martedì 6 settembre 2016

La Filatura con fuso sospeso

"Mentre le mani compivano ritualmente il loro eterno lavoro:
la sinistra reggeva la conocchia coperta di morbida lana,
la destra, tirando lievemente, formava i fili
con le dita rivolte in alto, poi, col pollice in basso
girava il fuso tenuto in equilibrio dal fusaiolo rotondo, 
e volta a volta pareggiava il lavoro coi denti;
la lana morsa, che prima sporgeva dal filo, 
restava attaccata alle labbra secche.
Davanti ai loro piedi, cesti di vimini
conservavano le matasse di candida lana.
E filando la lana, rivelavano questi destini
con voce alta e chiara, col loro canto 
profetico, che nessuna età potrà poi smentire."
(Canto delle Parche del Carme LXIV - Catullo)




26 Giugno 2016

Imperdibile laboratorio tenutosi al Museo della città di Ancona riguardante l'antica arte della filatura con fuso sospeso e la tintura naturale, ad opera di Officina Temporis.


La pratica della filatura risale sin da epoche remote e rappresentava una delle principali e più nobili occupazioni femminili del mondo antico, tanto da venir spesso raffigurata su sarcofagi, vasi, troni e citata in molti poemi; inoltre documenti archeologici d'epoca Greca e Romana, ne confermano l'importanza grazie ai numerosi fusi ritrovati presso sepolture femminili.
Secondo gli Egizi, nelle cui tombe sono stati ritrovati antichissimi vasi orientali con riproduzioni di donne in atto di filare col fuso, la filatura venne inventata dalla dea Iside; mentre secondo i Greci, presso cui Omero narrava non solo di ancelle e casalinghe ma anche di principesse e regine che filavano con fuso e conocchia, questa la di deve alla dea Minerva; e secondo i Romani, dove Catullo narrava delle tre Parche filanti gli stami delle vite umane, era invenzione della dea Atena; per i Peruviani, invece era opera di Mama Oello, e per i Cinesi dell'antico imperatore Yao.


La filatura con fuso sospeso prevede l'utilizzo del fuso, un'asticella rotonda in legno, o osso,  terminante a punta, munito di fusaiola, un disco con foro centrale entro il quale viene inserito il fuso, che funge da volano, prolungando e mantenendo costante il moto rotatorio del fuso stesso, e che contribuisce alla creazione di un filo più resistente e regolare.
Talvolta i fusi possono essere muniti direttamente di fusaiola, assumendo così un aspetto bombato; e le fusaiole, solitamente in ceramica, ma anche in legno e pietra, possono assumere differenti misure sulla base dalla tipologia e finezza del filato da tessere: per la lana che è una fibra corta, sono più indicate fusaiole piccole che danno un moto breve e veloce al fuso; per il lino che è una fibra lunga, sono invece più indicate fusaiole grosse che, al contrario, danno un moto lento e duraturo al fuso.


La filatura tramite il fuso sospeso avviene in un primo momento manualmente, quando le fibre vengono inizialmente attorcigliate a mano o sulla coscia, come si usava prima dell'avvento dei fusi, per preparare l'avvio della lavorazione da allacciare al fuso; successivamente le fibre appena attorcigliate vengono fissate a questo annodandole in una piccola scanalatura nell'estremità o agganciandole ad un uncino, per poi dare inizio alla filatura vera e propria. La torsione avviene dando una spinta di rotazione al fuso che rimane sospeso a mezz'aria continuando a girare, grazie anche all'aiuto della fusaiola, e tirando delicatamente le fibre verso il basso aiutandole nella torsione. Mano a mano che il filo si viene a creare, questo viene arrotolato attorno al fuso.




Munita di fuso, fusaiola e lana da filare anche Munablom ha dato vita al suo piccolo filato.





*La descrizione relativa alla tintura naturale, sarà leggibile al post: La tintura naturale

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