CABAN: Giaccone di foggia sportiva che originariamente risale alla divisa dei cocchieri inglesi del 1800, infatti "cab" in inglese significa carrozza. Oggi il Caban si presenta con le spalle dritte, allacciato a doppio petto, stretto su fianchi e polsi, spesso con pieghe sul davanti, incroci e sovrapposizioni.
CABOCHON: Termine francese che indica un tipo di lavorazione di pietre preziose in forma convessa e completamente liscia. La forma di solito è quella di una mezza sfera o mezzo uovo.
CACHE-COEUR: Tipo di giacca femminile in maglia i cui lembi si incrociano sul davanti a "v" e vengono chiusi sul retro da un cordoncino.
CACHE-COL: Voce francese che letteralmente significa copricollo, è una sciarpa in seta o lana leggera da annodare attorno al collo, sotto il colletto aperto della camicia, i cui lembi vengono infilati all'interno della camicia. Viene usato in sostituzione della cravatta nell'abbigliamento classico da uomo, o nell'abbigliamento femminile, come foulard. Con tale termine vengono anche intese ampie sciarpe
ad anello in lana che possono anche essere indossate come coprispalle o come
cappuccio.
CACHE-MAILLOT: Termine francese che indica un corto
copricostume realizzato in spugna.
CACHE-NEZ:
Termine francese che indica un tipo di sciarpa di lana che ripara dal freddo il
naso ed il collo.
CACHEMIRE (WS): Termine derivante dalla regione asiatica del Kashmir, indica una fibra lanosa, leggera e morbida ottenuta dalla capra kashmir, oggi diffusa in molte zone dell'Asia (Mongolia, Tibet, Iran, Iraq). Il pelo viene ricavato mediante la pettinatura dell'animale e, al naturale, ha un colore che va dal bianco al giallo bruno chiaro. Può essere impiegato puro o in mischia con la lana o altre fibre.
CACHEMIRETTE: Filato o tessuto misto cotone lana, di mano morbida simile al Cachemire ma meno pregiato.
CACHI: Termine derivante dall'indiano Kaki e che indica una tintura dal color fulvo-nocciola che da ai tessuti una tonalità bruciata simile alla terra desertica (giallo sabbia). Era il colore delle uniformi coloniali che vennero
usate per la prima volta dagli Inglesi contro i Boeri.
CADIS: Tessuto in lana leggera, cotone o seta, leggermente follato ed originariamente prodotto nel Languedoc della Francia; è usato soprattutto per abiti eleganti e da sera.
CADIZ: Termine
derivante dal nome della città Spagnola Cadiz, che indica un nastro applicato.
CADY: Tipo di
crespo di pura seta lavorato molto sottile, che risulta essere dall’effetto
cadente, da cui il termine.
CAFÉ-SOCETY: Locuzione inglese che letteralmente significa società da caffè. Indica il complesso di persone che frequentano luoghi alla moda; sinonimi sono jet-set, jet-society (ossia l'alta società i cui membri si spostano con i jet privati), smart-socety e smart-set.
CAFIOCCO: Detto anche Fiocco di Canapa, è formato da fibre di canapa ridotte, per strofinio, in fiocco simile al cotone con il quale viene impiegato in miscela.
CAFTANO: Dall'arabo quaftan e dal persiano khaftan, si tratta di una lunga sopravveste, originariamente portata dagli arabi, con ampie maniche, spacchi laterali, cintura in vita e aperta sul davanti che arriva fino ai piedi; col tempo e col sui "ingresso" nel mondo della moda, ha subito variazioni sulla lunghezza e sull'uso del tessuto con cui viene realizzato.
CAGOULE: Tipo di cappa simile a quella dei frati.
CALANCA: Tessuto in cotone delle Indie Orientali.
CALANDRA: E' una macchina usata in tessitura, composta da due cilindri e specializzata per lucidare e lisciare i tessuti.
CALANDRATURA: Pressatura delle stoffe mediante pesanti rulli metallici che emettono contemporaneamente umidità e calore, per dare maggior lucentezza e uniformità al tessuto. Modificando temperatura e pressione, si può calibrare l'effetto lucido-opaco e usando cilindri incisi, è possibile ottenere particolari effetti nel tessuto, come ad esempio il Moirè.
CALANTICA: Tipica cuffia a rete ingioiellata, adottata dal costume laico di Bisanzio.
CALASH: Cappuccio confezionato in seta fine, con bordi rigidi su cerchietti di bambù.
CALASIRIS: Tipica veste asiatica ad una sola cucitura, sia maschile che femminile, comparsa in Egitto nel 1580 circa, dopo la conquista della Siria.
CALECEUS: Calzatura in uso presso gli antichi Romani, con la suola più o meno spessa, senza tacco. Saliva alta fino oltre la caviglia, lasciando scoperte le dita; poteva essere formata da strisce di pelle morbida, che si incrociavano fino al polpaccio, di colore rosso o nero per i senatori, oppure adornate di borchie e fibbie per i ricchi. Nel VI sec. circa, venivano usate solamente dai senatori e dai patrizi.
CALICOT: Dal nome della città indiana Calicut (Calcutta), è un tessuto in cotone leggero, stampato, molto facile da cucire perché compatto e non si sfilaccia. Viene usato per la camiceria da uomo, come fodera e per realizzare anche modelli di prova, detti "toile".
CALIGAE: Tipica calzatura chiusa, robusta e spesso chiodata usata preso gli antichi Romani, dai lavoranti nelle aziende agricole, dai mulattieri e dai militari fino al grado di centurione.
CALOSCIA: Dal francese galoche, è una calzatura impermeabile che si indossa sopra la scarpa per proteggerla dall'acqua.
CALOTTA: (zucchetto o papalina) È un berrettino senza testa, aderente coma una cuffia; può essere in tessuto, maglia o anche a rete per raccogliere i capelli.
CALZA: Indumento a maglia, in genere di cotone o lana o altri filati, che riveste completamente il piede e parte della gamba.
CALZAMAGLIA: Letteralmente calza e maglia in un unico pezzo; può essere in lana, cotone o fibra sintetica, fasciare la persona dal collo ai piedi o dalla vita ai piedi ed avere il piede oppure no. Nel Medioevo Italiano era un indumento tipico maschile, ma ritornò in auge nella seconda metà dell''800 ad opera del trapezista francese Jules Leotard, e da allora venne adottata da atleti e ballerini; in seguito la moda ne fece un capo da indossare di diverse fogge e fantasie.
CALZARI: Tipiche calzature degli antichi Romani, usate sia dagli uomini che dalle donne, in diversi colori e talvolta impreziositi da ornamenti vari.
CALZASCARPE: Strumento di corno, metallo o plastica, usato per facilitare l'introduzione del piede nella scarpa. Detto anche calzatoio.
CALZATURA: Indica qualsiasi rivestimento posto a protezione del piede, soprattutto della parte inferiore, e, a volte, della caviglia e della gamba. Esistono vari tipi di calzature, come le pantofole, gli zoccoli, i sandali, gli stivali....
CALZATURIFICIO: Fabbrica in cui si progettano e realizzano calzature.
CALZE-SHOK (uomo) / STOCKING (donna): Nate per un uso solamente pratico, che era quello di proteggersi dal freddo, le calze hanno subito nei secoli le trasformazioni più varie. Inizialmente erano di stoffa, poi realizzate a mano coni ferri, finché, nel 1589, William Loce inventò la macchina per fare la maglia. Furono quasi sempre in lana, cotone e seta, fino all'arrivo del nylon dopo la prima guerra mondiale. Verso gli anni '40 iniziarono ad essere prodotte industrialmente ed erano color carne, di diverso spessore e cucite nel centro dietro fino alla caviglia, sorrette da reggicalze o giarrettiere. Col tempo, l'evoluzione tecnologica ha permesso la realizzazione di un tipo di calza senza cuciture e perfettamente aderente alla gamba. Negli anni '60 l'avvento del collant soppiantò l'uso della calza singola, con proposte colorate e decorate, lanciate da Mary Quant nel '65, che cambiarono l'aspetto delle gambe.
CALZEBRACHE: Completo formato da calze e brache, simile alla calzamaglia, che nel XIV secolo, distingue l'abbigliamento maschile da quello femminile. Dopo il 1400 si iniziano a portare calze con gambe di colori differenti l'una dall'altra.
CALZIFICIO: Opificio tessile adibito alla fabbricazione delle calze.
CAMAIEU: In francese significa cammeo e indica accostamenti di colore tono su tono.
CAMAURO: Berretto tipico del Papa a forma di cuffia che scende sotto le orecchie, realizzato in velluto o raso rosso, orlato di pelo bianco.
CAMBELLOTTO: Tessuto di pelo di capra o di cammello con cui si confezionano indumenti vari.
CAMBRIC: Parola derivante dal nome della città francese di Cambray, indica una tela di cotone finissima, simile al tessuto batista, usata nella camiceria da uomo. Un sinonimo è "Pelle d'uovo".
CÀMICE: Veste dalla forma ampia e lineare, in lino o cotone, usata in molti ambienti di lavoro e dai sacerdoti sotto i paramenti.
CAMICIA: Nata tra il XI e il XII secolo, era confezionata in lino o seta e veniva usata come sottoveste e somigliava ad una tunica. Intorno al XVI iniziò a diventare visibile, era lunga fino ai fianchi, con maniche lunghe e senza colletto, con la parte superiore ricamata in oro o seta. Nel 1600, ornata di trine, veniva indossata sotto il farsetto e fuoriesce all'altezza della vita. Il modello tradizionale di camicia, è abbottonato sul davanti con maniche lunghe e chiuse da polsini e con colletto; ma con il variare della moda, è soggetto a cambiamenti di genere.
CAMICIA DA NOTTE: Indumento femminile indossato per andare a letto, di lunghezza e foggia variabili. Comparve nel tardo Medioevo come "Camicia da letto", mentre prima era abitudine coricarsi nudi o tenendo gli stessi abiti indossati durante il giorno. Veniva ricavata da un grande taglio di tessuto ed aveva maniche lunghe e larghe, molto simile alle camicie da giorno dell'epoca.
CAMICIA RUSSA: Camiciotto che ricorda i costumi folkloristici russi, con un piccolo colletto alto, ampie maniche con polsino e bordura ricamata. Molto di moda negli anni '60 e '70 sia per uomini sia per donne.
CAMICIONE: Tipo di camicia molto ampia e lunga, di varie forme e tessuti, creata soprattutto per le donne, in particolar modo quelle in stato interessante che desideravano nascondere le rotondità della gravidanza.
CAMICHINI: Neologismo che viene usato per indicare la canotta indossata come pezzo sopra del bikini.
CAMMELLO (WK): Animale da cui si ricava la Lana di Cammello, ottenuta dal sottopelo del quadrupede, che in primavera si stacca naturalmente e viene recuperata dai raccoglitori di pelo che seguono le carovane. Il pelo più pregiato è quello dei cammelli che si trovano in Asia, tra la Mongolia ed il Golfo Persico. Il termine Cammello indica, quindi, il tessuto in Lana di Cammello dal suo colore naturale rossiccio, solitamente cardato, follato e rifinito a pelo corto e morbido.
CAMOSCIO: Pelliccia dell'omonimo animale, resa particolarmente morbida da una speciale concia. Un termine derivato è scamosciato, ossia reso simile alla pelle di camoscio.
CAMOTEX: Felpa che imita il tessuto cammello.
CAMOUFLAGE: Termine francese usato per indicare tutti quei tessuti a fantasia mimetica militare.
CAMPAGI: Tipica calzatura di origine etrusca adottata poi dai soldati dell'Impero Romano e dai Bizzantini. Era molto semplice, di modello intermedio tra scarpa ed il sandalo, come le espadrillas, che copriva la parte anteriore del piede ed il tallone. Per gli imperatori potevano essere arricchite con gemme.
CAMPAGNA DI VENDITA: Periodo in cui avviene l'acquisizione degli ordini da parte dei buyers/clienti per capi e accessori di una data marca.
CAMPANELLI: Piccole campane che nel 1500 costituivano parte dell'abbigliamento soprattutto maschile. In Germania venivano attaccati alle scarpe o ai cappelli ed erano simbolo di "singolarità". Nel Tardo Medioevo costituivano anche il principale elemento dei costumi dei giullari di corte.
CAMPEROS: Voce spagnola che significa campagnoli. Si tratta di stivali dalla foggia particolare, realizzati in crosta, su base a tubo ed arricchiti con un anello laterale e staffe, usati originariamente dai mandriani di lingua spagnola e dai cow-boy.
CAMPIONARIO: Insieme di modelli, appartenenti ad una unica linea di una casa di moda, realizzati per la nuova stagione. Solitamente comprende modelli "classici", o rielaborati, e modelli nuovi e di tendenza e, in alcuni casi, modelli non prodotti direttamente, ma acquistati già confezionati per esser rivenduti. Il campionario viene mostrato ai clienti che scelgono quali capi inserire nei propri negozi o catene.
CANADIENNE: Voce francese che significa canadese, indica un giaccone pesante con collo e fodera in pelo, grandi tasche e cintura in vita che originariamente era usato dai cacciatori canadesi.
CANAPA (CA): Dal latino cannabis, è una fibra tessile estratta, mediante macerazione e battitura, dal libro della pianta omonima. Originaria dell'Asia centrale, viene coltivata in regioni dal clima temperato o temperato-freddo. Il filato ottenuto è molto robusto e resistente ed è impiegato sia per tessuti d'arredo, sia d'abbigliamento. Se non subisce il processo di macerazione è identificata come Canapa Verde, la cui resa è maggiore ma meno adatta alla filatura poiché più grossa.
CANAPÉ: Tessuto in cotone o lino che viene usato per realizzare le imbottiture.
CANAPINA: Tessuto greggio in canapa o cotone, oggi realizzato anche in materiale sintetico, molto apprettato. Viene usato come sostegno o rinforzo nei capispalla molto sagomati.
CANAPONE: Termine improprio per indicare tessuti di intreccio grosso e marcato che possono somigliare alla canapa, come il nattè o il panama.
CANDEGGIO: Trattamento a base di cloro al quale si sottopongono le fibre tessili per renderle candide.
CANDEGGIO OTTICO: Operazione in cui degli azzurranti ottici vengono applicati ai tessuti e trasformano le radiazioni UV, non visibili, dando effetti di bianco fluorescente.
CANEZOU: Tipico corpettino in bavero a tre giri che veniva portato sopra l'abito come un giacchettino, e andava di moda agli inizi del 1800 nella moda femminile.
CANGIANTE: Tessuto che presenta diversità di colore tra i fili dell'ordito e quelli della trama per cui, guardandolo da differenti angolazioni, cambia tinta diventando quasi iridescente. E' solitamente formato da filati di seta, ma ne esiste anche un tipo in cotone, oppure versioni realizzate con filati sintetici.
CANGURO: Animale Australiano le cui pellicce sono usate per imitare la marmotta, lo Skunk ecc.
CANIONS: Tipo di mutande attillate, lunghe sino al ginocchio, in uso nel XVI secolo.
CANNELÉ: Dal francese scannellato,
indica i tessuti scannellati, in lana a coste distanziate dritte o diagonali, di solito compatti e
robusti. Usato per abbigliamento sportivo maschile, talvolta è impiegato anche per le cravatte.
CANNELLO: Termine usato per indicare l'ampiezza che si da lungo il fianco o lateralmente, per facilitare il movimento il un capo di abbigliamento.
CANNETÉ: Voce francese che significa pieghine a forma di cannuccia, indica un tessuto caratterizzato da
sottili coste in rilievo, un po’ più marcate del gabardine. Realizzato in lana,
viene impiegato per realizzare pantaloni, essendo poco gualcibile; in seta,
viene usato per fare cravatte.
CANONS: Alte bordature di pizzo, cucite alla sommità dei calzerotti che venivano indossati durante l'epoca Barocca.
CANOTTIERA: Riduzione del termine “maglietta alla
canottiera”, indossata da chi pratica canottaggio, è un indumento leggero in
cotone, o altre fibre, scollato e senza maniche.
CANOVACCIO: Grossa tela di canapa, lino o cotone rada, usata soprattutto per strofinacci da cucina o come sostegno di ricami. I tipi più sottili si usano come telette di rinforzo su cappotti o giacche, quelli più pesanti vengono anche usati per confezionare capi sportivi, come ad esempio le giacche a vento.
CANTRA: Parte dell'ordito costituita da un'intelaiatura di tubi metallici, con un certo numero di fusi portarocche, che ha il compito di controllare la tensione dei fili e la loro elevata rottura.
CANTÙ: Merletti prodotti nell'omonima città lombarda.
CANTUSCIU: Tipico abito di lusso portato dalle dame del 1700, composto da drappi a colori, lungo e ristretto alle maniche.
CANVAS: Grossa tela in canapa o cotone, usata principalmente
per strofinacci. Realizzata a trama rada in cotone o lino, viene invece
utilizzata come base per ricami oppure per fare abiti estivi.
CAÑA FLECHA: Pianta appartenente alla famiglia delle graminacee, che cresce nelle zone tropicali dell'America del Sud, le cui lunghe foglie, essiccate ed intrecciate, vengono impiegate nella realizzazioni di cappelli, borse e accessori tipici di quelle zone, come il Sombrero Vueltiao Colombiano.
CAPECCHIO: Cascame grossolano del lino e della canapa.
CAPELIKE: Termine inglese che indica un tipico copricapo a calotta, reso famoso dagli acconciatori milanesi nel 1966, e che si adattava perfettamente ai nuovi tagli dell'epoca.
CAPIM DOURADO: Fibra vegetale estratta dall'omonima pianta che cresce spontaneamente in Brasile, nella zona di Jalapão, nello stato nord-est di Tocantis. Noto anche come Oro Vegetale Sertão, è così chiamato perché la pianta durante la crescita muta il suo colore da verde ad un giallo oro, quando la secca, molto brillante e persistente che non muta nel tempo nemmeno a contatto con l'acqua. Una volta raccolto viene lavorato ed intrecciato dagli Indios per realizzare collane, orecchini, bracciali, borse, cinture e oggetti vari.
CAPITONNÉ: Dal francese
imbottito, indica l’imbottitura trapuntata che si utilizza per realizzare
alcuni tipi di giacca a vento.
CAPIXAIJ: Specie di giacca Maya in lana per proteggersi dal freddo; ce ne sono di due tipi: corto e lungo (quasi una tunica); si porta senza infilare le maniche che restano penzoloni.
CAPOSPALLA: Termine tecnico che indica, genericamente,
qualsiasi capo d’abbigliamento che copra le spalle, dalle giacche ai soprabiti,
ai piumini e cappotti.
CAPOUFFICIO STILE: Figura professionale che traduce concretamente e su carta le idee del creatore di moda e che gestisce il gruppo di collaboratori ed operai a cui è affidato un certo settore della fase produttiva.
CAPPA: Ampio e lungo mantello con cappuccio che avvolge
tutta la persona, ricadendo con un lembo dietro le spalle, anticamente usato
dai cavalieri. Nel XII sec. aveva due spacchi per far uscire le braccia, ed era completata da una corta mantellina applicata; nel XVI sec. era di moda la cappa Spagnola lunga fino ai piedi, solitamente nera, con un cappuccio molto ampio ed una striscia di panno che si ripiegava sulla spalla destra. Oggi viene presentata in differenti lunghezze, con o senza
cappuccio e in differenti tessuti.
CAPPELLINO: Tipico cappello femminile di varia foggia e materiale, a seconda della moda.
CAPPELLO: Copricapo di diversa foggia e materiale. E’ stato
un accessorio insostituibile dell’abbigliamento maschile e femminile, subendo
le trasformazioni più varie.
CAPPELLO A CAMPANA: Forma di cappello a cupola, senza falda che andava di moda negli anni '20.
CAPPELLO DA PRETE: Particolare armatura, così chiamata perché il suo disegno ricorda il tricorno dei prelati del 1700, con una base a batavia realizzata con filati cardati ed usata per abiti e giacche sportive.
CAPPOTTA: Tipico cappellino femminile in uso nel XIX secolo, a forma di cuffietta che incorniciava il volto fra il pizzo ed il velluto e veniva legata al collo tramite nastri. Spesso era creato con merletti di tulle o di garza, con una leggera fodera interna, dai colori delicati.
CAPPOTTO: Capo d’abbigliamento pesante, in genere di lana,
che si indossa sopra gli altri vestiti per difendersi dal freddo.
CAPPUCCIO: Copricapo a forma di cuffia appuntita attaccato
al collo dell’abito, oppure staccabile mediante bottoni o cerniere.
CAPRETTO: Cucciolo di capra, di età inferiore ad un anno, la cui pelle, molto morbida e resistente, viene usata per tomaie.
CAPRIOLO: Capra selvatica, dalla pelle molto fine ed elastica, che viene usata per confezionare abiti e cappotti di lusso.
CAPSULA: Elemento del crochet avente la funzione di contenere la spolina e di tenerla in passo sul perno del cestello e tramite il suo chiavistello. La capsula porta anche una molla che serve per dare la giusta tensione al filo della spolina.
CARACALLA: Tunica stretta, aperta davanti e dietro, lunga fino ai talloni, usata in Gallia in epoca Romana. Da questa veste si sviluppò il mantello a cappuccio, indumento preferito dall'Imperatore Marco Severo Antonio, detto Caracalla.
CARACOS: Tipico mantello di lana sottile e morbida, di origine spagnola, in uso nel primo Settecento; lungo fino ai polpacci, era creato con pieghe ricadenti sul dorso.
CARATTERISTICHE DELLE FIBRE TESSILI: Molte sono le caratteristiche delle fibre tessili; alcune sono comuni a tutte le fibre ma presenti in maniera più o meno spiccata, altre sono specifiche di determinate fibre. Le caratteristiche più importanti sono:
-ASPETTO ESTERNO
-AFFINITÀ AI COLORANTI: Aspetto della fibra, liscia, ondulata, squamata, attorcigliata, striata, puntinata, ruvida ecc. da cui dipende la lucentezza del filato e la complessità di lavorazione dello stesso.
-COIBENZA: Capacità di isolamento termico connaturata con la struttura degli intrecci a maglia. Nell'industria della maglieria, può venire esaltata con una serie di finiture col pelo, necessaria per gli indumenti caldi, come le coperte.
-COLORE
-COMFORT ALL'USO
-COMPORTAMENTO AL LAVAGGIO
-ELASTICITÀ
-ESTENSIBILITÀ: Capacità di un materiale tessile di allungarsi in presenza di una sollecitazione a trazione. E' espressa quantitativamente dal concetto di "allungamento percentuale a rottura", e legata alla comodità di infossamento e alla stabilità delle forme e delle dimensioni degli indumenti.
-FELTRABILITÀ: Caratteristica specifica della lana.
-FINEZZA: Spessore della fibra espressa in 'Titolo'.
-FLESSIBILITÀ E PIEGHEVOLEZZA
-IDROFILITÀ: Proprietà di massima assorbenza delle fibre tessili naturali usate per manufatti igienico-sanitari. Nei tessuti, l'idrofilità la si ottiene purgandoli alla perfezione, asportando bene cere e altre sostanze idrorepellenti, o applicando sul tessuto particolari prodotti tensioattivi con capacità idroflizzanti.
-IDROREPELLENZA: Proprietà, soprattutto delle fibre sintetiche, di non assorbire acqua così facilmente come le fibre naturali. Per ottenerla vengono eseguiti particolari trattamenti atti a porre una barriera che eviti il contatto tra le molecole di acqua ed i polimeri fibrosi, rendendo i vari tessuti impermeabili ad essa.
-IGROSCOPICITÀ: Proprietà delle fibre tessili di assorbire l'umidità grazie alle loro capacità di immagazzinare l'acqua nel proprio interno, dando luogo ad una reazione chimica che produce calore e cariche elettrostatiche sulle fibre.
-INFIAMMABILITÀ-INGUALCIBILITÀ: Proprietà naturale dei tessuti di lana di non gualcire dovuta all'elasticità delle fibre. Tale pregio può essere conferito a tessuti di altro genere mediante trattamenti chimici o applicazioni di resine.
-LUNGHEZZA
-MANO: Caratteristica che indica la sensazione tattile che si riceve toccando i tessuti, filati o maglie. Si può quindi parlare di mano morbida, soffice, pastosa, secca, dura, rigida, liscia, dolce, levigata, fine, setosa, gonfia, voluminosa, nervosa, scattante, ruvida, rustica, molle, sostenuta ecc.
-NERVO
-PLASTICITÀ
-RESILIENZA: Facoltà di riprendere la forma originaria dopo compressione o schiacciamento.
-RESISTENZA
-RESISTENZA AGLI AGENTI CHIMICI
-RESISTENZA AGLI INSETTI ED AGENTI BIOLOGICI
-RESISTENZA ALLO SFREGAMENTO E ALL'USURA
-SEZIONE
-TENDENZA AL PILLING
CARBASINO: Tipo di lino finissimo di cui un tempo era costituito il carbaso, veste o manto sottilissimi.
CARBATINA: Sandalo in pelle di bue, senza tomaia e fissato al piede da un sistema di lacci, usato dagli antichi Greci.
CARBONIZZAZIONE: Trattamento chimico con sostanze acide, cui viene sottoposta la lana per farle perdere tutte le impurità vegetali che l'accompagnano.
CARDA o CARDATRICE: Macchina per la cardatura formata da un insieme di cilindri rotanti coperti di punte metalliche più o meno grosse, dette scardassi o guarnizioni.
CARDATO: Da cardo, strumento
costituito da due assi fornite di denti metallici ricurvi. Si dice di qualsiasi
tessuto ottenuto da fibre sottoposte a cardatura e non pettinate. La stoffa in
lana cardata ha un aspetto più voluminoso, ruvido e peloso rispetto a quella
pettinata.
CARDATURA: 1- E' una delle operazioni fondamentali
della filatura, con la quale si aprono e si sgrovigliano i fiocchi della lana
eliminando contemporaneamente le impurità vegetali. La lana passa attraverso
cilindri ricoperti di aghi dove viene separata, e le sue fibre vengono
orientate tutte nello stesso senso.
2- Operazione a cui vengono sottoposte le pellicce a pelo lungo che spesso, dopo i trattamenti di concia, possono avere il pelo aggrovigliato, tanto da rendere indispensabile questo tipo di intervento.
CARDIGAN: Giacca di lana in maglia, di origine militare,
indossata dagli ufficiali dell’esercito britannico durante la guerra di Crimea.
Il suo nome deriva da James Thomas Bruddel, settimo conte di cardigan, che
guidò la carica della cavalleria inglese. Diventato poi un classico tra i capo
in maglia, sia da uomo sia da donna, si presenta allacciato sul davanti, senza
colletto e generalmente con scollo a “V”. Spesso, nell’abbigliamento sportivo
viene usato in sostituzione della giacca.
CARICA: Trattamento chimico a base di sali minerali al quale si sottopone la seta per renderla più pesante.
CARICO DI ROTTURA: Peso in Kg di una forza occorrente per rompere filati o strisce di tessuto di determinate misure. Intervento che stabilisce l'applicabilità o meno di un tessuto in una determinata categoria di confezioni.
CARILA: Fibra sintetica di acetato polivinile, prodotta in Giappone.
CARMAGNOLA: Ampia giubba a corte falde e senza maniche, indossata dai popolani durante la rivoluzione francese.
CAROLINA: Tessuto proveniente dalla Carolina degli Stati Uniti, di cotone lucido e morbido, a piccoli quadri o a righe,
usato in camiceria.
CARRÉ o SPRONE: Voce francese dal latino quadratum, indica un ritaglio di tessuto fatto per rinforzare e modellare,
o decorare, la parte alta della schiena e del torace di alcuni capi.
CARRELLO: Attrezzi usati nell'industria della confezione per varie funzioni:
-CARRELLO PER RACCOLTA RITAGLI: Adibito alla raccolta dei ritagli dei tessuti.
-CARRELLO PORTA ROCCHE: Adibito a portare le rocche di filati.
-CARRELLO STENDITORE: Adibito a stendere i tessuti.
-CARRELLO TRASPORTO MATERIALE TAGLIATO: Adibito a trasportare i tessuti tagliati.
-CARRELLO TRASPORTO PEZZE: Adibito a trasportare le pezze di tessuto.
-CARRELLO TRASPORTO SEMILAVORATI: Adibito a trasportare i tessuti semilavorati.
CARRICK: Tipo di soprabito maschile a redingote indossato nei primi anni dell''800 che originariamente era usato come mantello da cocchiere, il cui nome deriva da una leggera carrozza inglese. Dal taglio comodo e confortevole, era provvisto di pellegrine scalate nella loro lunghezza, sovrapposte l'una all'altra; era molto lungo e, il più delle volte, di colore chiaro.
CARRIER: Componenti ausiliari indispensabili per la tintura delle fibre in poliestere che agiscono gonfiando il materiale fibroso, rendendone quindi permeabile la struttura.
CARTA TESSILE (PI): Fibra ottenuta dalla cellulosa il cui filo trattato chimicamente ha una mano inamidata e cartacea.
CARTAMODELLO: Prototipo in carta di modelli stilistici, supporti tecnici indispensabili per la realizzazione di abiti sartoriali e prototipi industriali. Vennero introdotti per la prima volta dalle sorelle Fontana nel 1955. Esistono diversi tipi di carta da impiegare in tale ambito:
CARTAMODELLO: Prototipo in carta di modelli stilistici, supporti tecnici indispensabili per la realizzazione di abiti sartoriali e prototipi industriali. Vennero introdotti per la prima volta dalle sorelle Fontana nel 1955. Esistono diversi tipi di carta da impiegare in tale ambito:
-CARTA ADESIVA EPR MODELLI: Carta usata in confezione con un lato leggermente adesivato, che viene applicata sul tessuto per poter eseguire il taglio dei modelli riprodotti.
-CARTA PER GRAFICI: Carta usata per riportare i grafici dei modelli nelle varie parti e nelle varie taglie.
-CARTA VELINA: Carta molto leggera e semi trasparente, usata nel campo della moda per eseguire i modelli.
-CARTONCINO PER MODELLI: Carta spessa e pesante su cui viene riportato il disegno preparatorio dei modelli, nelle stesse dimensioni di quelle definitivi, in modo da poter essere poi riportato sul tessuto da confezionare.
CARTELLA COLORI: Insieme dei colori usati in ogni collezione di moda e che vengono proposti come varianti colore per i capi in collezione.
CARTELLA CON SOFFIETTO: Tipo di borsa rigida realizzata in pelle o altro materiale, che viene impiegata per contenere o trasportare documenti o computer portatili. Può essere realizzata anche con un doppio soffietto, e può essere portata o tramite tracolla o manico o entrambi.
CARTOCCIO: Stile di moda creato in Germania verso il 1500. Consisteva in complicati tagli in due tessuti sovrapposti, ottenuti dai sarti con l'uso del ferro caldo.
CASACCA: Dal russo kasakin,
tipico indumento della Russia Bianca, originariamente usato come capo militare indossato sotto l'armatura nel XVII sec. . Giacca lunga, ampia e con volume dritto e
squadrato, lunga fino al ginocchio, con vita bassa e falde svolazzanti. Si presenta stretta in vita da una cintura o lasciata morbida e
fluttuante, e con maniche più corte del solito con risvolto che arriva a metà braccio.
CASACCHINO: Corta giacca di moda alla fine del 1500 e fino al 1700. Era spesso creata in tessuto di seta o di velluto, delineante il busto, e non arrivava mai oltre il fianco, che veniva indossata abbinata ad un sottanino. Simile era il Cotus, spesso creato in velluto con fodera in ermellino e alamari dorati.
CASALINA: Tela grossolana di cotone, per grembiuli ed abiti modesti, solitamente a righe bianche su fondo nero e bleu. Anticamente tale termine toscano, indicava una buona stoffa per abiti, fabbricato nelle campagne con buona lana locale; successivamente indicò tessuti misti di lana rigenerata e cotone.
CASCAME: Residuo, scarto nella lavorazione tessile,
impiegato per ottenere effetti particolari in filati e tessuti.
CASCAME DI COTONE: Tessuto a trama rada, solitamente color panna o écru, caratterizzato da residui più grossi intessuti nell'intreccio che si usa per accappatoi e copriletti.
CASCO: Copricapo difensivo o protettivo in materiale rigido e resistente, usato dai militari, motociclisti, automobilisti ecc. Preso gli antichi Egizi era un copricapo spesso rosso a punta posteriore, o bianco a cupolino.
CASENTINO: Detto anche Ratinato o Ratinee (in francese), è un tessuto di lana cardato, piuttosto pesante, molto follato e sottoposto a ratinautra, per cui il pelo si accumula in grumi o scalanature diagonali. Viene molto usato per confezionare cappotti e mantelli sia da uomo che da donna.
CASENTINO: Detto anche Ratinato o Ratinee (in francese), è un tessuto di lana cardato, piuttosto pesante, molto follato e sottoposto a ratinautra, per cui il pelo si accumula in grumi o scalanature diagonali. Viene molto usato per confezionare cappotti e mantelli sia da uomo che da donna.
CASQUETTE: Termine francese per indicare un berretto con visiera.
CASSIS MADAGASCARINESIS: Conchiglia dalla superficie chiara che spazia dal bianco panna al crema e strato interno marrone, con cui si realizzano cammei.
CASTORO (WB): 1- Pelliccia ricavata dall’omonimo animale, molto
pregiata, con pelo bruno, folto e morbidissimo.
2- Tessuto in lana cardata usato per giacche e cappotti, morbido e leggermente
vellutato.
CASTULA: Tipica gonna greca del periodo dorico, utilizzata anche dagli Etruschi, piuttosto aderente e lunga fino ai piedi che veniva portata dalle donne nobili.
CASUAL: Dall’inglese caluale, è un movimento della moda nato in Inghilterra tra gli anni '70 e gli anni '80 che rivoluzionò la moda introducendo l'abbigliamento sportivo e non formale nella vita quotidiana, ed in grado di enfatizzare il comfort e l'espressività personale rispetto alla presentabilità e all'uniformità. Tale stile include una gran varietà di capi d'abbigliamento, come jeans, t-shirt, maglioni, felpe e sneakers.
CASULA: Modello del costume Romano di uso comune e probabilmente di origine contadinesca, molto simile alla penula, lungo fino ai piedi e talvolta munito di cappuccio.
CASULA: Modello del costume Romano di uso comune e probabilmente di origine contadinesca, molto simile alla penula, lungo fino ai piedi e talvolta munito di cappuccio.
CATALOGO: Supporto alle vendite per la presentazione delle collezioni che può anche essere spedito assieme agli inviti alle sfilate e distribuito presso i punti vendita. E' molto usato dalla stampa fashion per faro conoscere le collezioni ed offrire materiale utile per i servizi giornalistici.
CATEGORIA 100: Raggruppa i punti a catenella semplice, usati per cuciture di imbastitura, per cuciture invisibili a punto cieco, e per cuciture ornamentali. Nel sistema americano i vari tipi di punti vengono raggruppati in categorie contraddistinte dai numeri 100-200-300-400 ecc...
CATENELLA: Intreccio primario ed elementare che non forma tessuto, ma serve come fondo a fili d'effetto, ed in particolare per i tessuti trasparenti, come tulle, pizzo ecc. Può essere semplice, con filo su un solo ago, o raddoppiata quando il filo viene alimentato su due aghi.
CATENELLA DOPPIA: Tipo di macchinario specializzato nella confezione in serie di tessuti elasticizzati, con una tenuta di cucitura garantita dalla presenza di due fili.
CAUCCIÙ: Gomma naturale contenuta allo stato colloidale nel lattice di piante equatoriali, usato per le sue proprietà elastiche ed assai utile per impermeabilizzare alcuni tessuti. Venne introdotta in Europa nel 1740, dal francese Le Condomine, ed ora è fabbricata sinteticamente.
CAVALLERIZZO: Tipo di stivale particolare, sagomato e realizzato in materiale lucido, arricchito da un fascine alto 7 cm in contrasto di colore con la base della calzatura.
CAVALRY TWILL: Tessuto ad armatura diagonale, solido,
robusto e leggermente elastico, a costine marcate.
CAWLES: Ornamenti per le chiome, fatti a rete e rifiniti con fili d'oro o argento, in voga nel XVI sec.
CELLULOSA: Materia che forma le pareti delle cellule vegetali e che costituisce la parte solida delle piante. Estratta con opportuni accorgimenti, viene trasformata in filati e in tessuti.
CELTA: Fibra artificiale al cuprammonio simile al Bemberg.
CELLOFIL: Filato di cellulosa o Snia Viscosa.
CELLULARE: Tessuto fatto a piccole cellule quasi a rete o a trama larga, utilizzato specialmente per biancheria estiva.
CENTRI SPECIALIZZATI: In ambito moda indicano quegli spazi commerciali concentrati su alcune categorie merceologiche di cui garantiscono l'assortimento ampio e profondo.
CENTRI DI DIREZIONE: Ufficio che gestisce il coordinamento delle diverse attività di una casa di moda, dalla scelta del tessuto all'applicazione di cerniere e bottoni, dalle prove dell'abito all'organizzazione della sfilata, dalle questioni amministrative alla disposizione delle consegne.
CENTROS: Gonne totalmente ricamate, tipiche della zona di Huancayo, Junín (Perù), che vengono indossate come sottogonne, a gonne monocromatiche, che vengono donate come offerta durante le fiere della domenica.
CERATO o CIRÈ: Filato o tessuto, in nylon, poliestere o seta, apprettato con sostanze cerose in modo da avere un
aspetto molto lucido ed impermeabile.
CERCHI: Circonferenze in giunco o metallo usati per allargare le gonne a crinolina per dar loro più volume, di moda soprattutto nel 1700. In Sicilia erano chiamati Tuntu.
CERISE: Dal francese ciliegia,
indica il color cremisi dell’omonimo frutto.
CERNIERA: 1- Chiusura per abiti, calzature e borse costituita
da un nastro di tessuto su cui vengono agganciati dentini di diversi materiali
(metallo, nylon, plastica) e dimensioni, con un cursore che provvede
all’apertura e alla chiusura, facendo innestare i dentini uno sull’altro; la
corsa è limitata da un fermo inferiore e due fermi superiori. Esistono tre
tipologie fondamentali di cerniere lampo: quelle ferme, quella apribili e
quelle a doppio cursore. Fu inventata da Whitecomb Judson nel 1893, ma fu
perfezionata solo nel 1912 in modo da diventare funzionale ed essere usata,
prima per portafogli e borse da tabacco poi, alla fine della prima guerra
mondiale, nell’abbigliamento. Viene anche chiamata Zip o Lampo.
2- Accessorio funzionale ed estetico usato per chiudere a scatto ed in sicurezza le borse ed i borselli, possono essere a vista o rivestite completamente.
CESTELLO: Elemento della macchina da cucire, contenuto nel corpo del crochet in cui si muove liberamente grazie alla sua sede ed ha un perno centrale che porta la spolina.
CHADOR: Indumento tradizionale iraniano indossato dalle donne quando devono apparire in pubblico. Si tratta di una veste semicircolare nera che copre il capo e le spalle, ma che lascia scoperto il viso e che viene tenuto chiuso sotto il mento ad incorniciare il volto.
CHAGRIN: Specie di cuoio granulato detto anche Zigrino.
CHALLIS: Morbido tessuto in tinta unita o stampata, in lana o misto-lana/sintetico per abiti. Viene fatto anche in cotone per realizzare abiti e camicette.
CHAMALES: Camicie da uomo tipiche della zona cilena dei Mapuche.
CHAMOIS: Termine francese usato per indicare un particolare colore marrone sfumato, come il pelo del camoscio.
CHANEL: Termine francese usato per indicare un tipo di tailleur realizzato in tessuto di lana cardata ad evidenti disegni, e bordato in tinta unita, con fodera imprimè di seta. Il nome deriva dalla famosa sarta parigina che l'ha creato, Coco Chanel.
CHANGSHAN: Letteralmente camicia lunga, è il tradizionale abito cinese maschile, equivalente al femminile Qípáo, conosciuto anche come Changpao o Dagua. Venne introdotto durante la dinastia Quing (1644-1911) e consisteva in una lunga ed ampia veste con colletto alla coreana. Oggi, talvolta, viene ancora usato nelle occasioni formali, come matrimoni o ricorrenze religiose.
CHANTILLY: Nome di una città francese che indica: 1-Tipo di pizzo molto leggero e sottile.
2- Tipo di stivali di cuoio alti fino al ginocchio.
CHAPERON: Termine francese che indica una mantellina con cappuccio, di moda nel XIV secolo, o un cappuccio gotico con punta assai prolungata.
CHAPPE: Cascami di seta ricavati da bozzoli avariati o dagli scarti della seta. Tessuto o filato realizzato con tali cascami.
CHARLOTTE: Cuffia femminile di batista col capino increspato e l'ala formata da un volano di ricamo e ornata di nastri.
CHARM: Termine che indica un pendaglio decorativo applicato in genere sulle borse e che è composto da ciondoli e perline o boules di vari materiali.
CHARMEUSE: Tessuto di seta morbidissimo, lucente e molto cadente.
CHATELAINE: Termine francese che indica una piccola catena ornamentale che veniva appuntata sui vestiti, oppure fissata in vita, che andava di moda soprattutto nel 1800. Nell'abbigliamento maschile serviva per sostenere l'orologio, l'occhialetto e le chiavi; nell'abbigliamento femminile serviva per portare scatoline di cipria, specchietti, lapis, ventaglietti o la chiave del clavicembalo.
CHAUSSES: Tipiche calze francesi di moda tra il 1200 e il 1400, in tessuto o in pelle. La parte superiore era staccata e foderata in panno, mentre le calze vere e proprie venivano allacciate al farsetto in modo da essere molto aderenti; erano per lo più "solate", ovvero provviste di una suola in cuoio, evitando quindi l'uso della scarpa.
CHECRYFALOS: Reticella copricapo usata dalle donne dell'antica Grecia per raccogliere i capelli.
CHEMISE À LA REINE: Indossata intorno al 1780 da Maria Antonietta, segna un mutamento radicale nell'estetica vestimentaria. Di gusto esotico, realizzata in leggera mussolina bianca e pizzo, rappresenta l'affermarsi di quei valori di igene e comodità sostenuti dalle teorie illuministe, richiamandosi anche al criterio di bellezza neoclassico.
CHEMISIER: Abito femminile a foggia di camicia: maniche lunghe con polsini, collo con allacciatura sul davanti che può arrivare sino in fondo a fermarsi sul corpino; di linea morbida, lo si porta con o senza cintura.
CHENILLÈ: Tessuto di seta vellutato o cordoncino di ornamento.
CHEONGSAM: Tradizionale abito femminile cinese, conosciuto anche come Qípáo (in cinese). E' un tipo di veste, nato sotto la dinastia Quing (1644-1911), larga e dritta atta a coprire tutte le forme del fisico femminile. Nel corso dei secoli venne adottato come abito tradizionale cinese e modificato nello stile per essere più appetibile ai gusti del popolo. I modelli diffusi attualmente vennero creati negli anni '20 del 1900 a Shanghai, e sono caratterizzati da un unico pezzo dalla linea molto aderente, al contrario di come era all'inizio, a maniche lunghe o corte, colletto alla coreana, con allacciatura tramite alamari o bottoni che scendono in diagonale dalla base del collo fino all'ascella, e una gonna molto stretta, di lunghezza variabile, dotata di profondi spacchi laterali. I modelli tradizionali sono solitamente realizzati in seta di un unico colore o a fantasie e talvolta bordati di un colore differente da quello del resto dell'abito.
CHESTERFIELD: Nome derivante dal quarto Conte di Chesterfield, Philip Dormer Stanhop, viceré dell'India a metà Ottocento. E' un soprabito in lana per la città ad un petto di colore grigio o cammello, dalla vita modellata, colletto in velluto e con l'apertura anteriore coperta da una tappa.
CHEVIOT: 1- Nome di una razza di pecore dei bassi monti Cheviot (tra Scozia e Inghilterra). Tessuti pesanti, caldi, compatti e poco soffici, ottenuti da filati di lana cardata o semipettinata, caratteristici per il disegno spigato alternato a filetti colorati e a righine.
2- Tipo di cotone per camicette pesanti.
CHEVRON: 1- Tardato simile al Tweed, di lana calda e pelosa con disegno a spina di pesce molto ampio e marcato.
2- Galloni o gradi dei sottufficiali, da cui il significato di spigato.
CHIFFON: Tessuto sottilissimo in seta, fibre sintetiche o anche cotone, con una struttura a tela, trasparente e solitamente a tinte delicate. Usato normalmente per abiti da sera a strati sovrapposti, per sciarpe e camicie.
CHIKAN: Tipo di ricamo indiano, della zona di Luckow, in India, caratterizzato da una lavorazione in filo bianco su cotone leggerissimo o georgette dai colori pastello, per sari e biancheria per la casa.
CHINE: Dal verbo francese chiner, che significa "dare colori differenti si fili di un tessuto". Tessuto di seta screziato, striato o sfumato che viene stampato con procedimenti particolari, imprimendo il decoro sui fili d'ordito prima che venga tessuto. Usato per cravatte da uomo.
CHIODO: Giubbotto in pelle nera indossato da motociclisti e rockers, reso famoso da Marlon Brando nel film del 1953 "Il selvaggio". Successivamente è stato decorato da borchie e catene.
CHIRIMEN: Tecnica di intreccio giapponese che consiste nel torcere i fili durante la tessitura e che da vita ad un tipo di tessuto opaco, robusto e dalla superficie leggermente ruvida e crespa come i tessuti crèpe.
CHIRIPÀ: Poncho che alcune popolazioni originarie sudamericane, come Mapuche, Patagoni, e gaucho Argentini, erano soliti indossare come pannolino, appuntato con spille e fermato con la cintura sopra i pantaloni, per proteggersi dal freddo e anche per proteggere i genitali da possibili attacchi di animali feroci.
CHITAI: Tessuto leggero e liscio di cotone su armatura a tela
CHITINA: Sostanza simile alla seta naturale ricavata dalla parte cornea degli insetti e dei crostacei, con la quale si possono produrre fibre artificiali simili alla seta.
CHITONE: Tipo di tunica di lana o lino costituita da un telo di forma oblunga che si avvolgeva intorno al corpo in modo da lasciare un'apertura per il braccio, mentre i due capi venivano fissati sulle spalle con un fermaglio o un bottone, stretta alla vita da una cintola. Rappresentava l'indumento più importante nell'antica Grecia, corto o lungo per gli uomini, mentre le donne lo indossavano sempre lungo e lo accorciavano solo per eventi sportivi. Col trascorrere del tempo, il Chitone subì molte trasformazioni: il chitone arcaico cadeva sciolto sulle spalle con morbide pieghe ed era bianco con piccoli motivi color porpora. Nel chitone dorico, l'effetto era ottenuto dal tradizionale risvolto del tessuto, che ricadeva sulle spalle, su cui veniva puntato in doppio; la cadenza delle pieghe era verticale e maestosa, i due lati più lunghi del telo rettangolare, che si avvicinavano al fianco destro, rimanevano aperti per rendere l'indumento più pratico. Il chitone ionico aveva una linea più sciolta, dovuta alla finezza del tessuto che veniva drappeggiato con grande libertà e fantasia, con più elaborazione di quello dorico.
CHIKANKARI: Tecnica indiana di decorazione delle stoffe molto particolare il cui centro più importante è Lucknow. Secondo questa tecnica, il motivo viene stampato con colori non permanenti sul tessuto utilizzando dei blocchi di legno, sopra al motivo così stampato si procede a ricamare; il ricamo viene fatto con diverse tipologie di punto e solitamente questo lavoro viene svolto da più persone in quanto ognuna è esperta in un punto soltanto. Il tessuto poi viene lavato per eliminare le tracce del disegno.
CHOLI: Corpetto molto aderente che viene indossato sotto il sari, è delle sue medesime nuance e finemente ricamato ed ha la funzione di reggiseno.
CHOLO: Stile tipico delle bande di origine messicana dei ghetti urbani del sud-ovest degli Stati Uniti, degli anni '90. E' uno stile prevalentemente maschile e che si presenta come una sorta di incrocio fra l'abbigliamento da skater delle origini e quello hip hop, ma più massiccio e rigoroso, composto da scarponi da lavoro o scarpe da ginnastica, bandana in fronte o berretto di lana, portafogli con catena, pantaloni da lavoro di diverse taglie in più, sorretti da cintura, canotta bianca sovrastata da una camicia da lavoro o di flanella a quadri, calzini bianchi al ginocchio, testa rasata, tatuaggi neri e l'immancabile bicicletta personalizzata con sella bassa e manubrio molto alto.
CHOUX: Termine francese usato in sartoria per indicare un tipo di nodo.
CHOUX: Termine francese usato in sartoria per indicare un tipo di nodo.
CHULAPO: Abito tradizionale Madrileno usato per la festa di San Isidro, composto da pantaloni neri, camicia bianca, gilet, cappello (in alcuni casi snche la giacca) in pied de poule bianco e nero e garofano rosso all'occhiello. Per le donne, è detto Chulapas e si compone con un lungo abito bianco a pois rossi, scialle nero e fazzoletto bianco in testa con garofano rosso. Con tale termine è anche semplicemente indicato il berretto morbido con visiera che compone l'abito maschile.
CHULLO: Cappello originario del Perù e della Bolivia, realizzato in lana di vigogna, alpaca, lama o pecora, che copre la testa fino alla fronte ed è provvisto di due estensioni laterali che servono a proteggere le orecchie e possono essere anche annodati sotto il mento.
CHULLO: Cappello originario del Perù e della Bolivia, realizzato in lana di vigogna, alpaca, lama o pecora, che copre la testa fino alla fronte ed è provvisto di due estensioni laterali che servono a proteggere le orecchie e possono essere anche annodati sotto il mento.
CICLADE: Ricco mantello (cyclas) orlato di porpora e d'oro, usato dalle donne romane nel IV secolo nelle occasioni di gala. Nel XIII secolo era una tunica che veniva indossata sopra la cotta.
CICLO PRODUTTIVO: Insieme delle operazioni attraverso le quali viene prodotto un capo, dal taglio alla confezione, dalla stiratura al controllo finale e l'impacchettatura.
CILICIO: Veste intessuta di peli di capra, ruvida e scomoda, in uso ai soldati dell'esercito romano. Il termine proviene dal greco kilíkion, ovvero della regione della Cilicia (sud della Turchia). In seguito divenne d'uso presso gli anacoreti cristiani che lo indosavano a contatto con la pelle nuda per fare penitenza, data la sua ruvidezza, mortificando la carne.
CILINDRO: Cappello alto, a forma cilindrica, di origine francese. Si diffuse in tutto il mondo, con la Rivoluzione Francese, come accessorio del Frack, che allora era considerato un abito per tutte le occasioni. Il cilindro fu un elemento fisso nell'abbigliamento maschile da giorno fino alla seconda metà dell'800, quando venne soppiantato dalla Bombetta. Oggi viene usato soltanto nelle cerimonie solenni. Venne portato anche dalle donne con il costume da amazzone nella seconda metà dell'800. Viene chiamato anche Tuba.
CIMATURA: Operazione nella lavorazione dei tessuti, mediante la quale viene tagliata la peluria superficiale degli stessi. Nella lavorazione delle pellicce, è l'operazione che serve ad ottenere la superficie pelosa perfettamente pareggiata, o per ottenere pellicce rasate, cioè a pelo corto. La cimatura si effettua con una macchina a lame rotanti che provvedono a rasare il pelo tutto allo stesso modo.
CIMOSA: Estremità non tagliate della pezza del tessuto che hanno la funzione di evitare la sfilacciatura dello stesso lungo la sua altezza (misurata da cimosa a cimosa).
CINCILLÀ: Roditore detto anche topo delle Ande, dalla pregiata pelliccia di colore grigio argento molto folta.
CINGHIA: Striscia di cuoio, o altro materiale, usata per stringere in vita un indumento, per mezzo di una fibbia metallica. Nel Medioevo rappresenta l'appartenenza sociale e, in alcuni casi, veniva vietata. Verso la fine del '700 viene rivalutata ed assume funzioni decorative, realizzata in nastro o cordoncino. Divenne poi molto di moda nei primi anni del '900 e negli anni '40. Viene chiamata comunemente Cinta o Cintura.
CINGULUM: Cintura usata dalle antiche donne romane, portata sotto il seno per trattenere la stola. Veniva portata solo dalle donne maritate e tolta solo durante la gravidanza per ragioni di salute; da qui deriva il termine "incinta" (incincta=senza cintura).
CINIGLIA: Dal francese chenille, bruco caratterizzato da innumerevoli zampette lunghe e morbide; è un filato composto da un filo ritorto che trattiene tra i suoi capi ciuffetti di pelo ritto e voluminoso. Viene usato in maglieria oppure per realizzare il tessuto omonimo. L'effetto finale è simile a quello del velluto, ma risulta essere più alto, morbido e spugnoso. Fu inventato in Francia nel '600.
CINTO: Cintura di lana portata dalle donne dell'antica Grecia.
CINTURA: Striscia in cuoio, in tessuto o materiale vario e flessibile, usata per sorreggere gli abiti in vita o ai fianchi. Probabilmente è il più antico ornamento realizzato, se ne ha notizia sin dall'età del bronzo, nel Medioevo rappresentava l'appartenenza sociale, nel '700 assunse funzioni decorative ed era realizzata in nastro o cordoncino e nei primi anni del '900 e negli anni '40 divenne elemento di moda indispensabile. Può essere realizzata a taglio dritto, di solito da uomo che segue il girovita, oppure sagomata, che si appoggia ai fianchi, usata dalle donne.
CINTURONE: Grossa cintura in cuoio o tela, con o senza spallacci, per appendervi la fondina con la pistola, la spada o la feretra per le frecce.
CINTZ o CINZ: Tessuto di cotone molto fine, ad armatura a tela, stampato sul dritto, che appare molto lucido rispetto al rovescio, grazie ad uno speciale finissaggio; può essere stampato con disegni a vari colori o in tinta unita. E' usato in arredamento o in abbigliamento, specialmente in camiceria.
CIOCIA: Calzatura tradizionale della zona centro-sud d'Italia che veniva usata da contadini e pastori sia uomini che donne. Sono composte da un'ampia suola in cuoio trattato, che avvolge tutto il piede e che viene allacciata tramite lunghe stringhe dette corregge, anch'esse in cuoio, che si attorcigliano alla gamba alla schiava, sopra le 'pezze', fasce di tessuto bianco che avvolgono completamente la gamba fino al piede compreso.
CIPRIANA: Vestito femminile di moda nel 1300, di particolare modello, allacciato davanti con una lunga fila di bottoni d'argento dorato o di perle. Tale veste scandalizzava i moralisti dell'epoca per via dell'ampia scollatura dalla spalla che, talvolta, metteva troppo in evidenza i seni.
CIRCASSA: Tessuto di lana e cotone a spine, un tempo usato per abiti da donna, proveniente dalla Circassia, regione del Caucaso.
CIRCOLARE: Telaio circolare usato in maglieria. Ne esistono due tipi principali:
- FRANCESE: Formato da un disco rigido con aghi a becco che, mentre la frontura ruota, vengono a contatto con delle impagliatrici (o mailleuse); al disotto della frontura viene raccolto il tessuto formatosi senza tendione.
- INGLESE: A differenza del francese, gli aghi a becco sono disposti verticalmente sulla frontura ed il tessuto formatosi viene richiamato dalla parte alta del telaio. Di tali telai ne esistono diversi modelli, anche per usi speciali, come la produzione del rovescio dei tappeti.
CIRCONFERENZA: Misura del perimetro di varie parti del corpo, utile per realizzare i capi su misura (es. circonferenza vita, seno, bacino).
CISALFA: Fibra artificiale mista con raion e caseina per renderla più simile alla lana. Il fiocco di tale fibra è chiamato Cisafiocco.
CISA-RAION: Fibra artificiale a base di cellulosa e caseina.
CISELLA: Filamento discontinuo (fiocco) di raion viscosa lucido e opaco.
CITRON: Termine francese usato per indicare un tipico colore giallo limone.
CIUFFO: Gruppo di nastrini ornamentali rialzati su abiti femminili.
CLAFT: Copricapo Egizio realizzato in tessuto inamidato, avente due lembi che ricadevano sulle spalle; solitamente aveva strisce in metallo prezioso poste orizzontalmente. Poteva essere sormontato da montature aventi significati religiosi o di appartenenza a classi elevate.
CLAMIDE: Corto mantello originario della Tassaglia, indossato sopra la tunica o sopra la corazza dai militari Greci e Romani. Veniva affibbiato sulla spalla destra, mentre il braccio rimaneva libero e la linea era data dalle pieghe che si formavano in modo naturale. Nel V secolo, presso i Romani, era indossata anche dai dignitari che la ornavano anche con piccoli rettangoli di altro tessuto, o con ricami riproducenti le lettere dell'alfabeto greco; un ornamento tipico era costituito dalla Tabula o Tablion.
CLAVE: Nella Roma antica, erano balze di stoffa purpurea che, applicate alla tunica, indicavano l'appartenenza all'ordine equestre. Erano anche orli di lana purpurea intessuti nella toga pretesta come insegna nei fanciulli romani di età inferiore ai 15 anni.
CLERGYMEN: Voce inglese che significa uomo appartenente al clero. Indica un abito da sacerdote composto da giacca e pantaloni.
CLIP: Termine inglese che significa fermaglio, e che viene usato anche come sinonimo di gioiello. Indica, in abbigliamento, un tipo di chiusura a pressione di bottoni per vestiti.
CLOCHE: Termine francese per indicare dei minuscoli cappellini a tesa più o meno ampia che scenda attorno al volto a mo' di campana, che andavano di moda soprattutto agli inizi del 1900, molto aderenti e portati bassi sulla fronte.
CLOGS: Scarpe con suola spessa di legno o di sughero, molto di moda negli anni '60 e '70, che, verso la fine degli anni '90, sono ritornate di moda sotto forma di sandali e pantofole.
CLOQUÈ e MICROCLOQUÈ: Tessuto in seta con piccoli motivi ornamentali a rilievo che gli conferiscono elasticità ed un aspetto corrugato e a piccole gobbe.
CLOROFIBRE (CL): Tipo di fibre tessili composte al 100% da policrovinile che conferisce loro resistenza alla combustione, sensibilità termica e difficoltà nella tintura; hanno molta elasticità ed un buon potere isolante. Per sfregamento danno origine a scariche elettriche che avrebbero effetto benefico sulle affezioni reumatiche. L'infiammabilità rende queste fibre particolarmente adatte per l'abbigliamento infantile e per la maglieria in genere.
CLOSET: Voce inglese che significa guardaroba, è una piccola stanza o armadio, dove riporre gli indumenti.
CLUTCH: Miniborsa, usata molto nelle cerimonie, in cui portare il necessario che solitamente è realizzata in materiale rigido. Può essere portata a mano, ma in alcuni casi prevede una piccola tracolla.
COACH: Tipo di cuoio spesso e liscio, scurito con olii vegetali, tinto e con finitura opaca.
COCCARDA: Rosetta di nastro increspato o pieghettato di uno o più colori, puntata sul cappello dei cocchieri e servitori in livrea, o alla briglia dei cavalli attaccati alla carrozza.
COCCO (CC): Fibra tessile molto robusta proveniente dal frutto della Palma da Cocco.
CODOLO: Parte dell'ago di maggior diametro, solitamente cilindrica, che viene bloccata dal morsetto porta ago, o da una vite della barra dell'ago.
COIBENZA: Capacità di isolamento termico connaturata con la struttura degli intrecci a maglia. Nell'industria della maglieria, essa può venire esaltata con una serie di finiture col pelo, che aumentano la coibenza stessa, necessaria per gli indumenti caldi, come le coperte.
COIFFE: Termine francese che indica una cuffia in voga tra le dame del 1700, che poteva essere portata sola, confezionata in un tessuto fastoso e multicolore o guarnita di gioielli; era in lino bianco se indossata sotto il cappello.
COJOC: Tipico indumento invernale della tradizione rumena, che viene prodotto a partire dal vello delle pecore che resterà all'interno del capo, a contatto con il corpo, mentre l'esterno, in pelle è spesso decorato con ricami tipici.
COLBACCO: Parola derivante dal turco kalpak "berretto di pelo". Il colbacco è un copricapo a forma tronco-conica, in pelo, o pelliccia, di origine militare che si diffuse in Europa ai primi dell'800 dopo la spedizione di Napoleone in Egitto. E' caratteristico dei popoli russi, armeni, turchi e afgani.
COLLANT: Nato negli anni '60, soppiantò nel giro di un decennio, l'uso delle calze normali da parte delle donne. Il collant è realizzato in fibra elasticizzata e segue comodamente la linea del corpo, dalla vita fino ai piedi. Viene prodotta in diverse pesantezze (misurate in denari), colori, con ricami, pizzi o stampe fantasia.
COLLARETTO: Caratteristico collo del costume spagnolo, di ampie dimensioni, ornato da balze arricciate in mussola e pizzo. Chiamato anche "Ruota di mulino", oggi lo si può ritrovare nell'abbigliamento ecclesiastico olandese e norvegese.
COLLETTO: Elemento dell'abito che circonda il collo, realizzato in diverse fogge ed identificato con diversi nomi che identificano il suo tipo di taglio:
-AD ALETTA: Usato generalmente nelle camicie sia da uomo che da donna, si presenta rigido con il risvolto dritto e con le punte piegate verso l'esterno.
-ARROTONDATO: Colletto piatto con le punte rotonde, ripreso dall'abbigliamento infantile, ha avuto molto successo nelle camicie e negli abiti femminili degli anni '20.
-BUTTON DOWN: Collo da camicia sportiva maschile con asole sulle punte, da allacciare a due bottoncini attaccati sul davanti della camicia.
-A CIAMBELLA: Collo ottenuto da un rettangolo di tessuto, di varie altezze, tagliato in sbieco, ripiegato su se stesso ed applicato all'incollatura con apertura preferibilmente nel centro dietro, chiuso con ganci o bottoni.
-ALLA COREANA: Colletto rigido che resta "in piedi", aderente al collo. Fu la prima versione del colletto ed era chiamato Pistagna, da pestaña che in spagnolo vuol dire ciglio.
-A CRAVATTA: Tipo di collo che può formare una sciarpa, una cravatta o un fiocco, a seconda di come viene tagliato.
-A DOLCE VITA: Usato in maglieria, è la continuazione dello scollo fino a formare una parte tubolare che rimane alta e aderente, a ricoprire tutto il collo.
-JABOT: Collo ornato con jabot, ottenuto con la regola geometrica della ruota o 1/2 ruota.
-ALLA MARINARA: Ripreso dalla divisa della marina, è un colletto ampio e squadrato che ricade sulle spalle, mentre sul davanti si chiude con una scollatura a punta.
-ALLA MEDICI: Tipico collo di moda nel 1800, applicato solitamente ai mantelli. Era molto alto, rialzato a circondare il viso e gli ampi risvolti.
-ALLA MOSCHETTIERA: Modello largo di taglio rotondo o quadrato, in pizzo con ricami a traforo, tipico della moda seicentesca.
-ALLA NAPOLEONE: Tipico collo con listino, a cui viene unito un collo quasi piatto, con punte leggermente aperte. Il collo ottenuto è alto circa 10 cm. e viene reso rigido da una teletta interna. Era molto usato dagli hippies.
-ALLA PIERROT: Colletto ampio ed arricciato ripreso dal costume della popolare maschera francese.
-ALLA PELLEGRINA: Colletto ampio che ricade sulle spalle formando una piccola mantellina.
-A POLO:Collo rotondo e morbido usato nella maglieria di foggia sportiva, con allacciatura a due o tre bottoni che si ferma sul petto.
-ALLA ROBESPIERRE: Collo in due pezzi (collo e sottocollo) rifinito sia a dritto sia al rovescio, in modo da regolare a piacere la scollatura.
-A SCIALLE: Collo di abito, giacca, cappotto o maglia che copre a modo di scialle le spalle e si congiunge sul davanti incrociandosi leggermente.
-SMOKING: Collo fatto come quello alla coreana ma più alto, con le punte ripiegate su se stesse, formando due piccoli triangoli. Usato per uomo e donna, viene applicato in abiti eleganti.
-ALLA STUARDA: Collo creato appositamente per celare un difetto della Regina Maria Stuarda, che richiama la forma di un calice di calla.
-DA UFFICIALE: Tipo di collo molto piccolo e aderente ed irrigidito da una tela adesiva per non deformarlo.
COLLEZIONE: Produzione industriale di capi, progettati da un designer secondo una tematica di base predefinita.
COLOBIO: Lunga tunica senza maniche o con maniche molto corte, che gli antichi Romani portavano sciolta lungo il corpo, solitamente adatta per il mattino; veniva usata anche dalle donne che la portavano più ampia, con una cintura bassa. Data la sua semplicità, fu usata anche dagli eremiti cristiani orientali.
COLONNA: Tipo di macchina da cucire ad uno o due aghi, con base a colonna, usata in confezione, soprattutto per la chiusura con doppia ribattitura di articoli tubolari. Viene usata anche in molte operazioni di lavorazione delle calzature.
COLORANTE: Composto o preparato colorato capace di tingere i filati e tessuti direttamente o previo trattamento speciale, penetrando e fissandosi sulla fibra stessa. Ne esistono di diversi tipi:
-AZOICI: Sostanze colorate insolubili all'acqua, di ottima brillantezza, che si formano direttamente su fibra per reazione di unione di due componenti organici.
-BLEU IDRONE: Tipo di coloranti insolubili all'acqua che si applicano alle fibre cellulosiche in bagno alcalino e riducente. Danno tinte di buona solidità alla luce, al lavaggio e una discreta resistenza al cloro.
-DIRETTI: Tipo di coloranti solubili all'acqua che tingono in un bagno neutro o leggermente alcalino, in presenza di elettroliti per favorire l'esaurimento. Danno colori di buona brillantezza.
-METALLO-COMPRESSI: Tipo di coloranti che contengono un atomo di metallo, solitamente cromo, complessato con lacca.
-NATURALI: Coloranti ricavati da prodotti di origine naturale, come foglie, fiori, radici, frutti, cortecce, erbe, e animali, che danno ai tessuti/fibre tonalità sia tenui che brillanti, sulla base della quantità di colorante utilizzato.
-REATTIVI: Tipo di coloranti solubili in acqua e capaci di dare tinture solidi e brillanti.
-AL TINO: Tipo di coloranti insolubili all'acqua che, per riduzione alcalina, si trasformano in derivati capaci, dopo l'applicazione alla fibra, di ritornare, per ossidazione, al colorante insolubile di partenza. Sono impiegate su fibre cellulosiche per dare particolari caratteristiche e solidità.
-ALLO ZOLFO: Tipo di coloranti insolubili all'acqua che si applicano previa riduzione alcalina, assorbimento ed ossidazione, come quelli al tino. Vengono preparati mediante riscaldamento di composti organici, con zolfo e polisolfuri di sodio. Danno toni di colori poco brillanti.
COLPOS: Termine che indica un drappeggio blusante del chitone greco, formato dalla cintura che lo trattiene in vita.
COLTELLO RIFILATORE: Tipo di macchina da cucire dotata di un dispositivo che consente di rifilare il tessuto durante la cucitura ad una distanza prefissata. Si usa specialmente per abbinare due strati di stoffa rispettando l'allineamento dei disegni del tessuto , o nelle operazioni di messa in fodera.
COLTELLO PER MODELLISTI: Coltello apposito usato dai modellisti e pellettai per tagliare il cartone o il cuoio.
COMBINAISON: Termine francese che indica un combinato di biancheria intima, comprendente sottoveste e mutandine, anche in un pezzo unico (pagliaccetto). Sono così chiamate anche le tute a chiusura a lampo usate da aviatori e operai.
COMBINATO: Tipo di intreccio compatto e resistente, placcato o a due maglie sovrapposte e con gli intrecci basilari combinati tra loro, eseguito a due pettini nella peggior parte dei tessuti in catena. Possono essere unidirezionali, contrapposti o di altre specie.
COMPLETO: Capo d'abbigliamento costituito da più componenti realizzati nel medesimo tessuto (pantaloni+giacca, gonna+giacca ...)
COMPOSÉ: In italiano Coordinato, è l'insieme di indumenti e accessori fatti apposta per essere abbinati ed indossati assieme, in quanto uguali nel colore, nel disegno del tessuto, nella fattezza.
COMPRESSIONE: Uno dei diversi tipi di testurizzazione con cui vengono trattate le fibre sintetiche per dar loro le caratteristiche analoghe a quelle delle fibre naturali.
COMULES: Termine francese che indica un tipo di pantofola di grandi proporzioni, in uso dopo il 1510, che veniva portata anche sopra le scarpe per proteggerle dal fango.
CONCERIA: Opificio dove di effettua la concia delle pelli.
CONCIA: Operazione di trattamento delle pelli per trasformarle in cuoio, che riduce una pelle grezza in prodotto finito.
CONCEPT STORE: Spazio commercial, mono o multimarca, in cui i prodotti sono messi in scena in un contesto più o meno spettacolare; è un nuovo modo di vendere e comprare che propone uno stile di vita e mescola oggetti diversi in un'esposizione curata nei minimi dettagli.
CONFEZIONE: Indica sia la produzione di un singolo capo di abbigliamento, sia la produzione industriale dei capi che venne introdotta al termine della prima guerra mondiale, con la possibilità, così di realizzare capi in serie.
CONFORMATO: Tipo di realizzazione modellistica le cui misure non rientrano nella normale proporzione umana. Un altro termine usato è "calibrato".
CONIGLIO o LAPIN: Animale domestico la cui pelliccia è ampiamente sfruttata e che viene anche allevato appositamente per tale scopo. Le principali razze sono:
-CONOGLIO D'ANGORA
-CUNCILLONE
-CONIGLIO CASTORO
CONSUMATORI ORIENTATI AL VALORE: Tipologia di consumatori con un alto senso critico, che valutano le offerte confrontando qualità e prezzo del capo in vendita.
CONSUMERISMO: Insieme di quelle attività sociali poste a tutela e difesa dei diritti del consumatore, ad esempio attraverso il controllo della qualità della merce in rapporto al prezzo praticato.
COOL HUNTERS: Osservatori di tendenze, con il compito specifico di indicare gli orientamenti futuri dello stile. Girano in svariati luoghi alla scoperta di qualsiasi cosa possa fornire spunti e ispirazioni da cogliere e trasmettere ai loro committenti.
COPYWRITER: Ruolo creativo dell'agenzia pubblicitaria il cui compito è quello di redigere i testi scritti per un annuncio, in rapporto alle scelte grafico-stilistiche dell'Art Director.
COPPOLA: Berretto di panno scuro o tweed con visiera, usato soprattutto in Sicilia.
CORALLO: Sostanza calcarea prodotta da microscopici animaletti, i Celenterati Antozoi, che vivono in colonie arborescenti nei fondi costieri di mari temperati e caldi, e formano banchi come la Grande Barriera Corallina in Australia. Il corallo viene lavorato sin da tempi antichissimi per realizzare elementi d'arredo e monili, e lo si può trovare nei colori rosso, rosso scuro, rosa, rosa pallido (detto pelle d'angelo), bianco ed il pregiatissimo nero. Al largo di Taiwan si trova una particolarissima e rara forma di corallo, il Corallo Bamboo, di colore bianco e con un'alternanza di parti calcaree ed anelli fibrosi più scuri che permettono al corallo di piegarsi.
CORALLO: Sostanza calcarea prodotta da microscopici animaletti, i Celenterati Antozoi, che vivono in colonie arborescenti nei fondi costieri di mari temperati e caldi, e formano banchi come la Grande Barriera Corallina in Australia. Il corallo viene lavorato sin da tempi antichissimi per realizzare elementi d'arredo e monili, e lo si può trovare nei colori rosso, rosso scuro, rosa, rosa pallido (detto pelle d'angelo), bianco ed il pregiatissimo nero. Al largo di Taiwan si trova una particolarissima e rara forma di corallo, il Corallo Bamboo, di colore bianco e con un'alternanza di parti calcaree ed anelli fibrosi più scuri che permettono al corallo di piegarsi.
CORDONETTO: 1- Filo in cotone o lino molto robusto impiegato come cucirino per realizzare ricami applicati secondo un disegno ben preciso su capi già finiti. Può essere lavorato a maglia per maglie estive pesanti e traforate. Indica anche un tessuto realizzato con questo filato.
2- Spazio fra una costa e l'altra nei tessuti a coste.
CORDOVAN: Nome derivante dalla città spagnola di Cordova. Indica un tipo speciale di cuoio ottenuto dalla culatta dei cavalli che in origine veniva prodotto a Cordova con lucidatura a cera, di colore rosso scuro, marrone scuro o nero. Risulta essere molto robusto e il suo aspetto migliora con l'usura e l'invecchiamento.
CORDUROY: Termine inglese la cui origine è francese (corde du roi oppure cour du roi). Velluto a coste in cotone, molto caldo ed usato soprattutto per pantaloni e completi sportivi. E' detto anche Chasseur.
CORNER: Piccolo spazio commerciale specializzato in una marca di prodotti situato all'interno di un grande magazzino o department store, concepito come centri multimarca.
CORNO: Materiale ricavato dalle corna dei mammiferi, utilizzato per realizzare bottoni per giacche.
COROZO: È l'avorio vegetale con cui si fabbricano i bottoni per i vestiti eleganti. Si tratta di un durissimo albume contenuto nella palma Dum.
CORPETTO: Panciotto o gilet, parte del vestiario maschile e femminile che si porta tra la giacca e la camicia. Con tale termine si indica, in modellistica, anche la base di partenza per elaborare la parte superiore degli abiti.
CORPORATE COMMUNICATION: Comunicazione che definisce l'immagine aziendale presso l'opinione pubblica; si sviluppa attraverso la comunicazione d'impresa, atta ad evidenziare la dimensione fisica ed oggettiva dell'azienda, e la comunicazione istituzionale che si propone di mostrare e valorizzare la tradizione, il peso economico, il valore sociale e la politica aziendale, esplicitando l'ideologia e gli obiettivi dell'impresa.
CORPORAZIONI: Istituzioni medievali che disciplinano e controllano il lavoro sartoriale, come, ad esempio, le metrature di tessuto acquistate dai sarti.
CORSAGE: Parte superiore di un vestito, lavorato su misura, spesso rinforzato, scollato e senza maniche. Viene anche realizzato come bustino separato dal sotto.
CORSALETTO: Alta cintura a bustino , rigida e fasciante, in pelle, velluto o altro materiale che viene indossato sotto le vesti, tra il seno e la vita.
CORSETTO: Bustino di tessuto resistente, con parti elastiche e stecche. Nasce verso la metà del XVII secolo per valorizzare il seno che veniva ampiamente mostrato dalle profonde scollature dei vestiti dell'epoca. Tra i secoli XVIII e XIX, divenendo molto importante, subisce svariate modifiche strutturali e di modello, Nel periodo romantico era molto aderente al petto e faceva la vita sottile, veniva allacciato posteriormente con pieghe che sottolineavano la scollatura orizzontale dei vestiti dell'epoca, e si riunivano al centro del petto dove si appuntava un gioiello (corsetto alla Sevigné). Perfezionandosi divenne semper più a forma d'imbuto, irrigidito con stecche di balena o metalliche.
CORSETTERIA: Termine generico che indica un determinato tipo di biancheria intima femminile molto aderente; comprende il reggiseno, il corsetto, il busto, la mutandina, e la gonna elasticizzata.
CORTE: Nome dato alla gonna indigena Maya. Oggi la maggior parte delle gonne è tessuta su telaio a pedali ed è costituita da un pezzo di tessuto di varia lunghezza cucito alle estremità, così da formare una specie di tubo; per indossarlo la donna se lo modella intorno alla vita, oppure se lo infila arrotolando con la fascia la parte che cresce.
COSPLAY: Parola macedonia formata dall'unione dei termini inglesi 'costume' e 'paly' e che indica la pratica di indossare un travestimento che rappresenti un personaggio anime o fantasy e di interpretarne abitudini e modi di fare. E' un fenomeno nato in Giappone a cavallo tra gli anni '70 e '80, ma che divenne noto solo a metà anni '90, divulgandosi in tutto il mondo tra gli appassionati di manga, fumetti, cinema e videogiochi che presero a partecipare ai raduni ed eventi cosplay vestiti tali e quali ai loro beniamini, con costumi realizzati autonomamente nei minimi particolari.
COSTE: 1- Tipo di tessuto che presenta linee in rilievo, che corrono verticalmente o orizzontalmente, formate dall'uso di fili d'ordito o trama più grossi.
COSTE: 1- Tipo di tessuto che presenta linee in rilievo, che corrono verticalmente o orizzontalmente, formate dall'uso di fili d'ordito o trama più grossi.
2- Particolare lavorazione dei tessuti a maglia, ottenuta alternando le maglie diritte da quelle rovesce.
COSTELLA: Tessuto di cotone con leggere coste.
COSTUME: 1- Particolare foggia di abbigliamento riferita a gruppi sociali, epoche storiche o località.
2- Indumento che si indossa per specifici scopi o attività, come i costumi di scena per una rappresentazione ecc.
3- Indumento per il bagno per uomo (slip o calzoncini) e per donna (intero, bikini, trikini, tanga) realizzato generalmente in lycra, lastex o tessuti elasticizzati e che hanno rapida capacità di asciugatura. I vari tipi di costume sono:
-BIKINI: Costume da bagno femminile in due pezzi, lanciato dallo stilista Heim. Battezzato da prima "Atome", prese poi il nome di Bikini dall'omonima isola sulla quale gli americani fecero i primi esperimenti nucleari. E' composto da mutanda e reggiseno di differenti modelli e forme.
-BOXER: Modello di costume da bagno maschile costituito da pantaloncini.-BURKINI: Termine che indica una specie di costume da bagno creato per le donne mussulmane che non vogliono mostrare il proprio corpo.
-INTERO: Modello di costume da bagno femminile in un pezzo unico che unisce un corpino allo slip coprendo interamente la pancia e lasciando scoperta la schiena; può essere di differenti modelli.
-MONOKINI: Tipo di costume femminile che originariamente consisteva in una sorta di costume intero tagliato poco sotto il seno, ma che non ebbe gran successo, poiché chi voleva stare a seno nudo sceglieva direttamente il toples, ma che diede lo spunto di vendere i due pezzi costituenti il bikini in maniera separata. Ora con tale termine si intende anche il toples.
-OLIMPIONICO: Modello di costume da bagno femminile intero, progettato e costruito con tagli e motivi che favoriscono i movimenti dei nuotatori. Viene realizzato con tessuti di lycra speciale.
-SLIP DA UOMO: Modello di costume da bagno maschile costituito da una mutanda in lycra.
-SLIP DA UOMO: Modello di costume da bagno maschile costituito da una mutanda in lycra.
-TOPLES: Costume da bagno femminile costituito solo dallo slip, da un'idea dello stilista tedesco Rudy Gernreich nel 1964.
-TRIKINI: Costume da bagno femminile che unisce lo slip al reggiseno tramite un lembo della stessa stoffa, e quindi essere intero, o tramite anelli metallici.
COSTUMISTA: Figura professionale operante nel reparto sartoria delle produzioni cinematografiche o teatrali, che si occupa dei costumi di scena, dallo studio alla ricerca, reperibilità e realizzazione dei capi più idonei alla rappresentazione in questione.
COSTURA: 1- Cucitura che unisce due pezzi di stoffa, di pelle o altro.
2- Cucitura sul dietro delle calze a punti calati.
COTE DE CHEVAL: Termine francese usato per indicare un tessuto a coste in lana o cotone o misti, con trama soffice e finitura garzata.
COTELINE o TRICOTINE: Termine usato per indicare un tessuto imitazione maglia.
COTONATO: 1- Tessuto di cotone stampato a colori vivaci su una sola faccia.
2- Abito imbottito di cotone.
COTONE (CO): Fibra tessile ricavata dai peli che rivestono i semi della pianta omonima; esistono cotoni di diversa qualità, a seconda della provenienza, il più pregiato è il Sea Island, dalla lunga fibra setosa, che viene usato per lavorazioni più raffinate. Particolari sono anche il cotone egiziano, chiamato anche Jumel o Moho, caratterizzato da sfumature di colore che vanno dal giallo al bruno, e quello peruviano che ha un aspetto lanoso e, per questo, viene spesso impiegato in mischia con la lana. Il cotone americano è caratterizzato da una fibra corta e prende sempre il nome dal luogo di provenienza; quello indiano è ancora più corto e di qualità inferiore.
COTONINA: 1- Tela di cotone assai leggera e lievemente pelosa per disegni stampati.
2- Tela grossolana per vele.
COTTA: Anticamente era una tunica o sopravveste, portata da araldi e cavalieri sopra l'armatura. Nel 1400 era una tipica veste estiva femminile, dai colori chiari, elegante in tessuti preziosi, spesso tutta chiusa da scintillanti file di bottoni argentati, le cui maniche potevano essere di colore diverso dal resto della cotta e alleggerite da tagli che lasciavano uscire la camicia a piccoli sbuffi.
COTTA DI MAGLIA: Tipo di veste medievale militare, realizzata da una serie di anelli in ferro agganciati e saldati tra loro; era molto pesante tanto da necessitare di due persone che aiutassero ad indossarla.
COTTARDITA: Cotta particolarmente elegante, di moda nei secoli 1300 e 1400, dalla linea larga, con strascico e cappuccio.. Era confezionata in ricchi tessuti, come il velluto cremisi o il drappo, ed era ornata fastosamente con ricami originali e a volte anche dagli araldi sull'armatura, con applicate le insegne araldiche.
COTTON: Tipo di telaio rettilineo per la maglieria in trama. Prima del 1946 era impiegato sia nella produzione di calze sia in quello della maglieria intima ed esterna.
COTURNI: Calzature di cuoio dalla suola molto alta in sughero, usate dagli attori tragici greci e latini; erano anche antichi calzari femminili di origine orientale e stivali da caccia degli antichi romani.
COULISSE: Piccolo cordoncino che viene fatto passare attraverso una doppiatura della stoffa creando così un'arricciatura che può essere regolata a piacimento.
COULOTTE: Tipo di calzoni al ginocchio tipici del periodo Roccocò che venivano portati anche come uniforme.
COURDUROY: Termine francese che significa velluto del re e che indica un tipo di velluto a coste molto larghe.
COURLENE: Fibra sintetica polietilene prodotta in Inghilterra.
COURREGES: Linea spaziale di abiti che prende il nome da quello del famoso sarto che la ideò nel 1964, ispirandosi alla geometria pura con vivaci contrasti bianco-neri.
COURTELLE: Fibra poliacrilica prodotta in Inghilterra.
COUTIL: Tessuto di cotone, su armatura a saia, assai fitto e generalmente usato per la confezione di busti; il tipo francese è anche usato per la confezione di materassi, camicie e tute da operai.
COUTURIER: Figura professionale pertinente al settore dell'alta moda, in cui si identifica il creatore degli abiti di lusso.
COVER: Tessuto ad intreccio spigato con effetto a costine in rilievo, in lana, misto lana e cotone, che viene usato per confezionare soprabiti e giacche da equitazione.
COVERCOAT: Significa soprabito o spolverino in inglese, ed indica anche il tessuto di peso medio, fatto con filati ritorti a più capi, simile al gabardine, con cui vengono fatti giacche, soprabiti, impermeabili, e anche pantaloni.
COVERTCLOTH: Tessuto in lana pettinata piuttosto pesante, lavorato su armatura a saia, molto usato per soprabiti e giacche sportive
COW BOY: Definisce un modo di vestire basato sugli abiti da lavoro dei mandriani e dei pionieri americani. Molto diffuso, come stile, tra gli anni '60 e '70, ritornò in voga nei primi anni '90.
COXALIA: Detto anche Tibialia, è un tipico copricosce del periodo carolingio (IX sec.), usato per primo dai Franchi che aveva la funzione delle moderne mutande. Erano solitamente in lino, trattenute sulla gamba da fasce colorate o di un unico colore, che si incrociavano anteriormente o posteriormente ed erano strette da lunghi lacci.
CRAN: Termine usato per indicare il particolare angolo di unione tra collo e rever di giacche e cappotti.
CRAVATTA: Striscia di stoffa ben rifinita e di forma romboidale o dritta, portata annodata attorno al collo sotto il colletto della camicia. Viene solitamente realizzata in seta, ma può anche essere in maglieria. Originariamente aveva una forma differente e veniva molto usata dai cavalieri mercenari del reggimento croato alla corte di Luigi XIV, verso la fine del 1600. Il nome cravatta infatti ha origini francesi e proviene dallo storpiamento della parola slava hrvat che significa croato.
CRAVATTINO: Piccola cravatta dai lembi corti, annodati a fiocco che acquista una forma di farfalla. Detta anche farfallino, papillon o bow tie.
CREAS: Tela di lino detta anche cuoio.
CRÊPE: Termine francese che significa crespo, con cui vengono chiamati tessuti, di vario tipo e peso, dall'aspetto granulare ed increspato, realizzato grazie ad una elevata torsione del filato che compone il tessuto piuttosto leggero e drappeggiante. I più noti tessuti Crêpe, realizzati in seta o fibra sintetica, sono:
-CRÊPE DE CHINE: tessuto leggero e morbido con catena di pettinato e trama di pettinato e cardato, con torcitura a S e a Z in un rapporto 2:2.
-CRÊPE GEORGETTE: il più leggero e trasparente dei tessuti crespi.
-CRÊPE SATINE: di peso medio, morbido e dall'aspetto liscio e lucido sul dritto ed opaco sul rovescio.
-CRÊPE MAROQUIN: il crespo più pesante, caratterizzato dalla trama più grossa dell'ordito, per cui presenta delle costine ondulate trasversali.
-CREPELLA: Tessuto di vario peso fabbricato con filati fortemente ritorti, piuttosto leggero e drappeggiante.
-CREPONNE: Tessuto fine e leggero con un motivo in rilievo che ricorda la corteccia di un albero.
CREPIDE: Calzature da passeggio greche e romane, molto semplici costituite da una tomaia bassa, che facevano con una striscia di cuoio la parte inferiore del piede, oppure si intrecciavano con più striscette.
CRESLAN: Fibra sintetica di corpolimero acrilico, prodotta negli Stati Uniti.
CRESPINA: Cuffia o reticella con cui venivano imprigionati i capelli ai lati del capo. Era di moda nel 1400, speso sostenuta da un cerchio metallico ed impreziosita da gioielli e veli che la ricoprivano.
CRETONNE: Dal nome di Creton, cittadina della Normandia famosa per le sue tele, indica una robusta tela di cotone ad armatura a tela o diagonale, di peso medio, generalmente stampata a colori vivaci ed usato per tappezzerie, coperture di mobili o anche abiti estivi.
CRINALE: Pettine o spillone in oro o argento, usato per fermare i capelli.
CRINE (HA): Pelo della criniera e della coda del cavallo, dell'asino o del mulo, usato per realizzare un tessuto rigido utilizzato come supporto interno di indumenti di sartoria.
CRINOL: Raion a filamenti assai grossi da usare come crine.
CRINOLINA: Sottogonna rigida rivestita di crine, sostenuta da vari strati di sottane di flanella, di percalle e di mussolina, indossata sotto l'abito per dargli un aspetto gonfio e sollevato. Inventata nel 1840, venne poi sostituita dalla gabbia in acciaio e poi da una struttura a scatto.
CRINOLINO: Tessuto di lino o cotone imbottito di crine bianco, dall'aspetto soffice ed elastico, che serviva per realizzare la Crinolina.
CROCHET: Organo avente la funzione di far concatenare il filo dell'ago con se stesso, o con altro filo, portato dallo stesso organo o proveniente da una spolina, al fine di formare un punto di cucitura. I crochet si differenziano tra loro a seconda del tipo di punto formato, e per lo stesso tipo di punto esistono anche diversi crochet, come il "Crochet per Panno Dato" ed il "Crochet o Gancio Rotativo".
CROISÈ: Termine francese per indicare tessuti ad armatura di fili incrociati, ottenuta con l'adozione della batavia di quattro e talvolta delle saie di tre, quattro, cinque ad effetto trama. Viene fatta do solito in cotone per foderami, ma anche per abiti con ordito di cotone e trama di lana cardata. Nel campo laniero, indica lane incordiate, tessuti di peso medio e solitamente a spina di pesce.
CROSSBRED: Parola inglese che significa incrocio-di razze-. Tradizionale tessuto di lana ottenuto con filati provenienti da pecore di razza incrociata, dal manto meno fino di quello delle merinos, ma più robusto e nervoso. Viene impiegato per realizzare i cappotti o i tipici abiti sportivi inglesi.
CROSTA: Costituisce uno dei due strati della pelle, il meno pregiato, in cui sono tagliate le pelli più spesse, che viene usato in pelletteria per capi di abbigliamento in pelle.
CRUNA: Piccolo foro posto sulla punta di un ago da cucire, attraverso cui si fa passare il filo. La grandezza della cruna è proporzionale al diametro dello stelo, ed il filato deve passarvi facilmente per consentire una buona formazione del cappio.
CRYLOR: Fibra poliacrilica prodotta in Germania.
CUCIRE: Indica l'operazione con cui si uniscono tessuti e altri materiali attraversandoli con un filo, per mezzo di un ago.
CUCIRINI: Tipi di fili utilizzati per il cucito e, generalmente, realizzati in cotone per le normali cuciture, in seta per cuciture ornamentali o confezioni in pregio, in sintetico per lavorazioni speciali o a basso costo.
CUCITURA: Serie di punti fatti col filo che uniscono due tessuti o due parti di un indumento. Può essere realizzata a mano o tramite la macchina da cucire. Esistono differenti tipi di cuciture:
-INGLESE: Chiamata talvolta anche "in Prigione", è usata per capi realizzati in tessuti leggeri o per fare un lavoro pulito in mancanza della tagliacuci. Il tessuto è cucito dapprima al dritto e poi al rovescio in modo da imprigionare la cucitura precedente.
-PIATTA CON IMPUNTURE LATERALI: Molto usata per indumenti sportivi, è caratterizzata da due impunture ai lati della cucitura semplice, in tinta o in contrasto col colore del tessuto.
-RIBATTUTA PIATTA: Usata soprattutto per pantaloni, vengono cuciti assieme i due tessuti lasciando più margine in uno che verrà ribattuto e cucito coprendo l'altro margine, rendendo la cucitura piatta e resistente.
-RIBATTUTA SOLLEVATA: Ha lo stesso concetto della ribattuta piatta, ma la ribattitura viene eseguita a mano.
-SEMPLICE: Unisce due parti di stoffa precedentemente imbastite o puntate con spilli.
CUCITRICE PER TESSUTI: Apparecchio automatico o manuale a punti metallici sottilissimi, che serve per fissare le etichette, imbastire le fodere, orli e pieghe e in tutte le lavorazioni dove è previsto l'uso di spilli.
CUFFIA: Copricapo leggero in lana, stoffa o tela, aderente al capo che scende fino al collo e talvolta viene fermato sotto il mento. Usato generalmente per lavori che necessitano di coprire il capo (come per operai, infermieri ecc), oppure per neonati per proteggerli dal freddo, o per fare la doccia o il bagno. Un tempo, guarnita di pizzi e nastri, veniva indossata molto dalle donne per dormire oppure, in lino, era portata dalle spose.
CUISSARDES: Stivali lunghi fin sopra il ginocchio con tacchi dia alti sia bassi.
CUL: Tipico cuscinetto posto sotto la gonna per evidenziare il volume del sedere, in uso presso le dame francesi dell'epoca Luigi XVI.
CUL DE CRIN: Cuscinetto di crine usato anch'esso come imbottitura per sottane.
CULOTTES: Voce francese da cul, sedere. Tale termine, anticamente, indicava i calzoni aderenti, da uomo, che arrivavano al ginocchio. Oggi indica un tipo di mutanda aderente e non scartata.
CUMMERBUND: Da kamarband, termine di origine hindi-persiana che significa perizoma. Fascia di tessuto indossata intorno alla vita con lo smoking. In origine faceva parte del tradizionale abbigliamento maschile in India, Persia e Sud America; verso la fine dell'800, gli uomini europei la adottarono, realizzata in raso, come sostituto del gilet negli abiti da sera e nello smoking. In Italia è più conosciuta come Fusciacca da Smoking.
CUOIO: Pelle animale resa inalterabile attraverso vari tipi di concia. Il prodotto ottenuto viene utilizzato per calzature, pelletteria e abbigliamento. Può subire inoltre di due tipi di trattamenti per divenire:
-VERNICIATO: Costituito da pelli conciate al tannino o al cromo, le quali ,dopo esser state sgrassate, vengono verniciate con una vernice lucente e molto elastica che non deve screpolarsi con l'uso poichè si rovina. E' usato per calzature ed accessori eleganti e da sera.
-ZIGRINO: Tipo di cuoio sulla cui superficie sono stati impressi a caldo, con speciali presse, dei disegni o motivi vari. E' molto usato in pelletteria.
CUPROAMMONIACALE: Uno dei processi di produzione per la creazione di fibre artificiali cellulosiche; chiamato anche Bemberg, si basa sulla rigenerazione della cellulosa da una soluzione di solfato di rame ammoniacale.
CUPRO (CU): Fibra artificiale ottenuta dai linters di cotone trattati con il processo cuprammonio, e prodotta sia come fiocco che come filo continuo. E' detta anche Bemberg o Raion Cuprammonio.
CUSCINONE: Suppellettile da stiro a forma ovoidale ed imbottito, che serve per stirare i petti delle giacche, le pinces, la cuffia delle maniche e le spalle.
CUT: Abbreviazione del termine Cutaway, indica una giacca nera, da uomo, portata in occasioni ufficiali, con falde a coda di rondine che partono dal bottone di chiusura sul davanti.
CUTSEW: Indumento di origine giapponese che consiste in una camicia in jersey con lacci incrociati sullo scollo davanti.
CYANA: Fibra sintetica do copolimero acrilico, prodotta negli stati uniti.
CYBERPUNK: Movimento giovanile di stampo controculturale degli anni '90 che investe arte, politiva e letteratura , dedito alla lotta per la riappropriazione dei propri spazi di libertà che sono stati negati all'uomo attraverso le potenzialità della cibernetica. Sono donne e uomini in fuga dalla realtà e protratti verso il futuro tramite realtà virtuale o via internet, in ogni caso telematicamente, e che evitano qualsiasi riferimento storico anche dal punto di vista stilistico; il risultato è un misto di elementi tribali, come trecce o tatuaggi, eccessivi, come zeppe o capi aderentissimi o artigianali, e tecnologici, come occhiali da lavoro o mascherine, tessuti sintetici o industriali e ogni tipo di stoffa lucida.
CYCLAS: Mantello o panneggiamento molto ampio, di tessuto leggerissimo, indossato sia dagli uomini che dalle donne dell'Impero Romano. Era spesso orlato con sontuosi ricami e veniva indossato nelle occasioni di gala.
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