VAIO: 1- Tipo di pelliccia dello scoiattolo siberiano, molto pregiata e di colore bianco tendente al grigio che viene ricavata dalla pancia dell'animale. E' impiegata per foderare o bordare cappotti e giacche di una certa eleganza e pregio; fu una delle prime pellicce, insieme allo zibellino, ad essere usata nell'abbigliamento dei re, degli imperatori e dei nobili ricchi.
2- Termine che indica un tipo di colore tendente al nero.
VALENKI: Termine russo che letteralmente significa fatti di feltro, difatti i Valenki sono calzature invernali tipiche russe realizzate in feltro di lana. Non essendo in grado di resistere all'acqua, venivano spesso indossati con le galoche, per tenere così l'acqua fuori e proteggere la suola. Oggi sono pressochè cadute in disuso.
VANISÉ: Tecnica di lavorazione a maglia, mediante la quale sono immagliati due fili, in modo che uno copra uniformemente l'altro e quindi un lato del tessuto presenterà il primo filo, mentre l'altro lato presenterà il secondo. Si possono così ottenere tessuti con le facce di colori o fibre differenti.
VAPORISSAGGIO: Operazione di finissaggio a cui viene sottoposto un tessuto, eseguita con il vapore ad una temperatura elevata, che rende il tessuto più solido, più morbido e voluminoso.
VAPORIZZAZIONE: Uno dei trattamenti nell'operazione di filatura, effettuato per stabilizzare dimensionalmente le torsioni di un filato e impedire che questo possa svolgersi su se stesso in fase di utilizzo.
VAPOROSO: Dicesi di un tessuto leggero e soffice.
VAREUSE: Giacca piuttosto lunga e sciolta, abbottonata sul davanti, di moda nel 1865 come indumento femminile. Tale nome è stato preso dalla giacca maschile di tipo marinaresco a cui somigliava.
VARIATOR: Attrezzatura usata dal modellista per lo sviluppo taglie da un modello.
VARIOPINTO: Dicesi di un tessuto prodotto con diversi colori.
VASQUINA: Busto di origine spagnola, di moda intorno al 1550, inizialmente confezionato in tessuto rigido e successivamente rinforzato con stecche d'acciaio. Opportunamente imbottito, appiattiva il seno facendo scomparire così le curve naturali del corpo, come voleva l'influenza della moda spagnola dell'epoca.
VELA: Tessuto di cotone o tela olona, ada armatura a tela o reps, molto robusto.
VELCRO: Si tratta di due nastri in fibra sintetica che si attaccano al tessuto mediante l’adesivo di cui sono forniti o mediante cucitura. I due nastri aderiscono semplicemente schiacciandoli tra loro e sono impiegati per chiudere i vari lembi di un capo di abbigliamento ove non si voglia utilizzare i bottoni o semplicemente per attaccare alcuni accessori.
VELETTA: Velo leggero o trina trasparente con applicazione di pallini di ciniglia, che le signore eleganti usano appuntare al cappello in modo che ricada parzialmente sul viso. Di moda a partire dal 1885, la veletta dura con tenacia fino alla seconda guerra mondiale e tuttora viene usata soprattutto per cerimonie eleganti e di un certo livello. Nel 1800 veniva posata sull'ala del cappello scendente a coprire completamente il viso fino al collo, venendo poi fissata dietro la nuca con un piccolo nodo o una spilla.
VELION: Nome commerciale di una delle tante fibre tessili sintetiche poliammidiche.
VELLO: Manto di lana che ricopre molti animali.
VELLUTO: Stoffa intessuta con un pelo corto, morbido e denso che dà alla superficie un aspetto liscio, compatto e brillante. E' composto da un tessuto di fondo e da fili supplementari in ordito che vengono poi rifilati. Il velluto può essere realizzato in seta, lana, cotone o fibre sintetiche ed esistono anche dei falsi velluti che, pur simili d'aspetto, hanno subito operazioni di follatura, garzatura, cimatura o spazzolatura, per sollevare i peli superficiali. Identificato anche come Velvet, termine inglese. Del velluto si conoscono molte varianti tecniche:
-VELLUTO A COSTE: Tessuto a pelo raso, spesso in cotone, con coste nel senso della lunghezza. Ne esistono di varie qualità, dal velluto a costine sottili, a quello più pesante a coste molto larghe. Viene impiegato soprattutto per realizzare gonne, pantaloni o giacche.
-VELLUTO ALTO-BASSO: Velluto operato, tagliato a due o più altezze, adottate una per il fondo e l'altra per il disegno;
-VELLUTO CESELLATO: Velluto operato, ottenuto dall'abbinamento del velluto tagliato e velluto riccio. Il velluto tagliato, più alto, definisce il corpo del disegno: il velluto riccio, più basso, ne definisce i profili.
-VELLUTO RICCIO: Velluto unito o operato nel quale la superficie è formata da file parallele di anellini.
-VELLUTO TAGLIATO: Velluto unito o operato nel quale la superficie è formata da ciuffetti di fili paralleli tagliati tutti alla stessa altezza.
VELO: Tessuto leggerissimo, trasparente o semitrasparente, fabbricato con fibre naturali, artificiali o sintetiche che, pur coprendo e nascondendo, lascia intravedere ciò che sta sotto. Il velo è un indumento prevalentemente femminile che viene usato, nella sua versione più trasparente, come ornamento (es. per le spose) o arma di seduzione (es. per le danzatrici del ventre), e in quella più coprente, come accessorio per nascondersi dallo sguardo altrui (es. il velo islamico).
VELOUR: Termine francese che indica un tessuto generalmente in lana cardata, pesante, soffice e morbido, a superficie garzata e cimata, con effetto di velluto a pelo fitto e corto, usato per i cappotti.
VELVETS: Velluto liscio di cotone, usato per abbigliamento femminile e tendaggi.
VENEZIANE: Ampi calzoni lunghi fino al ginocchio, talvolta con una leggera imbottitura, in voga nel 1570 circa, ma con scarso successo.
VENTAGLIO: Arnese usato per farsi vento, formato da stecche di legno, avorio, madreperla, tartaruga, o altri materiali, riunite insieme a un capo da un perno, alle quali è spesso applicato un pezzo di stoffa, pizzo o carta, chiamato ala, di forma semicircolare a più piegature che si chiude o si apre con le stecche sulle quali è incollato, proprio come un'ala. Di origine orientale, i primi erano fatti con fiori di loto o di palma, piume di struzzo o di pavone. Noto sin dai tempi più antichi, già presso gli Egizi, questo accessorio si diffuse poi come elemento di eleganza in tutta Europa, e veniva assicurato al collo e appeso alla cintura con una catenella d'oro. Molto pregiati erano i piccoli ventagli in pizzo di Venezia, di moda nel 1800. Quello usato dalle Geishe e che viene portato all'interno dell'Obi è chiamato Sensu.
VENTRES POSTICHES: Termine francese che indicava dei cuscinetti imbottiti usati dalle dame della fine del 1700, per rendere più ampie le loro vesti, in sostituzione dei cerchi che vennero aboliti.
VERDUGALE: o Vertugado, è il primo esempio di crinolina nata in Spagna verso il 1550 e usata fino al secolo successivo. Consisteva in una sottogonna che veniva inizialmente realizzata in feltro, poi ampliato da cerchi fatti con stecche di balena, vimini e in seguito in acciaio, a formare un cono corrispondente alla forma del busto su cui veniva poi teso il tessuto del vestito che, aperto davanti lasciava intravedere la sottoveste. Viene anche chiamato Guardinfante, dal francese gard enfant, da una duchessa che in attesa di un figlio, nascondeva la gravidanza sotto l'ampiezza del verdugale. In Inglese è chiamato Farthingale.
VERIFICA ERGONOMETRICA: La prova del muoversi dentro l'abito, l'anticipazione dell'effetto che le suggestioni creative avranno una volta indossate e la potenzialità delle rielaborazioni d'uso.
VESHTI: Termine derivante dal sanscrito “coprire - avvolgere”, e che indica una parte dell'abbigliamento dravidico dell'India Meridionale, usato per la parte inferiore del corpo e che si indossa come per fissare un asciugamano in vita.
VESTAGLIA: Veste da camera con maniche lunghe e cintura da annodare in vita. Può essere in stoffa leggera per le stagioni più calde, o pesante per quelle fredde.
VESTAN: Fibra sintetica polivinilica simile al “Movil”. E’ una fibra molto resistente, infiammabile, anallergica e non igroscopica. Si utilizza con altre fibre, come la lana, per la realizzazione di capi di abbigliamento.
VESTIBILITÀ: Caratteristica, di un capo di abbigliamento, di adattarsi alla conformazione fisica di una persona.
VESTITO: o Veste, nome generico per indicare un capo d'abbigliamento; suoi sinonimi sono abito e completo. Nel 1300 il termine usato, da cui deriva quello attuale, era Vestis o Vestitum.
VESTITO ALL'AMERICANA: Linea di vestito apparsa nel 1895 nella moda infantile. Era costituito da una lunga blusa dalla linea sciolta, increspata sullo sprone quadrato che arrivava fino ai piedi. Era solitamente di colore grigio nikel, con davanti un grembiule bianco di percalle e pizzo San Gallo, con maniche lunghe o corte sbuffanti.
VESTITO ALL'INGLESE: Con tale termine veniva identificato, negli ultimi anni del '700, il frac che rispecchiava la moda inglese. Infatti era scuro, liscio, senza ricami né merletti, simile alla giamberga, ma con falde dalla linea più sfuggente. Anche la camicia era molto semplice, completamente chiusa e con cravatta consistente in una lunga striscia di batista arrotolata più volte attorno al collo e annodata poi sul davanti.
VESTITO ALL'ITALIANA: Detto anche "alla lombarda", venne lanciato nel 1848 come vestito nazionale, concepito per riagganciarsi alle antiche tradizioni, e per usare le stoffe di produzione del paese. Quello maschile, era costituito da una tunica abbottonata fino al collo, senza sbuffi e con cintura solitamente nera o azzurra, che veniva indossata su calzoni di moda all'epoca; i cappelli indossati in abbinamento potevano essere all'Ernani, alla Calabrese o alla Puritana. L'abito femminile era costituito da una giacca all'amazzone in velluto, abbinata ad una veste bianca in lana o con armatura a raso. Il costume all'Italiana scomparve rapidamente dall'uso per lasciare spazio all'influenza della moda francese.
VESTITO ANTINEUTRALE: Nome per identificare l'abito futurista rielaborato per glorificare la guerra durante l'intervento italiano nel primo conflitto mondiale. Termine che fu usato anche per ripubblicare il "Manifesto futurista".
VESTITO A SACCO: Vestito stretto alle spalle, non avvitato, che cade dritto (come quelli alla Charleston), a campana o leggermente svasato verso il basso.
VESTITO DELLA RIFORMA: Tipo di vestito in auge intorno al 1910, che si presentava con un ampio taglio, dalla linea dritta e appoggiato quasi sempre solo sulle spalle. Veniva indossato tranquillamente senza corsetto, dato che la sua linea nascondeva completamente le forme.
VETRO TESSILE (GL): Fibra tessile di vetro generalmente a base di borosilicati.
VETRON: Fibra artificiale di vetro.
VICARA: Fibra artificiale proteica che si ottiene dal glutine del mais.
VICUÑA: Nome che il popolo Quechua diede ad un piccolo camelide delle Ande peruviane e boliviane, da cui si ricava una pregiatissima lana con la quale si fa un tessuto molto morbido e soffice, solitamente cerdato e leggermente follato e peloso.
VIDEO DI MODA: Filmati da trasmettere su uno schermo televisivo che, con le vetrine, costituiscono gli strumenti della comunicazione nei punti vendita. Questi video presentano spezzoni di sfilate, backstage, immagini pubblicitarie ecc.
VIGOGNA (WG): Termine derivante dall'animale Vicuña, ma con cui non ha nulla a che fare, infatti con vigogna si intende una qualità di flanella tessuta con filato di lana cardata, di peso medio, prevalentemente in tinta grigia, molto follato e fabbricato con lana rigenerata o con scarti di lavorazione.
VIGOREUX: Filato ottenuto da tops sottoposti alla "stampa vigoreux", dal nome dell'inventore, che consiste nel tingere a tratti il nastro di fibre che, ad operazione terminata, risulterà un filato tinto con un effetto melange molto regolare.
VINILAL (VY): Fibra formata da polimeri lineari di alcole polivinilico a tassi di acetilizzazione variabile.
VINION: Fibra polivinilica simile al Movil.
VINILE: Fibra sintetica resistente che ebbe la sua origine negli anni '60 come resina usata per la produzione, fino a qualche anno fa, dei dischi musicali. Questo materiale, viene utilizzato nella moda, per la realizzazione di alcuni capi di abbigliamento e accessori impermeabili o di stile “fatish”.
VINTAGE: Categoria con la quale si indicano abiti d'epoca usati. Un capo, per essere considerato Vintage, deve essere di almeno venti anni prima e in grado di identificarsi nel periodo storico a cui è appartenuto, tramite il taglio, la stampa, il tessuto, il gusto ecc. Per il mondo esistono diversi negozi e mercati Vintage in cui è possibile incontrare abbigliamento e accessori, ma anche oggettistica e mobilio.
VINYLON: Fibra sintetica polivinilica prodotta negli Stati Uniti.
VIPERETTA: Pelle con l’aspetto di scaglie di vipera utilizzata per la realizzazione di capi o accessori.
VISCOSA (VI): Sostanza ricavata dalla cellulosa e sottoposta a trattamento fisico-chimico, con solfuro di carbonio e soda caustica, dalla quale si ricava la fibra artificiale detta Raion-Viscosa. Scoperta nel 1892, viene commercializzata come seta artificiale in filo continuo o fiocco, ha buona tenacità, stabilità termica e idrofila e lucentezza. E' impiegata da sola o in mischia con altre fibre naturali o sintetiche.
VISONE: Piccolo animale seminacquatico originario del Nord America, da cui si ricava una pregiatissima pelliccia lucente, folta e molto resistente, che viene usata per realizzare capi molto raffinati. Attualmente esistono allevamenti dello stesso animale anche in Europa, Asia e America, ma la pelliccia che se ne ricava, risulta essere più chiara rispetto a quella del visone selvaggio.
VISONETTE: Termine francese che si riferisce ad un tipo di pelliccia che imita il vero visone.
VISTRA: Fibra di raion viscosa sottoposta a trattamenti fisico-chimici che le conferiscono un'arricciatura e caratteristiche simili alla lana. Da essa deriva il Vistralan che viene mischiato con la lana.
VIVAGNO: Estremità non tagliata di un pezzo di tessuto che ha la funzione di evitare la sfilacciatura dello stesso, chiamata anche cimosa.
VIYELLA: Nome commerciale del tessuto di lana e cotone che veniva usato nell'800 per realizzare camicie da notte e l'intimo da uomo. Negli anni '60 e '70 del 1900 veniva poi usato per realizzare camicie sportive da giorno con il classico disegno a righe o a quadri.
VOILE: Parola francese che significa vela e indica un tessuto molto leggero e trasparente, di solito in seta o cotone, ottenuto con filati molto sottili e ritorti. Viene usato per abiti leggeri, fodere e biancheria intima. Se è di lana o misto seta, prende anche il nome di Challis.
VOLANT: Termine francese che indica una striscia di stoffa arricciata e increspata ed applicata ai bordi degli abiti. Erano molto di moda nel XIX sec., applicati a vestiti molto sontuosi delle dame. Un sinonimo è Falpalà.
VOLPE: Pelliccia ricavata dall'omonimo animale originario dei paesi freddi (Scandinavia e Canada). Il pelo risulta essere molto lungo, vaporoso e con un sottopelo molto morbido e folto, ed è da sempre stato usato per realizzare colli da appoggiare sulle spalle o per cappotti e giacche. Oggi le volpi da pelliccia provengono tutte da allevamenti e hanno colori che vanno dal beige, al marrone, al rosso, all'argento e al bianco.
VOYANT: Termine farncese che proviene dal verbo voyer (notare) e che definisce un tessuto o abito che si fa notare, vistoso, sgargiante, chiassoso.
VOLUMINIZZATO: Dicesi di un filato che ha subito il trattamento di testurizzazione per cui acquista volume e sofficità maggiori. Tali filati vengono usati solitamente in maglieria.
VULCANIO: Tessuto di lana, seta o cotone, ad effetto cangiante con una particolare gamma di tinte che partendo dal color cacao raggiungono i riflessi dorati dell'orzo.
VULCAPRENE: Fibra sintetica poliestere prodotta in Inghilterra.
VULCOLLAN: Fibra sintetica poliestere prodotta in Germania.
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