À JOUR: Termine francese, che significa a giorno, usato per indicare un tipo di ricamo traforato.
À L'ANDROSMANE: Copricapo dalla forma particolare, ricavato dal pelo del castoro che veniva indossato dai francesi verso la fine del 1700.
À LA PAGE: Termine usato per indicare un capo "all'ultima moda".
À LA GIRAFFE: Acconciatura femminile di moda dopo il 1820. I capelli, guarniti con fiocchi, nastri e piume, si alzano fino a picchi sproporzionati e, otre ai classici spilloni ornamentali, devono essere sostenuti con fili di ferro.
À LA VILLE DE PARIS: Prima tipologia del magazzino di vendita che, aperto nel 1841, pratica il sistema dei "prezzi fissi", eliminando, così, la fase della negoziazione tra il mercante ed il cliente. Con questo nuovo sistema commerciale, la visione della merce esposta è slegata dall'atto dell'acquisto: si può girare liberamente tra la grande varietà di prodotti seriali a prezzi accessibili, senza l'obbligo di comprare.
À LA POULAINE: Tipo di scarpe usate nel Medioevo (1200-1400) con suole sottili, senza tacco, e punte rivoltate. Nel 1800 tale termine veniva usato per indicare un tipo di acconciatura.
À RAMAGE: Tipo di stoffa tessuta a foglie, ad imitazione di rami e fiori, ad arabeschi.
À RAYURES: Tipo di tessuto rigato o a strisce.
ÀBACA (AB): Fibra tessile vegetale ricavata da l libro e dalle foglie della pianta omonima, il cui nome scientifico è Musa Textilis, appartenente alla famiglia delle Musacee. Originaria delle Filippine, è più conosciuta come "Canapa di Manila, dal nome della capitale, e viene commercializzata anche come "Canapa di Cebu" o "Canapa di Davao". Viene impiegata greggia per fabbricare spaghi e cordami da marinai o per intrecciare cappelli; trattata in maniera particolare e tinta manualmente, viene tessuta per realizzare il T'nalak, tessuto tipico filippino.
ABAYA: Indumento femminile del Golfo Persico che consiste in un lungo camice neri, di tessuto leggero che copre tutto il corpo, eccetto la testa, i piedi e le mani.
ABBIGLIAMENTO: 1- Dal francese habillement, indica l'insieme di indumenti e accessori destinato a coprire e abbellire il corpo.
2- Settore dell'artigianato e dell'industria, che produce e distribuisce manufatti, vestiario e relativi accessori. Comprende l'abbigliamento infantile, uomo, donna, in pelle, sportivo, calzature ed accessori, maglieria, pelletteria.
ABITI SIMULTANIÉS: Abiti creati da Sonia Delaunay, pittrice di origine russa che si rifà agli impressionisti, con i quali condivide le opinioni sulla percezione cromatica: in quello che appare come un colore unico, si possono individuare, attraverso una "visione atmosferica e non sintetica", una molteplicità di tinte diverse dalla cui combinazione deriva l'effetto finale. Sul rapporto delle sfumature di colore, si sviluppa la ricerca nel campo della moda e di ogni arte visiva: il linguaggio utilizzato ricollega moda e pittura, in un percorso denso di contaminazioni, che, nel gioco delle forme e dei colori, esaltano il movimento dei corpi.
ABITO: Dal latino habitus, è un capo di abbigliamento formato da una o più parti, che può variare e seconda della circostanza e assumere nomi diversi. Sinonimi: completo, vestito.
ABITO A CAMPANA: Prima elaborazione di un modello più semplice di abito, a seguito dell'abbandono dell'uso della tournure. Le gonne si accorciano lievemente, lasciando i piedi scoperti e donando più agio nei movimenti e nel camminare.
ABITO A CAMPANA: Prima elaborazione di un modello più semplice di abito, a seguito dell'abbandono dell'uso della tournure. Le gonne si accorciano lievemente, lasciando i piedi scoperti e donando più agio nei movimenti e nel camminare.
ABITO-ÉTUI: Identifica il classico tubino. Abito aderente, tagliato dritto, che evidenzia la figura. Senza colletto, può avere diverse lunghezze e scollature. In voga dal 1918, divenne famoso negli anni '60, anche grazie a Jackie Kennedy/Onassis.
ABITO DA COCKTAIL: Abito da sera, in tessuti come drap, mussole di lana, operati in seta, velluti lisci, laminati totali o parziali, lungo al massimo fino a metà polpaccio, diventato di moda subito dopo la seconda guerra mondiale. Fu un grande classico degli anni '50 da indossare soprattutto durante il tardo pomeriggio per ricevimenti in genere.
ABITO ECCLESIASTICO: Tipo di abito indossato dai prelati, il cui modello varia a seconda dell'ordine religioso a cui appartengono.
ABITO DA MATTINO o DA LAVORO: Abito pratico e semplice, da indossare nella prima parte della giornata.
ABITO DA POMERIGGIO: Abito elegante e raffinato da indossare in diverse occasioni pomeridiane.
ABITO RAZIONALE: Proposto nel 1850 da Amelia Bloomer, come modello pratico per le donne; è costituito da calzoni alla turca, molto ampi, portati sotto una gonna larga e corta al ginocchio. Idea ripresa dalla viscontessa Halberton nel 1881 come fondamento dell'Associazione per il Vestito Razionale, nata con l'intento di sensibilizzare le donne a rinunciare al rigido busto, anteponendo la praticità all'estetica.
ABITO DA COCKTAIL: Abito da sera, in tessuti come drap, mussole di lana, operati in seta, velluti lisci, laminati totali o parziali, lungo al massimo fino a metà polpaccio, diventato di moda subito dopo la seconda guerra mondiale. Fu un grande classico degli anni '50 da indossare soprattutto durante il tardo pomeriggio per ricevimenti in genere.
ABITO ECCLESIASTICO: Tipo di abito indossato dai prelati, il cui modello varia a seconda dell'ordine religioso a cui appartengono.
ABITO DA MATTINO o DA LAVORO: Abito pratico e semplice, da indossare nella prima parte della giornata.
ABITO DA POMERIGGIO: Abito elegante e raffinato da indossare in diverse occasioni pomeridiane.
ABITO RAZIONALE: Proposto nel 1850 da Amelia Bloomer, come modello pratico per le donne; è costituito da calzoni alla turca, molto ampi, portati sotto una gonna larga e corta al ginocchio. Idea ripresa dalla viscontessa Halberton nel 1881 come fondamento dell'Associazione per il Vestito Razionale, nata con l'intento di sensibilizzare le donne a rinunciare al rigido busto, anteponendo la praticità all'estetica.
ABITO DA SERA: Abito dalla linea esclusiva, indossato in serate particolarmente eleganti. può essere lungo o corto, scollato o semitrasparente, a seconda dei dettami della moda.
ABITO DA SPOSA: Abito adatto per il matrimonio sia con funzione religiosa che civile, realizzato, solitamente, in maniera sartoriale.
ABBOLLA: Mantello militare da viaggio, in uso presso gli antichi romani.
ACAJOU: Termine francese usato nel campo della moda per indicare scarpe di colore rosso.
ACCAPPATOIO: Nome derivato da cappa, costituito in un lungo indumento in spugna che ha la proprietà di avere un facile assorbimento dell'acqua e di asciugare perfettamente la pelle. Se ne ha notizia per la prima volta nell'elenco della "raccolta dotale" di Bianca Maria di Savoia, sposa nel 1512 di Massimiliano Sforza; i suoi accappatoi erano ricamati in oro.
ACCESSORIO: Complemento dell'abbigliamento che assolve ad una funzione utile e decorativa (borse, calzature, bigiotteria, cappelli, occhiali, guanti, cinture, foulard ...); ogni accessorio deve essere accostato in modo armonico all'abito che si indossa rispettando l'abbinamento dei colori e lo stile dell'insieme.
ACCO: Vecchia denominazione dell'attuale fibra sintetica Creslan.
ACCOPPIAMENTO (di fibre): Operazione che unisce più nastri o bindelli di filo con lo scopo di migliorare la qualità del filato, rilevandone le eventuali irregolarità.
ACCOUNT: In ambito moda è quella figura professionale attraverso la quale avviene la mediazione tra l'azienda e l'agenzia pubblicitaria. Il suo lavoro consiste nel saper cogliere la filosofia del marchio ed operativizzare, in un progetto comunicativo, il messaggio da trasmettere al target prescelto.
ACESIL: Filato di raion lucido a bave continue.
ACETATO (AC): Filato o tessuto sintetico, ricavato chimicamente dall'acetato di cellulosa, la cui invenzione avvenne in Germania nel 1879. Si usa nella lingerie, nei costumi da bagno, e in capi come impermeabili o giubbotti. Il filato di acetato viene spesso mischiato ad altre fibre per ottenere un aspetto lucido e setificato. E' anche detto, per esteso, Raion Acetato.
ACID JAZZ: Miscellanea di nuovi elementi stilistici, nata alla fine degli anni '80 on contemporanea con l'omonimo etichetta discografica. Gli Acid Jazz sono caratterizzati da un'eleganza retrò anni '50, unita ai capi tipici dei rapper (polo-shirt, pantaloni larghi e scarpe da basket), ed influenze mod (pantaloni a tubo e completi a tre bottoni).
ACIDARO: o Acidario. E' un berretto conico tipico dei Dogi di Venezia.
ACRILICO (PC): Fibra sintetica usata in tessitura ed in maglieria, da solo o in mischia con altre fibre, come sostituto della lana. Il suo utilizzo rende il prodotto finale ingualcibile, conferendogli un aspetto robusto. Le fibre acriliche sono: dralon, velicren, acrilan, leacril, euroacril, orlon, folan ...
ACUPICTUS: Antico nome con cui venivano chiamati i ricami europei nel XII sec.
ADDOLCITURA: Processo in cui le matasse di seta vengono immerse in acqua calda a temperatura media o alta, per liberare la fibra dalla sericina ed ottenere così la "seta addolcita" o "purgata".
AF: Sigla che indica il codice meccanografico per intendere l'uso di 'Altre Fibre' nella composizione di un capo.
AFFILATORE (per gessetti): Piccolo attrezzo in plastica o legno di forma parallelepipeda con un lato dentato, usato per affilare i gessetti da sarto.
AFFLUENTI: In ambito moda, indica la tipologia di consumatori rappresentata da adulti ricchi che vogliono ostentare il proprio status; adottano così uno stile classico e sono orientati, nelle scelte vestimentarie, dalla marca più che dal modello.
AFRICA: Tessuto di cotone molto resistente ad armatura a saia, solitamente in colore cachi, usato principalmente per fare abiti da lavoro.
AGENTE DI VENDITA: Nell'azienda moda, è l'intermediario commerciale che gestisce la rappresentanza di una o più "case". Visita direttamente i negozianti mostrando loro una parte preselezionata del campionario, registra gli ordini e consiglia sull'esposizione dei capi nel punto vendita.
AGILON: Filato elastico di nilon, prodotto negli USA e impiegato in maglieria e calzetteria.
AGO: Piccolo strumento in acciaio a forma di barretta appuntita con un foro ovale, all'estremità oppsta alla punta, in cui si inserisce il filo per cucire Esistono differenti tipi di aghi a seconda dell'utilizzo:
Aghi per telai e macchine da maglieria:
Aghi per telai e macchine da maglieria:
-A BECCO: Usato su telai per maglieria.
-A CROCHET: Ago automatico usato su telai, la cui funzione è di fare concatenare il filo dell'ago con se stesso e con altri fili per formare un punto di cucitura.
-A DOPPIO BECCO: Usato esclusivamente su macchine per maglieria in trama a maglia rovesciata.
-A LINGUETTA: Ago automatico usato sia su telai per maglieria in catena, sia sulle macchine per maglieria in trama.
Aghi per cucire a mano:
-DA RICAMO: Aghi di media lunghezza dalla cruna lunga per fili da ricamo.
-PER PERLINE: Aghi lunghi e molto sottili che riescono a passare attraverso i piccoli fori delle perline.
-DA RAMMENDO: Ago lungo dall'estremità non appuntita e dalla cruna ampia per i fili di lana.
-PER TAPPEZZERIA: Aghi non appuntiti, più corti rispetto a quelli da rammendo, con un'ampia cruna; usato anche per il mezzopunto e il ricamo con nastri di seta.
-AFFILATO: Ago di media lunghezza, dalla piccola cruna arrotondata, per uso generico.
-BETWEEN: Ago corto dalla cruna arrotondata, per lavori dettagliati e precisi, per la confezione sartoriale ed il trapunto.
-DA MODISTA: Ago lungo, dalla cruna ampia e senza punta, usato per fili di lana, per imbastiture, plissattature, e per la confezione di cappelli.
-PER PELLE: Ago dalla punta aguzza, ricurva e triangolare usato per forare la pelle.
-INFILANASTRI: Ago non appuntito, con una cruna ampia, usato per infilare elastici, nastri e fettucce.
Aghi per macchine da cucire, fondamentali per la formazione del punto poiché porta il filo attraverso il tessuto e forma il cappio nel quale entrerà la punta afferratrice del crochet. Le parti che compongono l'ago per macchina da cucire sono: il calcio, il codolo, la spalla, lo stelo, la scanalatura, la cruna, lo scalfo e la punta:
Aghi per cucire a mano:
-DA RICAMO: Aghi di media lunghezza dalla cruna lunga per fili da ricamo.
-PER PERLINE: Aghi lunghi e molto sottili che riescono a passare attraverso i piccoli fori delle perline.
-DA RAMMENDO: Ago lungo dall'estremità non appuntita e dalla cruna ampia per i fili di lana.
-PER TAPPEZZERIA: Aghi non appuntiti, più corti rispetto a quelli da rammendo, con un'ampia cruna; usato anche per il mezzopunto e il ricamo con nastri di seta.
-AFFILATO: Ago di media lunghezza, dalla piccola cruna arrotondata, per uso generico.
-BETWEEN: Ago corto dalla cruna arrotondata, per lavori dettagliati e precisi, per la confezione sartoriale ed il trapunto.
-DA MODISTA: Ago lungo, dalla cruna ampia e senza punta, usato per fili di lana, per imbastiture, plissattature, e per la confezione di cappelli.
-PER PELLE: Ago dalla punta aguzza, ricurva e triangolare usato per forare la pelle.
-INFILANASTRI: Ago non appuntito, con una cruna ampia, usato per infilare elastici, nastri e fettucce.
Aghi per macchine da cucire, fondamentali per la formazione del punto poiché porta il filo attraverso il tessuto e forma il cappio nel quale entrerà la punta afferratrice del crochet. Le parti che compongono l'ago per macchina da cucire sono: il calcio, il codolo, la spalla, lo stelo, la scanalatura, la cruna, lo scalfo e la punta:
-UNIVERSALE: Ago adatto a tessuti a trama fitta di quasi tutti i pesi.
-PUNTA A SFERA: Ago dalla punta arrotondata che scivola tra le fibre senza danneggiarle, adatto per tessuti a maglia o con spandex.
-STRETCH: Ago adatto a tessuti elasticizzati, a maglia, con spandex e camoscio sintetico.
-PER MICROFIBRA: Ago dalla punta aguzza per tessuti sottili in microfibra sintetici e di seta.
-DENIM: Ago resistente e dalla punta aguzza, adatto a tessuti in denim e pesanti.
-METALLICO: Ago dalla cruna ampia, adatto per l'uso di fili metallici.
-DA RICAMO: Ago dalla cruna ampia, adatto a fili da ricamo.
-TRAPUNTO: Ago dalla punta aguzza e dallo stelo stretto, usato per raion, poliestere e fili da cucito speciali.
-IMPUNTURA: Ago dalla punta aguzza usato per impunture.
-A LANCIA: Particolare tipo di ago con ali laterali che creano un'apertura tra i fili del tessuto, usato per punti decorativi con effetto a mano.
-DOPPIO o TRIPLO: Composto da 2 o3 aghi fissati ad uno stelo orizzontale, usato per eseguire file parallele di punti.
-PUNTA A SFERA: Ago dalla punta arrotondata che scivola tra le fibre senza danneggiarle, adatto per tessuti a maglia o con spandex.
-STRETCH: Ago adatto a tessuti elasticizzati, a maglia, con spandex e camoscio sintetico.
-PER MICROFIBRA: Ago dalla punta aguzza per tessuti sottili in microfibra sintetici e di seta.
-DENIM: Ago resistente e dalla punta aguzza, adatto a tessuti in denim e pesanti.
-METALLICO: Ago dalla cruna ampia, adatto per l'uso di fili metallici.
-DA RICAMO: Ago dalla cruna ampia, adatto a fili da ricamo.
-TRAPUNTO: Ago dalla punta aguzza e dallo stelo stretto, usato per raion, poliestere e fili da cucito speciali.
-IMPUNTURA: Ago dalla punta aguzza usato per impunture.
-A LANCIA: Particolare tipo di ago con ali laterali che creano un'apertura tra i fili del tessuto, usato per punti decorativi con effetto a mano.
-DOPPIO o TRIPLO: Composto da 2 o3 aghi fissati ad uno stelo orizzontale, usato per eseguire file parallele di punti.
AGRAFE: Dal francese, fermaglio. Termine usato per indicare qualsiasi tipo di fermaglio, fibbia o spilla.
AGUGLIERIA: Termine che indica tutti i filati usati per lavori a mano eseguiti ai ferri o all'uncinetto.
AIGRETTE: Ornamento del capo, lanciato da Poiret negli anni '20, formato da un ciuffo di piume (penne del paradiso o piume di struzzo), o piume sistemante a ventaglio, che veniva fissato con un cerchietto, con fermagli nell'acconciatura, o al copricapo.
ALAMARO: Dall'arabo al-'amàr (laccio-corda), è una tipica allacciatura per indumenti militari, fatta con corda, o passamaneria di seta, ripiegate a cappio entro cui passa un bottone.
ALBENE: Fiocco di Rhodiaceta opaca, ovvero un tipo di raion opaco acetato di cellulosa.
ALBULA: Filato di raion a bave continue, reso opaco.
ALCANTARA: Tessuto sintetico in poliestere ad armatura a tela dall'aspetto scamosciato, usato per capi di abbigliamento, rivestimenti di automobili ed arredamento.
ALENCON: Particolare tipo di pizzo realizzato ad ago e originario dell'omonima città francese. Solitamente i disegni rappresentano motivi figurativi come foglie, uccelli, vasi ecc... che risaltano sul fondo grazie all'uso di un cordoncino.
ALETTA: Pattina che ricopre vari tipi di tasche.
ALFA (AL): Fibra tessile ricavata dalla pianta omonima e dallo Sparto, delle regioni subdesertiche dell'Africa del Nord, che viene impiegata come la canapa o la juta.
ALGIL: Fibra sintetica prodotta negli USA.
ALGINATO - ALGA (AG): Fibra tessile simile alla seta prodotta con l'acido alginico estratto dalle foglie delle alghe marine bianche e brune.
ALIANTA: Tipo di seta prodotta in Cina, ottenuta dal bozzolo di un insetto che vive sopra gli alberi di Alianto, da cui prende il nome.
ALICULA: Tunica corta avviluppante le spalle, usata dagli antichi Romani.
ALLACCIATURA: Chiusura per abiti, realizzata con bottoni, asole, alamari, cerniere, ganci ...
ALLUCCIOLATO: Termine usato per indicare un tipo di tessuto con fili laminati o lustrini che danno un effetto brillante, tipo lucciola.
ALLUNGAMENTO: Termine usato per indicare una fibra o un filato che hanno subito l'azione della forza di trazione.
ALLURE: Dal francese aller, andare. Parola usata nel campo dell'abbigliamento e della moda per indicare il portamento, l'atteggiamento e l'immagine complessiva che si trasmette.
ALPACA (WP): Pelo dell'animale omonimo, della famiglia dei camelidi, originario delle Ande peruviane, dalla fibra lanosa, lunga, soffice e resistente, impiegato nella fabbricazione di tessuti e filati che portano tale nome. Dai cuccioli di alpaca si ottiene il così detto 'Baby Alpaca', più fine e setoso. Come tessuto, misto al cotone, viene usato per fodere o abiti leggeri.
ALTA MODA: Si dice di tutti i capi raffinati ed originali, sinonimo francese di "Haute Couture".
ALTEZZA DEL TESSUTO: Distanza tra una cimosa e l'altra di un tessuto. Può variare dai 110 cm ai 140 cm per tessuti da abbigliamento ed arrivare ai 280 cm per quelli da tappezzeria.
AMAZZONE: Termine che indica il più antico abito femminile creato appositamente per uno sport, l' equitazione. Di moda a partire dall'800, era di linea molto semplice e mascolina, come anche gli accessori, tipo il cappello a staio, la cravattina a farfalla, i guanti in pelle ed il frustino. La gonna, in panno o velluto, era piuttosto aderente sui fianchi e molto ampia, per poter coprire completamente le gambe quando si cavalcava, mentre scendendo dalla sella, veniva raccolta sul braccio in un armonioso drappeggio; sotto di essa venivano indossati pantaloni di jersey. Il busto era attillato e aperto davanti su di una camicetta o un gilet, con collo di velluto risvoltato. Le maniche, verso la fine del secolo erano lisce o a gigot. I colori principalmente indossati erano il nero, il turchino, il verde, il grigio l'azzurro ed il rosso scuro. Il nome di tale abbigliamento deriva dalle Amazzoni, guerriere mitologiche greche.
AMBA: Fiocco speciale di raion ad alta resistenza e tenacità.
AMBRATO: Si dice di colore giallo-bruno simile all'Ambra.
AMIANTO o ASBESTO (AS): Silicato di magnesio, calcio e alluminio che costituisce l'unica sostanza minerale a struttura fibrosa naturale che si può filare e tessere.
AMICTUS: Termine usato presso gli antichi Romani, per indicare quegli indumenti che venivano avvolti attorno al corpo senza essere infilati dalla testa. Oggi con il termine "Amitto" si identifica un quadrato di tela di lino che il sacerdote indossa durante la messa e che copre le spalle e parte del torace.
AMIDO: Viene ricavato industrialmente dai cereali per essere usato nell'industria tessile come imbozzimante, come addensante nella stampa, e per ottenere appretti rigidi nella maglieria.
AMILAN: Fibra sintetica poliammide da capro-lattame, prodotta in Giappone.
AMAREZZATO: Effetto di ondeggiamento nelle tinte di un tessuto.
AMMORBIDENTI: Sostanze grasse solubilizzate, usate per dare morbidezza e cucibilità ai filati.
AMOERRO: Tessuto di seta, lana, cotone o altre fibre, con caratteristici riflessi marmorei, ottenuti mediante calandratura, per cui si hanno riflessi di luce differenti.
AMPIEZZA: In francese "Ampleur", indica la larghezza totale di una gonna, un abito o un soprabito.
ANADEMA: Diadema, benda avvolta attorno al capo in uso nell'antica Grecia per donne e fanciulli.
ANAFE: Tipo di seta prodotta da un insetto che vive nell'Africa Equatoriale. Di colore bruno viene considerata di basso pregio a causa delle difficoltà riscontrate nel decolorala.
ANALISI DEL TREND: In ambito moda, è l'analisi volta all'individuazione di fenomeni sociali e culturali in un lungo periodo attraverso i quali si possono delineare gli scenari di mutamento del mercato. E' un'analisi empirica, basata sull'osservazione delle dinamiche e dei comportamenti di consumo, che sono determinati dai valori sociali predominanti.
ANDRIENNE: Ampia vestaglia femminile, usata nei secoli XVIII e XVX, che prese il nome da un'attrice nell'Andrienne di Baron (rifacimento dell'Andria di Terenzio), e divenne poi l'abito settecentesco per eccellenza, essendo molto elegante e pomposo. Il corpino era allungato e munito di una profonda scollatura, la gonna era molto ampia e lunga fino a terra. Posteriormente vi era una larga falda a pieghe che dalle spalle scendeva come un mantello allargandosi fino a terra a creare uno strascico ampissimo. Ve ne erano di molto preziose in broccato d'oro e d'argento e con fastosi ricami. Rimase di moda per tutto il 1700 e parte del secolo successivo come veste esclusivamente signorile per le corti.
ANELLO: Cerchietto d'oro, d'argento o altro materiale, che si porta alle dita delle mani per ornamento o come simbolo o condizione. Ha origini antichissime e può essere impreziosito dalla presenza di pietre o diamanti applicati o incastonati a cabochon.
ANGORA (WA): 1- Pelo di una razza di capra originaria della provincia di Ankara (Turchia), che si presenta lungo, fine lucente, soffice e resistente, il cui filato ricavato viene chiamato MOHAIR.
2- Pelo di una razza di coniglio, dall'aspetto molto simile a quello della capra d'Angora, da cui si ottiene, mischiato con la lana, poliammide o puro, l'omonimo filato d'Angora, ampiamente impiegato nella maglieria esterna da donna.
ANGUSTUS CLAVUS: Strisce purpuree che costituivano il principale ornamento dei cavalieri dell'Antica Roma e che, a seconda della diversa ampiezza, stabilivano il diverso grado sociale. Erano strette per i cavalieri e larghe per i senatori.
ANIMALIER: Definizione usata per descrivere stoffe e accessori che fanno riferimento a colori e texture delle pelli degli animali.
ANORAK: Giacca a vento trapuntata di origine Inuit. Inizialmente fatta in pelle di foca, oggi in nylon, è impermeabile, lunga ai fianchi, chiusa tramite cerniera e dotata di cappuccio.
ANTIFIAMMA: Trattamento antiaccensione usato soprattutto per tessuti destinati al campo dell'arredamento o destinati alla realizzazione di abbigliamento specifico per determinate industrie produttive.
ANTIMACCHIA: Trattamento speciale impresso ad alcuni tessuti per renderli impermeabili a macchie di sostanze grasse.
ANTIMODA: Neologismo coniato per definire l'abbigliamento da strada della gioventù ribelle nel secondo dopoguerra.
ANTIPIEGA: Trattamento fisico-chimico che si dà ai tessuti per renderli ingualcibili.
ANTISTATICO: Trattamento per filati e tessuti, atto ad eliminare il formarsi di piccole scariche elettriche, che contrastano la lavorazione del materiale e producono disturbi a chi indossa i capi confezionati in seguito.
ANTISTRAMANTI: Trattamento tendente ad evitare le smagliature di tessuti o manufatti ottenuti con fibre chimiche continue, che tendono a smagliarsi con facilità quando si rompe il punto.
ANTITARMA: Trattamento o prodotto atto a proteggere le fibre ed i tessuti di lana e simili, dalle larve di tarma.
ÁO BÀ BA: Tipo di abbigliamento tradizionale della zona meridionale del Vietnam, soprattutto nelle zone rurali, che consiste in un paio di pantaloni in seta ed una camicia a maniche lunghe, senza colletto e con spacchetti laterali.
ÁO DÀI: Vestito femminile tradizionale vietnamita. Realizzato in seta, è un abito lungo con ampi spacchi laterali che arrivano in vita, molto aderente, e che viene indossato sopra i pantaloni, dal taglio a palazzo, in abbinamento colore.
ÁO GẤM: Versione maschile dell' Áo dài, anch'esso viene portato sopra i pantaloni ed è generalmente in broccato di seta. Viene indossato solitamente in occasioni importanti e cerimonie, come matrimoni, funerali o altre ricorrenze.
ÁO TỨ THÂN: Antico abito tradizionale vietnamita che veniva indossato dalle donne sin dal XVI secolo e che, col tempo, fu associato alla zona settentrionale del paese. Realizzato in tessuti poveri e scuri, era portato soprattutto dalle donne del popolo, ad eccezione di alcuni modelli più elaborati indossati per celebrazioni importanti. Oggi vengono fatti in colori molto accesi e vivaci. L' ào tứ thân, si compone di quattro parti: una lunga tunica aperta sul davanti che dalla vita in giù si divide in quattro parti, una gonna lunga indossata sotto la tunica, il corpetto, yếm, indossato sotto la tunica e una lunga fascia in seta legata in vita.
APACHE: Subcultura francese di primi del 1900 che rifiutava la società industriale borghese e che esteticamente si identificava con berretti a coppola o da marinaio, magliette attillate a righe portate dentro i pantaloni sorretti da sciarpe rosse o blu legate in vita e lasciate penzolare sul fianco e giacche in lino o velluto. Le donne Apache, o "Amazzoni Urbane" indossavano abiti attillati, scialli colorati, nastri al collo e capelli impomatati.
ÁO BÀ BA: Tipo di abbigliamento tradizionale della zona meridionale del Vietnam, soprattutto nelle zone rurali, che consiste in un paio di pantaloni in seta ed una camicia a maniche lunghe, senza colletto e con spacchetti laterali.
ÁO DÀI: Vestito femminile tradizionale vietnamita. Realizzato in seta, è un abito lungo con ampi spacchi laterali che arrivano in vita, molto aderente, e che viene indossato sopra i pantaloni, dal taglio a palazzo, in abbinamento colore.
ÁO GẤM: Versione maschile dell' Áo dài, anch'esso viene portato sopra i pantaloni ed è generalmente in broccato di seta. Viene indossato solitamente in occasioni importanti e cerimonie, come matrimoni, funerali o altre ricorrenze.
ÁO TỨ THÂN: Antico abito tradizionale vietnamita che veniva indossato dalle donne sin dal XVI secolo e che, col tempo, fu associato alla zona settentrionale del paese. Realizzato in tessuti poveri e scuri, era portato soprattutto dalle donne del popolo, ad eccezione di alcuni modelli più elaborati indossati per celebrazioni importanti. Oggi vengono fatti in colori molto accesi e vivaci. L' ào tứ thân, si compone di quattro parti: una lunga tunica aperta sul davanti che dalla vita in giù si divide in quattro parti, una gonna lunga indossata sotto la tunica, il corpetto, yếm, indossato sotto la tunica e una lunga fascia in seta legata in vita.
APACHE: Subcultura francese di primi del 1900 che rifiutava la società industriale borghese e che esteticamente si identificava con berretti a coppola o da marinaio, magliette attillate a righe portate dentro i pantaloni sorretti da sciarpe rosse o blu legate in vita e lasciate penzolare sul fianco e giacche in lino o velluto. Le donne Apache, o "Amazzoni Urbane" indossavano abiti attillati, scialli colorati, nastri al collo e capelli impomatati.
APERTURA: Accorgimento usato in sartoria per i capi di abbigliamento aderenti. Ne esistono diversi tipi, come:
-A PATTA: Viene allacciata da una fila di bottoni i quali restano nascosti, appunto sotto la patta, quando il capo è chiuso.
-CON BORDURA CONTINUA: Viene applicata su un'apertura a taglio o per rifinire l'estremità di una cucitura. E' molto adatta per i tessuti leggeri o di media pesantezza.
-CON BORDO SOVRAPPOSTO: Versione semplificata dell'apertura a fondo manica delle camice da uomo. E' adatta sia a capi eleganti che casual.
APOTYGMA: Piega alta formata dal tessuto del peplo greco, che ricopriva il seno delle donne.
APLOMB: Termine francese che significa letteralmente "a piombo", in italiano detto appiombatura; sta ad indicare il trattamento con cui si rileva la "caduta" e stabilità di un capo per verificare la perfetta vestibilità di un abito e la sua armoniosità nella cura dei dettagli ed uso dei colori. Durante la fase di appoggio sul tessuto viene chiamata "appiombo" la perfetta posizionatura del modello seguendo il drittofilo, o in sbieco o in perfetto traverso, al fine di ottenere capi senza difetti di vestibilità.
APPENDIABITI: Sostegno più o meno elevato da terra che serve per attaccare gli abiti. Ha la forma delle spalle per camicie e capi spalla e talvolta può essere munito di ganci laterali o un'asta orizzontale, oppure è formato da un'asta orizzontale munita di pinze regolabili per appendere gonne o pantaloni. Viene anche chiamato Gruccia, Appendino o Ometto.
APPLICAZIONI: Con tale termine si identificano tutti quei ornamenti decorativi cuciti, ricamati o disegnati su tessuti e capi.
APPOGGIO SUL TESSUTO: Posa del cartamodello sul tessuto rispetto al drittofilo, operazione che si effettua in modo da risparmiare più stoffa possibile.
APPRETTO: dal francese apprȇt, prodotto chimico applicato sui tessuti per renderli più consistenti, impermeabili, irrestringibili e antipiega.
ARABESCO: Tessuto con disegni in stile arabo.
ARAZZO: Termine derivante da Arras, città Francese famosa per la lavorazione degli arazzi. Tessuto eseguito a mano su telaio con figure a motivi ornamentali, destinato a decorare una parete.
ARAMIDICA (AR): Fibra di poliammidi aromatiche, disponibile sottoforma di fiocco o di filo continuo, resistente alla fiamma e in taluni casi anche al taglio e abrasione.
ARAN: Stile di maglieria che si rifà a quello originario delle isole Aran (Irlanda), in lana bianca grezza, con motivi a rilievo, quali trecce e nodi.
ARAN: Stile di maglieria che si rifà a quello originario delle isole Aran (Irlanda), in lana bianca grezza, con motivi a rilievo, quali trecce e nodi.
AREA DISTRETTUALE: In ambito moda, indica la zona che costituisce un nucleo di specializzazione di una determinata fase del ciclo produttivo, di una tipologia merceolgica o di una categoria tessile.
ARDIGLIONE: Ferretto accuminato per la chiusura della fibbia.
ARDIL: Fibra artificiale proteica ricavata dalle arachidi tramite un procedimento americano.
ARGENTATO: Che presenta un colore dal riflesso grigio brillante come l'argento.
ARGENTINA: Tipo di maglia con maniche lunghe, a girocollo. Termine derivante dalla Repubblica Argentina, da dove ebbe inizio il suo uso.
ARGYLE: Dal nome dell'omonima contea Scozzese, è un disegno multicolore a rombi quadrati sovrapposti, che si ritrova spesso nelle calze, sciarpe e maglioni.
ARISTON: Filato fantasia di raion a bave continue.
ARLAC: Fibra artificiale proteica ricavata dalla caseina del latte con un procedimento americano.
ARMATURA: Unità che regola l'intreccio dei fili della trama e dell'ordito, che da l'effetto del disegno al tessuto. Esistono tre principali tipi di armature:
-TELA: E' l’intreccio più classico e facile in cui tutti i fili di ordito dispari si alzano al passaggio delle trame dispari, e tutti gli orditi pari si alzano al passaggio delle trame pari, con un rapporto quindi di 1:1. Si presenta uguale sul diritto e sul rovescio. Esempi di tessuti a tela sono la Batista, il Crêpe, il Percalle, la Stamigna ed il Taffetà.
-SAIA: Tipo di armatura nella quale i fili d'ordito legano le trame procedendo con un andamento diagonale e conferendo quindi un tipo di nervatura obliqua, data dallo scarto delle legature, ovvero dei passaggi di un filo di ordito sopra ad uno di trama. Viene anche chiamata Saglia, Sargia, Spiga, Diagonale, Levantina, Batavia, Casimir, Twill. Esempi di tessuti a saia sono il Fustagno, il Denim, il Loden, il Tartan, il Tweed e la Gabardina.
-RASO: Intreccio in cui le legature di ordito e di trama sono più rade, quindi il tessuto presenta un aspetto uniforme, lucido sulla faccia a dominante d'ordito e opaco sulla faccia a dominante trama. E' chiamato anche Satin; esempi di tessuti con trama a raso sono il Rasatello, il Damasco, il Broccato, il Lampasso.
-TELA: E' l’intreccio più classico e facile in cui tutti i fili di ordito dispari si alzano al passaggio delle trame dispari, e tutti gli orditi pari si alzano al passaggio delle trame pari, con un rapporto quindi di 1:1. Si presenta uguale sul diritto e sul rovescio. Esempi di tessuti a tela sono la Batista, il Crêpe, il Percalle, la Stamigna ed il Taffetà.
-SAIA: Tipo di armatura nella quale i fili d'ordito legano le trame procedendo con un andamento diagonale e conferendo quindi un tipo di nervatura obliqua, data dallo scarto delle legature, ovvero dei passaggi di un filo di ordito sopra ad uno di trama. Viene anche chiamata Saglia, Sargia, Spiga, Diagonale, Levantina, Batavia, Casimir, Twill. Esempi di tessuti a saia sono il Fustagno, il Denim, il Loden, il Tartan, il Tweed e la Gabardina.
-RASO: Intreccio in cui le legature di ordito e di trama sono più rade, quindi il tessuto presenta un aspetto uniforme, lucido sulla faccia a dominante d'ordito e opaco sulla faccia a dominante trama. E' chiamato anche Satin; esempi di tessuti con trama a raso sono il Rasatello, il Damasco, il Broccato, il Lampasso.
ARPILLERAS: Conosciuti anche come "Manti Bordadi", si tratta di tessuti a base di stoppa sui quali si applicano guarnizioni tessili di figure umane, animali, e ortaggi, precedentemente elaborati, in modo da creare un effetto tridimensionale su uno sfondo caratteristico che completa l'immagine raffigurante le abitudini del popolo o testimonianze storiche.
ARRICCIATURA: Increspatura della stoffa ottenuta fissandovi una filza, un nastro, un cordoncino, o stringendola con una cintura.
ART BUYER: In ambito moda è quella figura professionale che si occupa della comunicazione pubblicitaria come responsabile tecnico per la scelta dei fotografi, disegnatori, sceneggiatori, protagonisti del servizio pubblicitario.
ART DIRECTOR: Figura professionale presente anche in ambito moda, che riveste un ruolo creativo in campo pubblicitario. E' l'incaricato di lavorare sul materiale visuale e, solitamente, fa coppia con un copywriter che, invece, si occupa dei testi.
ART DIRECTOR CORPORATE IMAGE: Figura professionale che, nell'ambito della comunicazione d'impresa, si occupa di tutto ciò che riguarda l'immagine aziendale.
ARTS&CRAFTS: Movimento che si pone come obiettivo il ritorno alla qualità del lavoro artigianale, recuperata in contrapposizione alla cattiva qualità del processo di produzione seriale della prima industrializzazione. L'industrializzazione non veniva tanto rifiutata, ma invitata a recuperare le tradizioni estetiche dell'artigianato per ridare qualità alla produzione.
ARUNDAX: Fiocco di viscosa a grande resistenza.
ARVAN: Tipo di filato inglese ottenuto con miscela di raion viscosa, ardil e nylon per la fabbricazione di tessuti vari per vestiti e biancheria.
ASCOT: Dal nome dell'omonima cittadina Inglese, è un tipo di cravatta larga che nell'800 era parte integrante degli abiti formali, e veniva tenuta ferma con una spilla.
ASOLA: Dal latino ansula, manico a forma di anello, chiamata anche occhiello. Piccolo taglio nel tessuto di un abito, orlato con punto a smerlo, in cui viene inserito il bottone.
ASOLATRICE: Macchina per realizzare le asole. Esiste anche un piedino apposito da inserire nelle macchina da cucire per fare le asole.
ASSISTENTE PERSONALE: Figura professionale che opera affianco allo stilista e che, saltuariamente, lo sostituisce. Spesso si occupa dei rapporti con i laboratori manifatturieri esterni, dettando le linee guida affinchè la realizzazione sia fedele allo stile aziendale.
ASPATURA: Operazione finale nel trattamento del filato in cui il filo viene avvolto sull'aspo per farne delle matasse.
ASSE DA STIRO: Asse in legno imbottito a forma di semi-ellisse, che serve per stirare gli abiti.
ASTRAKAN: Dal nome della regione Russa di Astrahan, è un tipo di pelliccia nera pregiata, dall'aspetto ricciuto, lucido e setoso, ricavata originariamente dagli agnelli della razza Karakul, uccisi uno o due giorni dopo la nascita, con cui veniva fatto il famosissimo colbacco Russo. Oggi la pelliccia è imitata dal tessuto omonimo.
ATELIER: Voce francese che significa laboratorio, indica il laboratorio di sartoria, lo studio dello stilista.
ATTACCABOTTONI: Tipo di macchinario a ciclo automatico apposito per attaccare i bottoni ai capi.
ATTIFER: Termine francese che sta ad indicare l'abbigliarsi in maniera ricercata e molto raffinata.
ATTILLATO: Si dice di un capo molto aderente al corpo di chi lo indossa.
AUBE: Tipo di camicia corta da mattino
AUMONIERE: Termine francese che indica un tipo di borsetta in velluto con cerniere d'argento cesellato e doppia catena con gancio per reggerla in vita. Verso la metà del 1800 questo tipo di borsetta, detto anche "borsa alla Maria Stuarda", aveva sostituito completamente l'uso delle tasche, data la loro comodità e leggiadria, poiché venivano applicate alla cintura e, senza bisogno di staccarle da essa, per aprirle bastava aprire la piccola molla che le teneva chiuse.
AUTOCOAT: Soprabito o giaccone corto, di foggia sportiva, adatto alla guida dell'automobile.
AUTOMATICO: Bottone formato da due parti metalliche che si incastrano a pressione.
AVANGUARDIE RUSSE: Movimento costruttivista che negli anni '20 del novecento, si riproponeva di ricostruire la società dilaniata dai conflitti recenti della rivoluzione sovietica. Nell' abbigliamento, il rinnovamento era rappresentato dalle nuove stampe con disegni astratti e dall'intento di realizzare capi che eliminassero la visibile appartenenza alle diverse classi sociali. La nuova moda, andava così contro le pratiche vestimentari precedenti, rappresentate dalle sartorie (per l'aristocrazie e borghesia) e dall'artigianato (per il popolo), con l'intento di omologare ogni strato sociale anche sull'aspetto.
AVISCO-VINYON: Fibra artificiale di produzione americana.
AVORIO: Materiale biancastro tendente al giallo che si ricava dalle zanne degli elefanti e lavorato per farvi oggetti di vario uso, tra cui gioielli e componenti di accessori. Con tale termine viene indicato anche il tipo di colore suddetto corrispondente.
AZLON: Fibra artificiale fatta con proteine estratte dalla soia, simile alla vicara.
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