giovedì 17 marzo 2016

TRAVELLERS

"Basta seguire la strada e prima o poi si fa il giro del mondo."
(J. Kerouac - "On the road")


A partire dalla fine degli anni '70, del 1900, in Gran Bretagna viene a formarsi una sottocultura ibrida formata da post-hippy e post-punk di stampo ecologico e amanti del viaggio, i nomadi Travellers.
Il vagabondaggio dei travellers è una reazione ad un mondo fondato sulla stabilità della dimora e di una vita ordinata, rappresenta il rifiuto alle convenzioni sociali per abbracciare un'ideologia più spirituale e new age, più alternativa e libera sia mentalmente che geograficamente.
Questo rifiuto sociale veniva espresso anche attraverso un look disordinato che rispecchiava l'astio nei confronti di un materialismo che dominava sempre più la società occidentale, e di un eccessivo spreco di risorse naturali, a danno dell'ambiente e del paesaggio. Da ex-hippy ed ex-punk, i travellers indossavano un mix di capi appartenenti alle loro vecchie 'tradizioni', come anfibi, abbigliamento etnico, di seconda mano, patchwork, ampi vestiti realizzati con tessuti naturali, piercing, tatuaggi, dreadlock e capelli colorati.
Nel loro vagabondare si muovevano, dirigendosi spesso ovunque ci fosse aria di pensiero alternativo, a bordo di chiatte, vecchie roulotte, camion e autobus riconvertiti collezionando i dissapori dei cittadini civilizzati che li considerava con disprezzo come "abbracciatori di alberi" o "ecologisti militanti".


Nessun commento:

Posta un commento