che parlano della fine del mondo".
(Jack Kerouac)
La Beat Generation è un movimento artistico, poetico e letterario che si sviluppò sin verso la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50 in America e che si diffuse a livello di massa agli inizi degli anni '60 arrivando fino in Europa e facendolo diventare il primo movimento giovanile internazionalista.
I Beats venivano chiamati, in maniera denigratoria, anche Beatnik, termine che unisce alla parola "beat" il suffisso "nik" preso in prestito dal nome del satellite Sovietico Sputnik, per sottolineare la distanza di questi giovani dalla società statunitense sia culturalmente che politicamente, più vicini alle idee comuniste che repubblicane.
Da movimento intellettuale e sofisticato, con interessi verso la musica jazz e la poesia, il Beat, presto, divenne il movimento anticipatorio degli universi ribelli che emergeranno negli anni successivi; i Beat si ribellavano al conformismo della società dei consumi e del materialismo, al maccartismo agli esperimenti nucleari, al segregazionismo, perseguendo l'ideale di fratellanza universale, la ricerca assoluta della poesia e dell'arte, sperimentando droghe e sessualità libera ed alternativa, e dimostrando interesse per culture e religioni orientali.
Dal punto di vista stilistico, dimostravano indifferenza verso gli abiti, adottando uno stile povero, casuale, sciatto, composto per lo più da pantaloni di velluto a coste, jeans, maglie a girocollo, maglioni da marina o a collo alto, scarpe da tennis desert boots o sandali alla francescana; immancabile è la casacca militare a quattro tasche o il parka imbottito (chiamato eskimo in Italia) con cappuccio, zip e capienti tasconi, sul quale spesso intervenivano con disegni o elencando le tappe del proprio girovagare.
I Beatnik si riconoscevano tra loro da due elementi principali, i capelli portati lunghi e non curati, con frangia calata sugli occhi come barriera contro il mondo e segno di ribellione al conformismo, e il sacco a pelo militare verde oliva, testimone di viaggi in autostop, lunghe camminate, spinelli e rapporti promiscui, segno di indipendenza e libertà.
I principali esponenti americani di questo movimento sono Jack Kerouac (autore del romanzo autobiografico "On the road"), Allan Ginsberg e Gregory Corso; in Italia i nostri "Capelloni" (così erano chiamati) si rifacevano alle traduzioni, degli autori Beat americani, di Fernanda Pivano, e alla musica che in quel periodo esplose con il fiorire di innumerevoli complessi, come l'Equipe '84, i Dik Dik, i Corvi, i Tabù ecc. e solisti, come Patty Pravo, Caterina Caselli ecc. che entrarono così a far parte del panorama musicale italiano di quegli anni.
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