mercoledì 3 dicembre 2014

RUDE BOY

"Stop your fooling around
time you straighten right out
better think of your future
else you? Il wind up in jail"
(The Specials - "Message to you Rudy")




Nella Kingston degli anni '60 i ghetti erano pieni di giovani disoccupati, alla difficile ricerca di un lavoro, che venivano identificati come Rude Boy, ovvero come ragazzi grezzi, rudi, di strada. Per loro essere "rudi" significava essere qualcuno quando la società diceva che non eri nessuno, difatti passavano il proprio tempo, ingaggiati dai gestori dei sound system, ad infastidire i rivali con azioni che spesso portavano alla violenza e alla creazione di gang di teppisti.
I Rude Boy, nonostante non fossero particolarmente abbienti, nella vita quotidiana vestivano sempre all'ultima moda ed in maniera facilmente identificabile, portavano spesso abiti in stile gangster statunitense, con giacca a tre bottoni, cappello pork pie (a cupola bassa), cravatta sottile, camicie colorate, calzoni aderenti e più corti del normale di una decina di cm, calzini bianchi, mocassini neri o scarpe di pelle lucida, tutti indumenti che riuscivano a procurarsi grazie alle proprie attività di rapinatori e trafficanti di marijuana; e abitualmente portavano i capelli rasati.
In quegli anni lo ska era la musica più ascoltata, ma i rude boys non condividevano il suo ottimismo iniziale, fino a quando questo non mutò, descrivendo così il malcontento dei rude e dedicando loro numerose canzoni, come le canzoni di Desmon Dekker, dei Clash o dei The Specials.
Nel 1962, quando la Giamaica ottenne l'indipendenza dall'Inghilterra, la cultura rude boy e la musica ska emigrarono, con i giovani giamaicani, in Gran Bretagna che fronteggiarono così, anche qui, disoccupazione, miseria e problemi razziali con l'ascolto di musica ska, spaccio di droghe leggere e piccoli furti.



Nessun commento:

Posta un commento