ai temi ecologici e che vede l’uso di materiali non dannosi all’ambiente, naturali o realizzati mediante processi di riciclo, come il tessuto termico ottenuto riciclando bottiglie di palstica.

MODACRILICHE (MA): Categoria di fibre sintetiche composte da acrinolitile e da cloruro di vinile che da alla fibra il maggiore dei pregi, ovvero la resistenza alla combustione, ma che lo rende anche estremamente difficile da tingere.

MODAL (MD): Fibra cellulosica artificiale simile alla viscosa ma con una struttura molecolare più compatta ed ordinata. Sono un'ottima alternativa al cotone e vengono usate spesso in mischia con altre fibre, come lana o viscosa,

MODELLISTA: Figura professionale che, a partire dal progetto del designer, si occupa di coordinare la fase tecnica iniziale della confezione; ha il compito di realizzare il cartamodello e testarlo sul prototipo della collezione.

MODELLO: Termine usato nel settore dell'abbigliamento per indicare la progettazione in carta di un capo tagliato, che verrà così riportato su stoffa.

MODERN STYLE E DESIGN: Moviemnto culturale degli anni '50 che ripensa la nuova estetica del quotidiano.

MODISTA: Confezionatrice di cappelli femminili.

MODS: Gruppo di giovani amanti della musica jazz degli anni ’50, che adottano uno stile minimalista come simbolo della modernità, da cui il nome deriva.

MOERRO: Tipica stoffa di seta pesante dai colori cangianti, con cui nel 1800 venivano fabbricati svariati ombrellini per signora, da usare specialmente per bellezza o come riparo dal sole.

MOFFETTA: Mammifero la cui pelliccia morbida e folta, di colore nero striata di bianco, è molto ricercata.

MOHAIR (WM): Dall’arabo muhajjar, è il termine che definisce il pelo lungo, soffice e lucente della capra d’angora (allevata dapprima in Turchia e oggi anche in Africa e nel Texas), caratteristico per la sua morbidezza e sericità. La fibra più pregiata proviene dal Kid Mohair, il capretto di un anno dal pelo liscio, lucido e vaporoso. Se ne ricava una morbida stoffa pettinata, spesso combinata con la lana o fibre poliammidiche, che prende lo stesso nome del filato.

MOLAS: Tipo di lavorazione di tessuto a ricamo proveniente dall'arcipelago di San Blas, Caraibi, inventato dai Kuna, gli abitanti dell'isola. Le molas prendono spunto dalla tradizione dei tatuaggi che sono soliti rappresentare le credenze, le abitudini, la natura; sono tessuti dai colori vivaci, realizzati con la tecnica dell'appliqué, usando strati di tessuto di colori differenti, lavorati dall'interno verso l'esterno in modo che ogni strato mostri i colori di quello sottostante che gli fanno da contorno.

MONKSTRAP: Tipo di calzatura maschile senza lacci e chiusa ai lati da una fibbia.

MOIRÉ: Indica un tessuto di seta marezzato, ovvero con disegno a onde, dai riflessi cangianti.

MOIRSKIN: Tipo di tessuto simile al fustagno.

MOLLEGGIO: Termine usato per indicare due tessuti di diseguale lunghezza o elasticità, in cui il più lento dei due si molleggia sull'altro fino a farne assorbire tutta la lentezza.

MOMO: Filato per realizzare la pelliccia in maglia; morbida come il vello della foca, rappresenta la pelliccia ecologica ideale per capispalla invernali.

MONOBRETELLA: Bretella per reggere il corpetto che, partendo dal petto, passa intorno al collo.

MONOPETTO: Abbottonatura semplice con un’unica fila di bottoni sul davanti per capispalla e abiti.

MONTAGGIO: Lavoro compiuto per mettere assieme i vari pezzi che compongono un abito.

MONTANTE: Termine usato per indicare uno scollo o un colletto che risalgono leggermente sul collo.

MONTATURA BOMBEE: Dicesi di struttura di sostegno di un anello, spilla o altro, dalla tipica forma bombata, ovvero rigonfia.

MONTGOMERY: Dal nome del maresciallo inglese Bernard Law Montgomary, è un giaccone il lana con cappuccio e con allacciatura ad alamari, indossato nella seconda guerra mondiale dagli uomini della marina militare britannica. Fu reso celebre dal generale che lo adottò per proteggersi dalle forti escursioni termiche del deserto nordafricano. In origine era color cachi e chiuso con alamari e bottoni il legno a forma di oliva allungata. Il nome originale di tale indumento era Duffle Coat.

MONTONE: Pelle di montone concia e tinta con il pelo tosato e pettinato, usata per realizzare capi spalla molto resistenti e caldi. Modello di ispirazione nordica, era in auge nella moda degli anni ’60, con un grande revival negli anni ’80, grazie ad una particolare lavorazione delle pelli che permise di realizzare capi molto leggeri e di perfetta fattura, ma ugualmente caldi ed ingualcibili.

MOONGA: Tipo di seta di analoga qualità alla seta tussah o selvatica.

MOONBOATS: Termine Anglosassone, costituito da due parole, che si traduce letteralmente scarpone e luna. Sono stivali da neve massicci (doposci)  realizzati all’interno da gommapiuma eD esternamente con materiale sintetico.

MORESCA: Scarti di seta ottenuti dalla trattura di bozzoli macchiati o anneriti dalla crisalide.

MORDORÈ: Colore bruno misto col rosso, bruno-rossiccio, con riflessi dorati. Può anche indicare un tipo di cuoio color bronzo dorato.

MOSCRDINO: Piccolo roditore simile al ghiro, la cui pelliccia giallo fulvo, viene sfruttata in pellicceria.

MOSTRA: Risvolto di stoffa di colore differente da quello del vestito o di ugual tessuto, generalmente applicata sopra i risvolti, i colli, i paramani.

MOUCHTYA: Scialle usato tra le popolazioni berbere del Nord Africa, realizzato con telaio verticale e ricamato.

MOUFLON: Tessuto che si ricava dalla tosatura dell’omonimo animale, un tipo di pecora selvaggia che vive nell’Europa meridionale, nell’America Settentrionale e in Africa. Il suo soffice pelo  è lungo, morbido e arricciato e cade come una frangia.

MOULAGE: Tipico sistema di sartoria che consiste nel drappeggiare con spilli il tessuto sul manichino, secondo le forme e gli effetti che si vogliono ottenere poi nel modello definitivo.

MOULANT: Indica un capo aderente, attillato.

MOULINÉ: Termine derivante dal francese mouliner, ovvero torcere al filatoio. E’ un filato ritorto composto da due o più fili di colore contrastante, la cui alternanza crea nei tessuti  un effetto particolarmente vivace e brillante.

MOVIL: Fibra sintetica usata per indumenti soffici e caldi. Viene usata da sola o in mischia con la lana nella riduzione di fiocco per maglieria.

MUFFOLA: Particolare modello di guanto in cui solo il pollice è diviso dalle altre dita della mano. E' detto anche Monopola.

MULES: Tipica calzatura femminile con il tallone scoperto e tacchetto decorati con gioielli,  paillettes o perline, e a volte ricamate.

MULEUS: Calzatura di colore rosso indossata dagli antichi Patrizi Romani, che avevano però cariche insigni, e dall'Imperatore.

MULHAM: Tipo di stoffa in seta e cotone.

MUNDANAI: Scialle leggero, quasi un velo, con cui si copriva la parte superiore del corpo nell'abbigliamento dravidico dell'India Meridionale. 

MUSSOLA: Dal nome della città iraquena Mossul, è un tessuto leggero e morbido d cotone, seta o lana, ottenuto da filati molto fini. Una versione ancora più leggera è detta mussolina ed una variante di quest’ultima di chiama pelle d’uovo.

MUTANDE: Termine che indica propriamente gli indumenti intimi da cambiare spesso, infatti mutande, deriva dal latino mutandae, mutare. Esistono vari tipi di mutande:
-A BRAGHETTA: Modello di mutanda tipo calzoncino, apribile sul fianco tramite un bottone.
-A CODA DI RONDINE: Modello di mutanda con il davanti a forma di V e con sgambatura molto alta.
-A COULOTTE: Modello di mutanda a forma di calzoncini, a gamba corta più o meno ampia, trattenuta in vita da un elastico o cinturetta.
-A VITA: Modello di mutanda alta fino al punto vita.
-BOXER: Modello di mutanda a calzoncini con spacchetti laterali e aperta nel centro davanti.
-CONTENITIVA: Modello di mutanda in lycra contenitiva, piuttosto pesante.
-PER GESTANTE: Modello di mutanda con inserto frontale in tessuto o maglia elastica.
-MINISLIP: Modello di mutanda a vita molto bassa, molto sgambata e che si appoggia sui fianchi. 
-PERIZOMA: Modello di mutanda composto da un triangolo sul davanti che nel dietro diviene una striscia sottile.
-SLIP: Modello di mutande a vita bassa più o meno sgambata.
-TANGA: Modello di mutanda composto da due triangoli, uno davanti e uno dietro, tenuti assieme da un elastico che appoggia sui fianchi.

MUTANDONI: Mutande lunghe fino alla caviglia, ricamate o merlettate, chiuse da un nastro e sporgenti dalla gonna leggermente più corta, che andavano di moda nel XIX secolo.

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