domenica 21 agosto 2016

RAGGAMUFFIN

"Raggamuffin is a freedomfighter, 
he's handing a choice and I know that
dear raggamuffin is one of the friends 
what you see is what you really need in the end."
("Raggamuffin" - Selah Sue)



Dopo la diffusione dello stile Rasta negli anni '70, ecco che la Giamaica è pronta a sfornare, una decina di anni dopo, uno stile esattamente contrapposto al precedente per musica, valori e apparenza: il Raggamuffin.
Se il primo era caratterizzato dal ritmo afro dei bonghi ed esprimeva una certa spiritualità verso la vita ed il rispetto per se stessi e per l'altro, visibile anche nell'abbigliamento, questo nuovo stile, al contrario, caratterizzato da una musica elettronica e sintetica, celebrava la cultura del denaro, del sesso, della violenza e del guadagno personale.
Il termine Raggamuffin, spesso abbreviato in 'ragga', ha la sua origine all'epoca delle colonie del XIX secolo, dove stava ad indicare una persona sciatta e malvestita, ed è così che i raggamuffin amano abbigliarsi, in maniera sfacciata, volgare kitsch e provocante. 
I ragazzi sono soliti portare un tipo di abbigliamento vistoso e colorato, che riprende alcune delle caratteristiche di quello hip-hop, fatto di tute fluorescenti e t-shirt, jeans decorati con toppe e applicazioni in tessuto colorato, o di 'click suit' completi realizzati in patchwork di jeans slavato ed esageratamente ricamato, il tutto arricchito da grosse e pacchiane catene dorate.
Le ragazze enfatizzavano l'apparenza mostrando sfacciatamente e volgarmente il proprio corpo, con pantaloncini cortissimi (i batty rider), abiti stretti, trasparenti, in rete, o in tessuti come pelle, camoscio, velluto, pizzo, lycra o denim, reggiseni ingioiellati e stivaloni, il tutto abbinato in maniera anomala ed eclettica e corredato da un'infinità di gioielli fintamente preziosi ed esageratamente appariscenti.
Per indossare un abbigliamento del genere i raggamuffin erano soliti riunirsi in club appositi ove poter fare liberamente mostra di se e del proprio corpo ballando quella musica che tanto celebrava gli eccessi.


sabato 20 agosto 2016

Iside è colei che è: uno zainetto

"Io sono colei che è,
che è sempre stata 
e che sempre sarà,
e nessun mortale ha mai alzato il mio velo".
(Incisione rinvenuta in una statua di Iside)



Un vecchio progetto scolastico (quando Munablom non era ancora Munablom) inizia a prendere finalmente vita...

Iside
 Zainetto in juta e nastro di cotone turchese foderato internamente con tela di cotone turchese.
Iside
 Chiusura tramite automatico interno e nastri in cotone turchese.
Iside
Iside
 Ricamo e applicazione eseguiti a mano.
Iside
Dimensioni: 20x10x30 cm
Spallacci: 75 cm
Iside


venerdì 19 agosto 2016

Lo zainetto fighetto

"Un uomo dovrebbe possedere solo ciò che riesce a trasportare in uno zaino a passo di corsa"
(Chris McCandless)




Zaino in denim ricavato da pantalone 5 tasche.
Paulo
 Spallacci e chiusura in corda, uniti e fermati da bandana removibile ed intercambiabile.
Paulo

 Dimensioni: 30x42 cm.
Paulo

Paulo
Occhielli superiori a taglio vivo, occhielli inferiori rifiniti a mano.
Logo dipinto sul davanti.
Paulo