giovedì 31 luglio 2014

BE BOPPERS

"A quei tempi, nel 1947, il bop impazzava in tutta l'America."
(Jack Kerouac - "On the road")





Nel 1944 a New York, insieme ma in contrapposizione allo swing degli Zooties, nasce un nuovo sound del jazz, il Be Bop, un movimento elitario, nero, tutto sommato di nicchia, caratterizzato da tempi molto veloci e da elaborazioni armoniche innovative.
Il termine "Be Bop", che nei primi tempi veniva spesso usato anche nella forma rebop, è un'onomatopea che imita una brevissima frase di due note usata talvolta come "segnale" per terminare un brano. Per questo uno dei padri del movimento, Dizzy Gillespie, intitolò "Bebop" uno dei suoi brani, che fu anche uno dei primi brani bop a raggiungere una certa notorietà.
Nei suoi primi anni di vita la parola "Be Bop" indicò, oltre allo stile musicale, anche lo stile di vita e l'atteggiamento ribelle di coloro, che erano in maggioranza giovani, che si indicavano come "bopper". Mentre gli zooties gettavano in faccia al mondo la loro gioia di vivere per essere accettati o addirittura imitati, i Boppers cercavano la considerazione altrui, ma non erano disposti ad elemosinarla, non erano così ingenui e non facevano sforzi inutili. Rifiutavano lo zoot suit e si affermavano mediante un'eleganza meno appariscente, sofisticata e bohème; indossavano completi doppio petto neri a righe bianche, un fazzoletto nero attorno al collo, occhiali con montatura di tartaruga, baschi come copricapo ed erano soliti portare una barbetta caprina.
I maggiori esponenti del Be Bop erano, oltre a Dizzy Gillespie, anche Thelonius Monk e Charlie Parker detto "Bird".





mercoledì 30 luglio 2014

G

GABARDINE: 1- Voce francese che indica un tipo di stoffa pettinata in tinta unita ad armatura diagonale e con struttura molto serrata. E' caratterizzato da costine diagonali molto inclinate, più marcate sul dritto che sul rovescio, ed una superficie ben rasata che conferisce una particolare lucentezza al tessuto. Viene fabbricato in lana , misto o cotone e con pesi differenti da potere essere usato in più momenti dell'anno e per fare gonne, pantaloni, soprabiti....
2- Soprabito impermeabile.

GABBANA: Ampio mantello usato dagli uomini nel 1500, dalla linea e dal tessuto grossolani, e viene indossato ancora oggi da contadini e pastori per ripararsi dal freddo. Alcuni avevano anche un cappuccio ed erano corti per poter cavalcare più comodamente. Viene chiamato anche Cappa.

GABBANELLA: Attualmente è una corta veste da camera non troppo elegante, oppure è il camice bianco e senza collo indossato da medici ed infermieri. Nel 1500 era il tipico indumento maschile con maniche e apertura intera davanti, allacciata ed incrociata, che copriva il busto e arrivava fino a metà coscia, solitamente non molto largo, spesso foderato di velluto o damasco. Veniva portato in tutta Italia da gentiluomini e mercanti.

GABBIA: Struttura metallica a forma di cono con cerchi sovrapposti sino alla vita, usata sotto le ampie gonne dalle dame del 1800; per renderle ancor più ampie, venivano indossate ulteriori gonne più sottili sopra la gabbia rigida. Dalla metà del 1800 sostituirà la crinolina.

GAKURAN: Nome che indica l'uniforme scolastica giapponese maschile, composta da giacca e pantalone. La sua controparte femminile è il Sailor Fuku, o Fuku alla marinara.

GALABEYA: Tunica lunga usata nelle zone del Nord Africa che costituisce l'abito tipico Egizio e di molte popolazioni arabe. E' generalmente realizzata in cotone e viene indossata sia da uomini sia da donne; solitamente è ampia e sobria e talvolta combinata con un foulard di seta, ma esistono versioni aderenti e più elaborate che vengono usate dalle danzatrici del ventre.

GALANTS: Grande fiocco realizzato con nastro.

GALLONE: Striscia di varia altezza e materiale, intessuta a motivi e usata per guarnizioni.

GALOCHES: Dal termine francese calosce, ovvero calzature impermeabili indossate sopra le scarpe per proteggerle specialmente dall'acqua.

GAMBALETTO: Calza in nylon lunga fino al ginocchio ed indossata per praticità al posto del collant sotto i pantaloni.

GAMBETTI: Parti simmetriche della tomaia della scarpa che fasciano il collo del piede, prolungandosi dalla zona dove si inseriscono gli occhielli e lacci fino al calcagno.

GAMINE: Termine francese che significa maschiaccio, monello e identifica sia il taglio di capelli corto, come quello che portava Audrey Hepburn negli anni '50, sia uno stile di vestiario costituito da pullover, cardigan, pantaloni knickerbockers, berretto floscio e lunga sciarpa.

GAMURRA: Tipico abito della metà del 1400, lungo fino ai piedi, con lunghe e strette maniche. Chiamato anche Zufa o Socha, veniva usato sotto la pellanda.

GANCI: 1- Accessori di metallo di varie forme e misure usati in confezione per chiudere le aperture di gonne, pantaloni, abiti, camicette ecc.
2- Attrezzi usati dai modellisti per agganciare i modelli di cartone.

GANDURA: Termine di origini Berbere e che indica una sorta di tunica leggera, con o senza maniche, in lana o cotone, che viene indossata specialmente nelle zone dell'Africa del Nord e in Medioriente. Solitamente bianca, può anche essere a strisce colorate.

GANGURO: Stile esploso in Giappone tra le ragazze a metà degli anni '90, caratterizzato da un'abbronzatura esagerata contrapposta a capelli e trucco chiari, abiti occidentali, scarpe con le zeppe e gioielli in plastica colorati, il tutto come sorta di protesta sociale contro i  canoni tradizionali della bellezza femminile giapponese.

GARÇONNE: Stile presentato a Parigi nel 1924: la gonna si accorcia e lascia scoperte le gambe a vedere le calze color carne, è a pieghe e la vita scende a segnare ai fianchi; i capelli sono corti alle orecchie e la linea del corpo assume un aspetto androgino e adolescenziale. In America le donne garçonne venivano chiamato Flapper.

GARDE CORPS: Soprabito lungo sino al polpaccio, senza cintura e sciolto sulle spalle. Ha ampie maniche svasate, oppure aperte laterali da dove escono le braccia, mentre le maniche vere e proprie pendono liberamente.

GARZA: Tessuto molto leggero, trasparente e solido caratterizzato da alcuni fili di ordito detti "a giro" perchè hanno direzione curvilinea e si spostano da destra a sinistra; è usato soprattutto in camiceria.

GARZA INGLESE: Tessuto con speciale armatura che si differenzia dalla normale garza perché in ordito è utilizzato un doppio filo che gira attorno alla trama evitando così lo scorrimento e rendendo così più stabile e solida la stoffa. Realizzata in seta, è usata per cravatte estive.

GARZATURA: Operazione di rifinitura che serve per sollevare il pelo superficiale del tessuto del filato. Il processo di garzatura si effettua mediante cilindri rotanti previsti di punte metalliche (garzi) o con cardi vegetali che, per effetto di strofinamento, sollevano il pelo dando un aspetto più gonfio e peloso alla materia trattata.

GARZUOLO: Antica voce che indica la canapa sottoposta a lavorazione e pronta per la filatura.

GASATURA: Trattamento effettuato sui filati di cotone per togliere la loro caratteristica peluria superficiale. Il filato passa a grande velocità attraverso una fiamma a gas o due piastre riscaldate elettricamente. La stessa operazione su tessuto è chiamata "brucia pelo".

GATTO: Pelliccia tratta dal felino domestico, normalmente utilizzata per produrre imitazioni di altre pellicce.

GAUCHO: Stile di abbigliamento che ricopia quello dei mandriani delle Pampas argentine e uruguaiane, caratteristico per il cappello a larghe tese e per il poncho indossato, da cui prende il nome.

GAUFRÉ: Termine francese per bugnato, pignolato, ossia un tessuto dalla superficie simile al picchè, ma ottenuta mediante compressione a caldo e non già per effetto di tensione diversa dei fili. I più comuni sono il raso di seta o sintetico ed i velluti.

GAVARDINA: Tipica giacca usata alla fine del 1400 dal personale di servizio delle grandi casate.

GAZAR: Tessuto di seta o lana ad armatura semplice, prodotta con fili ritorti su se stessi e tessuti come un filo unico, che si distingue per la sua caratteristica morbidezza, freschezza e trasparenza. Il gazar di seta viene comunemente impiegato per abiti da sposa o da sera, grazie alla rigidezza che gli permette di mantenere la forma in cui viene modellato. rigido e caratterizzato da trasparenza e robustezza.

GAZE: Termine  che deriva dalla città di Gaza, nella penisola del Sinai, dove si fabbricava e da cui si esportava un tempo questo tessuto leggero e trasparente.

GEEK CHIC: Look nato effettivamente negli anni '50, ma diffusosi soprattutto a partire dagli anni '90, caratterizzato da una sorta di anti-moda fatta di abiti su misura ma della taglia sbagliata (solitamente più piccola), papillon, bretelle, canottiere, t-shirt con citazioni, ed occhiali da intellettuale con la montatura spessa alla Clark Kent.

GELSOLINO: Fibra tessile tratta dalla corteccia dei rami del gelso.

GEMELLI: Bottoni accoppiati, spesso in metallo prezioso, usati per allacciare i polsini della camicia.

GENERATORE DI VAPORE: Attrezzatura usata in confezione per produrre vapore per il ferro da stiro.

GENETTA: Animale dal pellame corto, grigiastro pallido macchiato di nero e dalla lunga coda circondata di anelli neri e giallognoli, la cui pelliccia è molto ricercata perché leggera e di bell'aspetto.

GEORGETTE: Tessuto trasparente, il cui nome è stato preso in prestito da quello di una sarta, usato per abiti da sera che risulta ruvido al tatto e cade pesantemente.

GESSATO: Disegno a righe verticali, usato su flanella o altri tessuti classici; le righe sono chiare e leggermente sbiadite su fondi scuri, in modo da sembrare tracciate con il gesso. Ne esistono anche versioni con fondo chiaro e gessatura scura.

GESSETTO: Attrezzo usato dalle sarte per segnare il contorno del modello sulla stoffa, realizzato in argilla, cera o evanescente.

GETA: Sandali tradizionali Giapponesi a metà tra uno zoccolo e un infradito, costituiti da una suola di legno rialzata da due ulteriori blocchetti in legno, che viene tenuta sul piede con una stringa che divide l'alluce dalle altre dita. Sono generalmente indossati con abiti informali. Nel mondo delle Geishe, laccati di nero, vengono invece indossati per occasioni formali.

GHEPARDO: Mammifero dalla pregiata pelliccia gialla con macchie scure.

GHETTA: 1- Corto gambale in stoffa, pelle o cuoio, che viene indossata sulle scarpe e fissata con un'allacciatura che passa sotto le scarpe stesse. Derivano dalle "gamaches" in cuoio o panno, portate in Francia sin dal XIII sec.; nel 1500 venivano indossate per cavalcare e divennero più lunghe e guarnite di ricami, galloni e bottoni, mentre i contadini le indossavano semplici in panno pesante. Per un paio di secoli, poi, scomparvero per riapparire nel XVIII sec. per i granatieri francesi ed in seguito per i soldati di Napoleone. Nella seconda metà del 1800 erano di moda in panno chiaro, corte alla caviglia ed abbottonate lateralmente.
2- Pantaloncini lunghi e aderenti di maglia per bambini con un passante sotto la scarpa. Nel 1835 divennero di moda anche per gli adulti e venivano detti "calzoni a ghetta".

GHIGLIOTTINIA: Tipica moda femminile degli ultimi anni del 1700 che in Italia prese tale nome dagli influssi rivoluzionari francesi. Consisteva nel circondare il collo nudo con un nastro rosso incrociato dietro alle spalle e riportato davanti, per allacciarsi sul petto, per ricordare il sanguinoso taglio della ghigliottina che aveva reciso tante teste aristocratiche.

GHILLIE: Tipo di scarpa di origine scozzese. I lacci passano attraverso occhielli piuttosto che fori.

GHIOTTONE: Mammifero carnivoro di taglia abbastanza grossa, con un vello pesante e resistentissimo, di colore marrone scuro che viene usato in pellicceria.

GHIRLANDE: Ornamenti a corona di fiori, fronde, erbe, piume o altro, che si pongono sul capo, ed erano di moda soprattutto tra le donne del 1400.

GHIRO: Pelliccia tratta dall'omonimo animale, usata per guarnizioni.

GHO: Vestito tradizionale degli uomini bhutanesi che consiste in una veste lunga fino alle ginocchia e aperta sul davanti, che viene chiusa tramite una cintura, chiamata kera, sormontando il davanti sinistro su quello destro, come una vestaglia, in modo da creare una sborsatura sopra la cinta che funge da tasca. I gho per tutti i giorni sono realizzati in cotone e lana, mentre quelli per le occasioni speciali sono in seta, a cui, solitamente, viene aggiunta una sciarpa, la Kabney.

GIACCA: Indumento sia maschile sia femminile che ricopre il busto, abbottonato sul davanti e lungo fin sotto la vita che solitamente fa parte di un completo. Esiste in diverse fogge e tagli:
GIACCA A VENTO: Realizzata in tessuto impermeabile, imbottita, chiusa da cerniera sul davanti e dotata spesso di cappuccio: è nata per essere usata in montagna per escursioni a bassa temperatura, ma oggi viene usata anche in città e come abbigliamento sportivo.
GIACCA ALLA CACCIATORA: Capo sportivo in velluto o fustagno.
GIACCA ALLA COREANA: Caratterizzata dalla linea dritta e larga e dal piccolo colletto teso in piedi, può avere un'allacciatura centrale o su un lato.
GIACCA ALLA MARINARA: Simile a quella usata dagli ufficiali di marina color blu scuro e con bottoni di metallo dorato.

GIACCONE: Indumento che sostituisce più volte il cappotto, di ampia vestibilità, svariate linee, che cambiano a seconda dei dettami della moda, e realizzato con tessuti morbidi e caldi.

GIACCONETTA: Tessuto di cotone leggerissimo, quasi trasparente, molto apprettato e rigido, utilizzato per confezionare vestaglie e cuffie di infermiere e monache.

GIAPPONESE: Tessuto di seta ruvido bianco o a disegni operati e stampati.

GIARRA: Strato di pelliccia setoloso e a peli lunghi e grossi, usato per la fabbricazione di tappeti poco pregiati e di cordame.

GIARRETTIERA: Fascia  elastica usata per sostenere le calze sia da uomo, al polpaccio, sia da donna, alla coscia. In passato era formata da nastri e legacci che cingevano la gamba all'altezza della coscia ed era considerato un ornamento da portare ben in vista, finché nel 1880 fu soppiantata dall'arrivo del reggicalze. La giarrettiera ha sempre rappresentato il simbolo dell'intimo fascino femminile.

GIBUS: Cappello per l'opera ideato da mister Gibus nel 1823; era costituito da un cilindro in seta e dotato di un meccanismo a scatto, mediante il quale può essere appiattito e portato sotto il braccio.

GILET: Corpetto aderente, senza maniche e abbottonato sul davanti, da portare sotto la giacca. Il modello classico è confezionato solitamente con lo stesso tessuto dell'abito, sul davanti mentre la parte posteriore è in seta o altro tessuto leggero; l'allacciatura è a "v" sul davanti e presenta solitamente 2 taschino ai lati. Un tempo era di rigore nel completo maschile, ma poi venne esteso anche a quello femminile.

GILLIE: Tipo di scarpa chiusa da uomo con i lacci ma senza la linguetta di cuoio che copre il collo del piede, veniva indossata con il costume nazionale scozzese.

GIMP: Filo, corda o gallone spesso.

GINESTRA (GI): Pianta cespugliosa dai caratteristici fiori gialli e odorosi, dalla quale si estrae una fibra tessile naturale. Il tessuto realizzato in fibra di ginestra è detto Ginestrino, ed il fiocco ricavato dalle sue fibre è detto Ginfiocco.

GIOIELLI: Ornamenti preziosi formati da più gioie abbinate insieme.

GIORNEA: Tipica sopravveste, della fine del 1400, aperta ai lati. Quella maschile è stretta in vita da una cintura, in modo da formare fitte pieghe regolari.

GIPSY LOOK: Chiamato anche look Carmen, rientra nel tipo di look folk e divenne di moda nel 1976. E' caratterizzato da gonne con le balze, orli asimmetrici e a punta, scollature in stile flamenco, camicie annodate sotto il seno, e abbondanti gioielli in argento.

GIRLIE: Moda sfociata verso la metà degli anni '90 che prese in prestito dettagli anni '70 per mescolarli alla modernità. Lo stile girlie era costituito da gonne corte o pantaloni a zampa d'elefante, abbinati a camicie, top e t-shirt molto minuti e corti a far vedere l'ombelico impreziosito da piercing, o da vestitini stile lingerie il tutto abbinato a scarpe, stivali o sandali con zeppe e zatteroni. I capelli erano tinti con colori forti, dal rosso al platino, tagliati corti scalati e acconciati con gel o portati lunghi fintamente disordinati.

GIROCOLLO: Scollatura rotonda che aderisce alla base del collo ed è priva di colletto.

GIUBBA: Termine che deriva dall'arabo e che indica un tipo di giacca da uomo a casacca lunga indossata dai soldati e marinai.

GIUBBOTTO: Capo d'abbigliamento sia maschile che femminile, caratterizzato da una lunghezza che non supera i 65/70 cm. circa. E' generalmente di linea sportiva con spalle ampie e ampia vestibilità, maniche a giro, raglan, o a kimono, tasche grandi, e cintura. Può essere a mono o doppio petto ed allacciarsi tramite bottoni o alamari.

GIUNCO: Pianta erbacea che cresce negli acquitrini e un tempo veniva usata per formare le gabbie delle crinoline.

GIUSTACUORE: Capo da uomo simile alla casacca, molto aderente, lungo al ginocchio e abbottonato sul davanti. Alla fine del 1600 si aggiungono grandi risvolti alle maniche e successivamente anche alle tasche. Rimarrà di moda fino ai giorni nostri con il nome di marsina.

GLACÉ: Voce francese che significa ghiacciato e che definisce tutto ciò che in abbigliamento ha un aspetto molto lucido, brillante, simile ad una superficie ghiacciata.

GLAM: Subcultura nata a Londra negli anni '70 come una sorta di mix di uno stile baroccheggiante, artificioso e volutamente kitchs, molto colorato, curato e vistoso, unito al fascino dell'era spaziale. Lanciato e sfruttato da uomini di spettacolo, vedeva un gran uso di  lustrini, brillantini, bigiotteria, aderentissime tutine di raso, abitini di lurex oro e argento, tessuti lucidi e metallizzati, pantaloni a zampa di elefante, stivali zeppati al ginocchio, lunghi boa di struzzo, trucco pesante e capelli lunghi o tagliati in maniera estremamente scalata ed irregolare, tinti in colori vivaci.

GLAMOUR: Termine inglese traducibile come fascino, riferito specialmente a quello femminile, indica lo stile nato e affermatosi negli anni '50.

GLENCHECK: Chiamato in Francia Prince de Galle è un disegno a grossi quadri che risalta in modo pronunciato o applicato tono su tono. Molto usato negli anni '90.

GLEN URQUHART: Stoffa tartan a quadri e, nella versione originale, con il fondo verde. Il nome deriva dalla parola scozzese glen (gola tra i monti) unita al nome del clan Urquhart.

GLIMPA: Velo nuziale portato dalle spose del 1300 nel loro corredo. In voga soprattutto in Sicilia, risentiva del costume mussulmano che copriva tutto il viso, lasciando scoperti solo gli occhi. Ve ne erano di molto sontuose e con ornamenti d'oro.

GLITTICA: Arte di intagliare ed incidere gemme o pietre dure, in particolare Cristallo di Rocca, Ametista, Agata, Diaspro, Corniola e Calcedonio, al fine di realizzare gioielli ed elementi d'arredo o oggettistica.

GOBELIN: Tessuto operato che imita gli arazzi fabbricati a mano e prende il nome da un'antica fabbrica francese di tappezzeria. Riproduce quadri, dipinti e soggetti floreali attraverso diverse trame e orditi che permettono una molteplicità di effetti e colori. I gobelins vengono fabbricati industrialmente con telai jacquard e trovano impiego nell'abbigliamento e nella borsetteria.

GOFFRATO: Tessuto realizzato con una particolare armatura che dona effetti in rilievo alternati a rientranze.

GODET: Indica il taglio svasato e scampanato di gonne, abiti e cappotti.

GOFFRATURA: Tipico disegno del tessuto realizzato in rilievo, per impronta, mediante pressione, simile al picchè. E' anche detto Gaufrè.

GOLF: Termine inglese che indica una giacca di maglia di lana o altro filato, senza collo ma con maniche larghe. Originariamente veniva indossata dai giocatori di golf, da cui il nome golf-coat, ovvero giacca da golf.

GOMITI: 1- Cuscinetti portati dalle dame dell'epoca di Luigi XVI, sotto le ampie gonne, per dare più volume ai fianchi.
2- Parti delle maniche di qualsiasi indumento, che coprono i gomiti.

GOMMA (EL): Fibra costituita sia dal poliisoprone naturale o sintetico, sia da uno o più dieni polimerizzati con o senza monomeri vinilici.

GOMMATO: Filato o tessuto sul quale è stato spalmato uno strato di gomma.

GONNA: Indumento femminile che copre la persona dalla vita in giù con diverse ampiezze e lunghezze e secondo varie fogge. Ne esistono in diversi tagli:
GONNA AD ANFORA: Ampia e drappeggiata sui fianchi, si restringe al ginocchio e prosegue a tubo fino alla caviglia. Nata negli anni '20 ritornò in voga negli anni '90 sia negli abiti da sera, sia da giorno.
GONNA A CAMPANA: Linea svasata ottenuta tagliando il capo in un solo pezzo con una cucitura centrale sul dietro, oppure unendo più parti triangolari che danno la tipica forma a campana; è detta anche a Godet.
GONNA A FALPALÀ: Gonna a balze sovrapposte.
GONNA HOBBLE O A INTOPPO: Lunga fino ai piedi era larga e arrotondata sui fianchi e si restringeva dal ginocchio alla caviglia tanto da permettere solo dei piccoli passi. Andò in voga solo fra il 1910 e il 1914.
GONNA A PALLONCINO: Forma gonfia ottenute mediante una fascia attaccata all'orlo, ma più stretta della circonferenza totale, in modo che si crei una curvatura in dentro verso le ginocchia.
GONNA PANTALONE: Simile ad un pantalone molto ampio, di lunghezza varia, nata come capo sportivo, è poi diventata un indumento per ogni momento della giornata.
GONNA A PIEGHE: Ottenuta con un taglio di stoffa disposta a pieghe verticali trattenute al punto vita e stirate per mantenerne la forma.
GONNA A PORTAFOGLIO: Composta da un unico telo rettangolare che si allaccia in vita sovrapponendosi sul davanti.
GONNA A RUOTA: Linea molto ampia ottenuta in uno o due pezzi tagliati in forma circolare.
GONNA A TUBO: Linea dritta aderente al corpo, di lunghezza varia che può avere uno spacco sul dietro facilitandone così il movimento.

GONNELLA: Tunica lunga fino al polpaccio, con orlo ricamato e confezionata in lino. Faceva parte dell'abbigliamento maschile del V secolo d.C. E' anche la tonaca di preti o frati.

GOODYEAR: Dal cognome di Charles Goodyear Junior, è la lavorazione di una scarpa che riproduce e rende possibile la lavorazione a guàrdolo; la macchina per fare la doppia cucitura venne proposta dal Goodyear Junior nel 1864.

GORE-TEX: Tessuto impermeabile e al tempo stesso traspirante, applicato soprattutto a capi sportivi.

GORGES POSTICHES: Tipici colletti di pizzo ricamati che si applicano su maglie, vestiti o camicette, come ornamento posticcio.

GORGIERA: Particolare collare di origine spagnola, di moda nel XVII secolo, usato sia dagli uomini che dalle donne. Era di forma rotonda e ampia, era pieghettato e rigido, adorno di pizzi e ricami. Fu molto in voga nell'abbigliamento femminile anche per ornare i polsi delle maniche, mentre gli uomini abbandonarono presto questa moda, poiché ingombrante e scomoda. Ora può trovarsi ridotta ed usata in abbigliamento ecclesiastico norvegese e danese.

GOTH: Movimento giovanile nato negli anni '80 ed ispirato ai romanzi gotici di epoca vittoriana che si contrapponeva all'abbigliamento firmato e raffinato dei quel decennio. Lo stile goth si caratterizzava dall'uso del colore nero, corsetti, guanti di pizzo, redingote, crocifissi, capelli neri e pelle pallida con trucco scuro per le ragazze.

GRAFFATRICE: Attrezzo usato in confezione per fissare il tracciato del modello al materasso.

GRAMOLATURA: Operazione di battitura alla quale si sottopongono gli steli di lino, canapa e juta per estrarne le fibre.

GRANA: E' la superficie della pelle originariamente portante il pelo. Normalmente le tomaie portano la parte "grana" verso l'esterno salvo che per i tessuti suède.

GRANA DI RISO: Tipico effetto applicato sui draps e sui tessuti di lana in genere, sinonimo di "corda rotta", che si ottiene tecnicamente rompendo a metà l'armatura casimir da quattro, ribaltandola. Si può definire anche effetto minuto.

GRANA PERLATA: Tessuto satinato dai caratteristici riflessi di perla ottenuti mediante rullatura o martellatura.

GRAND HABIT: Il sontuoso abito gonfiato ai lati da panier e riccamente decorato con drappi e fiocchi, indossato dalla regina Maria Antonietta nel 1779.

GRANITÉ: Stoffa di lana dall'aspetto granuloso, finemente crespato, che è dato dalla particolare armatura con cui viene tessuto. Si usa anche per pantaloni. La sua versione leggera è il Grain de Poudre (granello di polvere).

GRANO: Unità di misura di peso, usata talvolta anche nella titolazione dei filati; corrisponde alla 576ª parte dell'oncia, ossia circa alla 20ª parte del grammo.

GREASER: Subcultura nata in America negli anni '50, che comprendeva ragazzi amanti dei motori, come i bikers, ma da cui si differenziavano per uno stile più baroccheggiante nel vestire e per la reputazione da teppisti e persone poco raccomandabili che si portavano dietro. Indossavano jeans risvoltati, t-shirt o canottiere portate sotto a giubbini di pelle o di jeans arricchiti da toppe e borchie, bandane, e capelli portati all'indietro e cosparsi di brillantina.

GREGGIO: Dicesi di un filato o un tessuto che non ha ancora subito le varie operazioni di finissaggio, col tipico colore naturale.

GREMBIALE: Indumento di telo o altro materiale, con o senza pettorina, che si indossa sopra gli indumenti per proteggerli in determinati lavori casalinghi. Compare nel XVI sec. come elemento di eleganza, pieghettato, in seta e veniva portato più corto della veste. Lo si ritrova poi nel XVII sec., più semplificato e pratico, pur rimanendo un ornamento; ed in seguito, durante il Romanticismo, riacquista arricciature, drappeggi, pizzi, ricami, volant, divenendo una sorta di sopravveste elegante. Il suo uso si diffuse pian piano in tutta Europa sia tra uomini sia tra donne.

GRENADINE: Termine francese che indica un tessuto di seta d'organza che si ottiene dalla torsione di tre fili.

GRES: Filato di viscosa morbido e vellutato, lucido e dalla mano setosa.

GRETCHEN: Tipico colletto basso, così chiamato perché simile alla scollatura della blusa delle contadine tedesche.

GRIFFE: Nome che si forma sulla base elle capacità creative ed artistiche  di uno stilista e nasce come azienda orientata al prodotto.

GRIFFE INDUSTRIALE: Marchio di produzione vestimentaria che garantisce un'identità ben definita, sintesi della dialettica tra lo stile creativo e la politica aziendale.

GRILON: Fibra sintetica di poliammide da caprolattame, prodotta in Svizzera.

GRISAGLIA: Classico disegno di tessuto maschile; ha un rilievo poco accentuato su fondo quasi sempre grigio, oppure composto da fili bianchi e neri che danno un effetto di grigio.

GRISETTE: Termine francese per indicare un tipo di stoffa di lana o lana mista con seta.

GRISON: Tipo di pelliccia ricavata da un mustelide simile alla Martora dell'America Meridionale.

GROS GRAIN: Termine francese che significa grana grossa e indica un tessuto compatto in cotone o materiale sintetico presentato sotto forma di fettuccia, con pronunciate nervature; ebbe origine nel medioevo e viene generalmente usato come guarnizione per abiti e accessori.

GROGRANO: Tipica veste femminile del 1600 realizzata per lo più in seta con i colori naturali del bozzolo; poteva essere con o senza maniche lasciando vedere le maniche della camicia sottostante.

GRUNGE: Stile trasandato degli anni '90, formato da indumenti e accessori mescolati casualmente, adottato dai giovani, perché simbolo del rifiuto dell'alta moda, considerata  troppo artificiale ed eccessivamente costosa.

GRUPPO INDUSTRIALE: Soggetto che realizza una varietà di prodotti indirizzati a vari segmenti di mercato, soprattutto maglieria, jeans e giubbotti, a diffusione internazionale, puntando sull'immagine del proprio marchio.

GUAINA: Capo di abbigliamento intimo usato nella corsetteria che serve per contenere e modellare la silhouette di un corpo femminile, realizzato con tessuto elasticizzato e altro materiale come stecche e gancetti.

GUANACO (WU): Lama delle Ande, selvatico e non addomesticabile, dal mantello di colore giallo-rossiccia, da cui si ricava la fibra tessile omonima.

GUANTI: Antichissimi indumenti usati per scaldare le mani dal freddo e, anticamente, come segno di distinzione legato al rango sociale di appartenenza; possono essere realizzati in diversi materiali, come lana, pelle, pizzo, seta (mitaines), panno, montone, gomma ecc. Se ne hanno notizie sin dall'antico Egitto o presso i Greci e Romani che li usavano dapprima per necessità e poi come simbolo di eleganza. Verso la fine del 1500 vennero realizzati i primi guanti in pelle ed adottati di moda da tutte le classi sociali; agli inizi del 1800 le donne li indossavano di colori pastello, mentre gli uomini li portavano sempre gialli, e iniziarono ad essere portati corti al polso, lasciando libero l'avambraccio per poi ritornare lunghi alla fine del secolo.

GUARDAROBA: Insieme di abiti e accessori di abbigliamento di cui una persona dispone. Con tale termine viene anche così intesa la stanza o l'armadio dove questi vengono conservati.

GUARDIAORDITO: Apparecchiatura ausiliaria che viene applicata sui telai per maglieria in catena, con il compito di segnalare eventuali rotture del filo, arrestando il telaio nel caso in cui si sia fermato un buco nel tessuto.

GUÀRDOLO: Fettuccia di cuoio morbida e robusta cucita sul bordo interno della scarpa. Viene unita da una parte con la tomaia e dall'altra con la suola. La cucitura a guàrdolo, essendo doppia, rappresenta la più affidabile costruzione per una scarpa di cuoio; se fatta a macchina, è indicata come "Lavorazione Good Year".

GUARD'S COAT: Locuzione inglese che significa soprabito della guardia e si riferisce ad un lungo soprabito scuro, con martingala e grandi aperture con pieghe.

GUARNACCA: Tipica sopravveste medioevale, sia maschile che femminile, simile ad un mantello corta davanti e lungo dietro fino ai polpacci. Era indossata sopra la gonnella per uscire di casa o per le cerimonie. Nel 1300 era considerato assai signorile, ornata di perle e foderata di pelliccia di vaio, agnello o volpe in inverno, mentre in estate era foderata di zendado. Poteva avere le maniche o esserne priva, e avere un'apertura laterale, e avere o meno il cappuccio. Nel 1500 perse la sua ricchezza per rimanere solo un indumento popolare.

GUARNIZIONE: Insieme degli elementi decorativi per abiti, cappelli, borse ecc.

GUAYABERA: Camicia da uomo diffusa in America Latina, nelle Antille ed in Indocina, a maniche sia lunghe sia corte, che si caratterizza per delle pieghettature verticali, le Alforzas, e dalla presenza sul davanti di due o quattro tasche chiuse con bottoni. A Cuba le guayaberas bianche in lino vengono usate spesso per i tipici matrimoni in spiaggia.

GUEPIÈRE: Piccolo busto realizzato in materiale elastico con l'inserimento di stecche. Portato prima come indumento intimo per assottigliare la vita, è divenuto poi anche un indumento esterno fabbricato in diversi materiali, fra i quali la pelle.

GUERNSEY: Isola inglese della Manica che indica un tipo di maglione, in genere blu e con il collo alla marinara, usato dai pescatori di Guernsey e di Jersey.

GUIDA: Apparecchiatura applicare alla macchina da cucire con lo scopo di rendere più rapida ed efficiente la cucitura richiesta.

GUIMPE: Tipiche fascette ornamentali di pizzo, che le signore della metà del 1800 portavano attorno al collo per riempire un poco le scollature quadrate dell'epoca.


GUIPURE: Antico merletto ad ago o a fuselli, eseguito con pergamena e filo ritorto di seta, d'oro e d'argento.


GURU: Indica un tipo di casacca lunga fin quasi alle ginocchia, accollata e con le maniche lunghe.

sabato 26 luglio 2014

ZAZOU

"Questa è la rappresentazione dell'ultra swing: 
capelli che cadono fino al collo, con un ciuffo attentamente disordinato, 
baffetto alla Clark Gable... 
scarpe con suola molto spessa 
e andatura sincopata..."
(Descrizione dello stile zazou secondo una rivista fascista)





La musica swing e la frenesia che accompagnava i suoi balli nel 1940, dall'America, attraversarono l'oceano e sbarcarono in Francia, a Parigi, dove prese vita una piccola e agguerrita formazione di amanti di questo genere musicale e del suo complementare stile di vita mondano, che venivano chiamati Zazou, nome che, molto probabilmente, prende spunto dalla canzone Zah Zuh Zah di Cab Colloway. 
Gli Zazou, come gli Zooties americani, ballavano liberamente lo swing jazz ed il bebop e affermavano la loro individualità indossando capi che si facevano notare, come segno di resistenza all'occupazione tedesca e al Regime di Vichy del Terzo Reicht.
Lo stile Zazou era caratterizzato da giacche extra-large a quadri, realizzate con grandi quantità di tessuti di contrabbando, lunghe fino al ginocchio, strette in vita e con grandi tasche, cravatte in cotone o lana, foulard colorati, pantaloni stretti e alla caviglia, accompagnati da scarpe di pelle incisa o traforata con suole robuste e appositamente infangate, e calze dai colori vivaci. I capelli arrivavano appena al collo (erano considerati lunghi per l'epoca) ed erano pettinati arricciati sulla fronte a cresta di gallo rigonfia e laccata con abbondante brillantina o olio d'oliva, portavano baffi sottili e bizzarri occhiali da sole, fermacravatte oro e anelli con incise le proprie iniziali.
Le ragazze che abbracciarono questo stile, erano solite indossare giacche con spalle larghe, gonne plissettate, con motivi a quadri, portate sopra a collant dai motivi vistosi o a rete, e a scarpe pesanti con suola in legno. I capelli erano acconciati con trecce o lunghi alle spalle, solitamente tinti di biondo; il trucco era pesante e solitamente caratterizzato da labbra dipinte con rossetti rosso brillante.
Gli Zazou erano di ogni classe sociale e razza, amavano i ristoranti vegetariani e succhi di frutta o birra mista a sciroppo di granatina, erano innovatori, i più bohemians introdussero le giacche in pelle di capra e sciarpe multicolor, e amavano il dandismo estremo.
A tratti il movimento assunse porzioni più apertamente politiche: quando le autorità costrinsero gli ebrei a cucirsi sugli abiti la stella gialli identificativa, gli Zazou ne crearono una propria versione, distinguendosi volontariamente come outsider.



giovedì 24 luglio 2014

F


FAÇONNÈ: Termine usato per indicare un tessuto che presenta piccolissimi disegni lucidi su fondo opaco. 

FAÇONISTI: Laboratori di produzione cui viene commissionata la procedura di completamento di semilavorati.


FAGLIA: Stoffa di seta, per lo più nera, piuttosto pesante e a coste fortemente rilevate che viene ancora tessuta su telai manuali.

FAILLE: Tessuto ottenuto da filato pettinato, con il rovescio lucido, del tipo taffettà ma con una grana più marcata e di peso medio. Nella versione in seta è usato solitamente per cravatte da uomo.


FAINA: Carnivoro dei Mustelidi la cui pelliccia molto pregiata e morbida, di colore marrone chiaro con riflessi argentei ed una macchia bianca sul petto, è usata nel settore della pellicceria.

FAIR ISLE: Nome dell'arcipelago scozzese delle Shetland che sta ad indicare un disegno geometrico multicolore. Sui capi in maglieria è spesso costituito da una banda che congiunge le spalle con andamento parallelo allo scollo rotondo. Il fair isle sweater fu reso celebre nelgi anni '20 dal giovane principe di Galles.


FAJA: È una cintura Maya tessuta a telaio che serve per reggere la gonna o i pantaloni; la sua larghezza e lunghezza variano da paese a paese, così come il modo di indossarla. Ne esistono di versioni festive e quotidiane.

FALBALÀ: Balza della gonna in tessuto pieghettato a fiocchi, frange o nastri per guarnire un abito.


FALBO: Termine usato per indicare un tessuto, abito o altro capo d’abbigliamento di colore giallo scuro.

FALDA: 1- Dal franco piega, indica quella parte, in particolare nelle giacche, che pende dalla cintura in giù, come nel frac o tight.
2- Veste di seta bianca con lunga coda a strascico che viene indossata dal Papa durante le sacre funzioni pontificali.
3- Termine che indica la tesa dei cappelli.

FALDATRICE: Tipo di macchina costituita da un carrello che scorre sul tavolo, dotata di un portarotolo sul quale viene posto il rotolo o falda di tessuto da stendere. Può essere corredata con diversi dispositivi che possono essere azionati a mono o automaticamente.

FALDATURA: Operazione che consiste nello stendere il tessuto a strati sovrapposti, chiamato “materasso”, che ha lo scopo di permettere il taglio contemporaneo di più strati sovrapposti, riducendo così il tempo di taglio garantendo la costanza dimensionale delle varie parti tagliate. La disposizione del tessuto può essere di tre tipi:
-     -CON DIRITTI COMBACIANTI
-      -CON DIRITTO CONTRO ROVESCIO
-      -A ZIG ZAG

FALDELLA: Piccola quantità di seta o anche di lana in matassa da incannare.

FALDIA: Sottana che veniva portata sotto le vesti del 1400, in fustagno o tela grossa, con cerchi di stoppa o di bambagia per tenere gonfio e steso il vestito. Le leggi dell’epoca ne impedirono l’uso subito dopo la sua comparsa ma rimase ugualmente di moda con cerchi di legno e di ferro, tanto da assumere un carattere pomposo e signorile. In seguito verrà chiamata anche faldiglia, verducato o guardinfante.

FALLO: Difetto del tessuto che si dice quindi fallato.


FALOPPA: Seta di qualità inferiore che si trae dalle faloppe, ovvero dai bozzoli incominciati e lasciati incompiuti dal baco, o da quelli difettosi. E' anche detta Fioretto, Schappe o Terzanella.

FANÈ: Vocabolo francese che viene usato per indicare un abito o un capo che ha perduto freschezza, quindi scolorito o sciupato.


FANTASIA: 1- Tessuto a colori vivaci o disegnato.
2- Filato per maglieria dalla superficie mossa e lavorata per effetti particolari e fantasiosi.

FARFALLINO: Cravattino.

FARSETTO: Corpetto nato intorno alla metà del '300 in sostituzione della veste lunga, come capo tipico di un abbigliamento maschile distinto da quello femminile, indossato in completo con le calabrache. Il modello spagnolo ha una falda in basso ed una cintura; al collo un bordino che diventerà una gorgiera.


FASCIA: Indumento militare, oggi in disuso, costituito da strisce di stoffa che i soldati avvolgevano attorno alle gambe, dalle caviglie al ginocchio.

FASHION: Voce inglese che significa moda. Il termine viene usato anche per indicare un oggetto e un capo di abbigliamento, che ha caratteristiche opposte al basic. L'indmento fashion è soggetto alle tendenze momentanee, è modaiolo, vistoso e tende ad esibire la griffe, i materiali pregiati e l'alto costo.

FASHIONABLE: Si dice di qualcuno o qualcosa che è alla moda.

FASHION ADDICTED: Locuzione angloamericana, dal tono sarcastico o spregiativo, che significa, letteralmente "chi si è dato, dedicato alla moda", in sostanza un "moda-dipendente" o uno che fa parte dell'ambiente della moda.

FASHION BUYER: Figura professionale che si occupa degli acquisti per conto delle boutique, delle catene di negozi o dei grandi magazzini. In altri casi lavora autonomamente nella gestione di una propria attività. I tempi della sua operatività sono scanditi dal calendario delle collezioni.

FASHION MAKER: Creatore di moda.

FASHION STYLIST: Figura professionale che il cui supporto consiste nel ricercare l'originalità, il dettaglio che renderà la creazione dello stilista un'opera unica; è un consulente d'immagine, un ricercatore, il cui obiettivo è conferire un valore aggiunto all'abito per potenziarne l'effetto nel quadro di una complessiva strategia comunicativa.

FASHION VICTIM: Locuzione inglese che significa letteralmente "vittime della moda", coniata a Mew York che identifica una tipologia di consumatori costituita da giovani con elevata disponibilità di denaro, che spendono in modo disinvolto. Sono osservatori attenti alle tendenze, scelgono una moda firmata per dichiarare la loro appartenenza ad un gruppo sociale e privilegiano più marchi.


FATON: Dall’inglese fautunn, è un tessuto cinese con disegni in broccato, ordito in lana pettinata e trama in seta.

FAZZOLETTO: Diminuitivo di fazzolo, "antica tela per fazzoletti". Quadrato di lino o di cotone, orlato o anche ricamato, per soffiarsi il naso o asciugarsi il sudore o per bellezza da mettere sul taschino. Ora è stato ampiamente sostituito dai fazzolettini di carte usa e getta. In uso sin dall’antica Grecia, aveva le dimensioni di un asciugamano, i Romani lo usavano anche per pulirsi la bocca, e nel 1600 divenne di moda, come segno di eleganza, tenerlo in mano o farlo spuntare dalla manica.

FEDORA: In area anglosassone indica il cappello morbido di feltro con incavo al centro della cupola e falda ricurva, originario del Tirolo austriaco.

FELPA: 1 - Tipologia di intreccio, realizzato in cotone o misto o altre fibre, che da origine ad un tessuto  morbido ma ben strutturato. Il dietro del tessuto può essere sia "liscio" sia peloso.
2 - Tipo di maglia sportiva nata come abbigliamento da ginnastica e ora diventata di uso comune sia durante il tempo libero, sia in altri momenti della giornata.

FELPATO: Tessuto con lato peloso ottenuto con una forte garzatura, molto morbido e cedevole, usato per tute e felpe.


FELTRARE: Restringersi o aggrovigliarsi delle fibre di lana, per cui si ottengono i feltri.

FELTRATURA: Processo di infeltrimento del manufatto di lana (follatura). Le fibre di lana, in determinate condizioni di calore, umidità e compressione meccanica, aderiscono fra loro formando un insieme compatto e resistente. Tale processo può essere fatto sia su pezza sia su fibra.

FELTRO: Materiale non tessuto ottenuto tramite la compattazione delle fibre dopo averle trattate con vapore e particolari sostanze chimiche. Dal secolo scorso viene utilizzato per fabbricare cappelli, cappotti, giacche, gonne e borse.


FELUCA o BICORNO: 1- Cappello a due punte rivolte verso l'alto e ornato di veli usato dalle donne del Medioevo. 
2- Cappello rigido a due punte, rivolte verso il basso, dell’alta uniforme degli ufficiali di marina, dei diplomatici, degli accademici, spesso ornato con piume e coccarde; risalente all’epoca di Napoleone era indossato soprattutto in Europa ed in seguito in America. Viene anche chiamato bicorno.

FEMME FATAL: Ideale femminile, affermatosi alla fine dell'800, in cui predominano aspetti forti e determinati della donna. Il busto è messo in risalto da una rigida guaina steccata e lunga fino ai fianchi, che le donano un aspetto sicuro e seducente.


FEMME LIGOTEE: Termine francese con cui si intendeva una donna che indossava un abito con la gonna drappeggiata con frange e falde, lunga fino a terra e con leggero strascico. Per poterla indossare, la donna doveva imprigionare le gambe in una larga fascia che la obbligava a camminare con passi brevi.

FEMMINELLA: Parte metallica dell’agganciatura, solitamente a forma di asola, dove era il gancio ad uncino.

FERRAIOLO: Tipico mantello in indossato prima dai mercanti, poi dai popolani del 1500. Era più corto dei soliti mantelli e realizzato con stoffe poco pregiate ed il diverso colore con sui veniva fabbricato, denotava il mestiere di chi lo indossava, mentre quello dei popolani era di colore chiaro.

FERRO DA STIRO: Piastra di ferro pesante e fornita di manico, usata per stirare i tessuti dopo la bagnatura, per dal loro piega e lustro. Può essere a gas, a carbone ed elettrico o elettrico a vapore.

FESTONE: 1- Motivo ornamentale, smerlo o punto di ricamo usato per rifinire l’orlatura di fazzoletti, tovagliette ecc.
2- Tipo di punto di cucitura a mano usato per cucire o bordare tessuti in feltro o panno.

FETISH: Stile di abbigliamento caratterizzato dall'uso di capi attillatissimi, soprattutto rossi e neri, realizzati in tessuti sintetici e cuoio nero, corsetti, calze e reggicalze, stivali e tacchi a spillo, strumenti da bondage ecc. che hanno una stretta relazione con particolari pratiche sessuali e che talvolta sono stati indossati da gruppi musicali Rock e Pop durante i loro concerti.

FETTUCCIA: Nastro di tessuto in cotone molto resistente, usato per rifinire i capi.

FEZ: Nome della vecchia capitale del Marocco. E' un copricapo a forma di tronco di cono, rosso e con una sorta di nappo pendente di seta nera, che veniva usato dai turchi dell'impero ottomano. Oggi è adottato in alcuni paesi arabi e in Italia fa parte dell'uniforme dei bersaglieri. In epoca fascista un tipo di fez nero, veniva usato dagli appartenenti alla milizia.

FIAMMATO: Difetto tecnico, in alcuni capi appositamente voluto, del filato costituito da un ingrossamento irregolare della superficie che da vita ad un tessuto con un disegno ad intervalli più fini e più grossolani.

FIANCHETTO: Strisica di tessuto che unisce il davanti con il dietro in una giacca o cappotto.

FIANDRA: Pregiato tessuto di lino o cotone che presenta una superficie increspata e con disegni geometrici o floreali.

FIBBIA: Elemento delle cinture che serve per tenere chiusi e accostati al corpo gli indumenti. Nacque come un lungo ago, nel 3000 a.C. per chiudere gli indumenti; in seguito venne modificata tramite un'incurvatura che così diede vita alla fibula, antenata delle spille balia e delle attuali fibbie, la cui nascita ufficiale è databile al 900 d.C. Può essere munita di ardiglione (dente mobile) e senza (solitamente in cinture di tessuto).


FIBRA TESSILE: Materia filamentosa, di varia qualità e consistenza, la cui origine è classificabile in naturale ( da animali o piante) e chimica (artificiale o sintetica). Come caratteristica principale ha quella di essere fine e flessibile in modo tale da renderne possibile la filatura e quindi gli impieghi in campo tessile.

FIBRE CONTINUE: Gruppo di fibre tessili che hanno una lunghezza illimitata, come la seta, o le artificiali e sintetiche, che sono ottenute per estrusione.


FIBRELLA: Fiocco di raion viscosa lucido e opaco, da mescolare con il lino e con la canapa.

FIBROLANE: Fibra artificiale a base di proteine, prodotta in Inghilterra.

FIBULA: Fermaglio o spilla con punta ripartita, con cui gli Etruschi e gli antichi Romani fissavano i drappeggi delle loro vesti.

FICHU: Fazzoletto da collo, rosso, usato dalle contadine durante la rivoluzione francese. Nell' '800 prendeva l'appropriato nome di "modestina" che serviva alle signore per nascondere la scollatura troppo alta. Ora può essere una sciarpa o scialletto di dimensioni ridotte  da girare attorno al collo, drappeggiandolo e fissandolo al petto o alla spalla.

FIERE DI SETTORE: Occasione privilegiata di incontro tra gli operatori a tutti i livelli della filiera della moda, il cui scopo principale è la possibilità di creare reti di relazioni per il business to business.

FIGURINO: Disegno che rappresenta un capo di abbigliamento facente parte della collezione. Può essere accompagnato anche dal disegno in piano del capo, visibile nel suo davanti e nel dietro.

FIL À FIL: Tessuto leggero, in genere di cotone, con l'ordito formato da un filo bianco e uno colorato, alternati. L'effetto ottico finale è quello di un microscopico millerighe verticale oppure di un altrettanto microscopica quadrettatura, che danno la sensazione di una stoffa a tinta unita con una superficie leggermente irregolare.


FILACCIA: 1- Insieme delle fibre gregge vegetali appena liberate dal tiglio mediante macerazione, granolatura e pettinatura. Quella del lino veniva usata per medicare le ferite prima dell’uso del cotone idrofilo.
2- Termine con cui si intende l’insieme dei fili che pendono da un’orlatura sfilacciata.

FILANCA: Filati artificiali e sintetici molto ondulati, a somiglianza della lana.

FILATICCIO: Filato di seta ricavato dai bozzoli sfarfallati. Con tale termine si indica anche la tela fatta con il filato omonimo.

FILATICCIO LUCCHESE: Tessuto realizzato con trama in seta detta 'filaticcio', ovvero ottenuta da bozzoli bucati dall'uscita della farfalla, tessuta su un ordito di canapa, che viene usato come stoffa da tappezzeria.

FILATO: Insieme di fibre tessili unite tramite torsione in modo da ottenere un corpo lungo, continuo e flessibile adatto ad essere intrecciato per la produzione di tessuti, maglieria, pizzi...


FILATOIO: Macchina o attrezzo usato per la filatura delle fibre.

FILATURA: Processo di lavorazione che trasforma le fibre tessili naturali, artificiali e sintetiche, dallo stato di fiocco allo stato di filato, rispondente ai requisiti richiesti (lunghezza, peso, spessore). Esistono quattro principali tipi di filatoi:
-AD ANELLO: Chiamato anche ring, impartisce allo stoppino stiro e torsione, e contemporaneamente avvolge alla spola il filato prodotto.
-A SECCO: Metodo di filatura usato per le fibre acriliche e l’acetato, in cui il polimero sciolto in solvente viene estruso in un flusso di aria calda che, facendo evaporare il solvente, consoliderà la bava.
-A UMIDO: Processo usato per la viscosa, fibre acriliche e poliviniliche, in cui il polimero solubilizzato viene estruso e le bave solidificate all’uscita della filiera in un bagno di acqua o acidi.
-CON FUSIONE: Procedimento usato per le fibre poliesteri e poliammidiche, in cui il polimero solubilizzato viene estruso e le bave vengono coagulate all’uscita della filiera da una corrente di aria fredda.

FILET: Letteralmente tradotto dal francese, significa rete da pescatore, che nel gergo tessile, indica una trama a rete o retino.

FILIERA: Itinerario seguito dal prodotto nel processo di produzione-trasformazione-distribuzione, supportato da un coordinamento e da un'integrazione delle diverse fasi.


FILIGRANA: Lavoro di oreficeria a trafori, formato da fili e nastrini sottili o curvati a forma di arabeschi e fogliami composti e saldati assieme.

FILITAL: Filato ottenuto dalla miscela di cafiocco e raionfiocco.

FILO: Insieme di fibre continue, con o senza torsione.


FILO DI PERSIA: Tipo di filo molto simile al filo di Scozia, ma dalle caratteristiche di morbidezza e lucentezza più accentuate.

FILO DI SCOZIA: Resistente filo di cotone a due fili, che viene ritorto per rendere più compatte le fibre; oggi è usato per fare calze da uomo e alcuni capi di maglieria.

FILZUOLO: Unità minima di matasse di seta: matassina di seta.

FIN DE SIÈCLE: Si riferisce in particolare alla fine dell' '800, che corrisponde alla Belle Époque, definita così poiché era vista come un periodo di trionfo della bella vita e dei canoni borghesi, che si rispecchiò molto nell'arte, nella moda e nei gusti.

FINANZIERA: Detta anche Stiffelius o Prefettizia, è una giacca lunga, a un petto, usata nello scorso secolo che discende dalla redingotte e da cui deriva il moderno tight. Era portata dai magnati della finanza, politici, deputati e funzionari.


FINESTRATO: Termine usato nella moda per indicare un tessuto maschile a disegni scozzesi.

FINEZZA:  Misura di valutazione economica usata nell'industria tessile per le fibre naturali, i fili ed i filati. La finezza viene espressa dal "titolo". Si hanno 4 tipi distinti di finezza:
-FINEZZA INGLESE: Viene usata per macchine rettilinee mononofrontura e bifrontura (se bifrontura considerata comunque una sola frontura), circolari e telai a catena. Considera il munero di aghi in 1 pollice inglese (25,4 mm).
-FINEZZA GAUGE: Usata per telai Cotton, considera il numero di aghi in 1½ pollici (38,1 mm).
-FINEZZA FRANCESE: Usata per telai circolari a immagliatrici, si distingue in "Gros" (grossa) che considera il numero di aghi in 41,66 mm, e "Fin" (fine) che considera il numero di aghi in 1 pollice francese (27,77 mm)
-FINEZZA METRICA o SVIZZERA: Usata per macchine rettilinee, indica la distanza tra due aghi ed è misurata in 1/10.

FINISSAGGIO: Insieme dei trattamenti che vengono fatti su un tessuto per migliorare le sue caratteristiche.


FINITURA: Processo di trattamento dei tessuti che da grezzi e impregnati di bozzima, li rifinisce per essere pronti da commerciare con il lavaggio, la sbianca e la sbozzimatura.


FINTA: Striscia di tessuto che nasconde l’abbottonatura su giacche, mantelli, camicie, abiti ecc. E’ anche detta pattina.

FIOCCHETTO: Termine usato per indicare la parte superficiale pelosa tipica del velluto, spugna e ciniglia.

FIOCCO: 1- Stato in cui si trovano le fibre prima della filatura: alla rinfusa, non orientate parallelamente.
2- Tipo di annodatura di un nastro o di una cravatta che può formare due corti lembi o due cocche pendenti.

FIORE: Si chiama fiore lo strato, il lato più pregiato dei pellami usati per fare le scarpe ed altri accessori.

FIORE ALL'OCCHIELLO: Quella di portare un fiore fresco all'occhiello fu una moda maschile dell'ultimo decennio del secolo scorso: di solito erano un garofano bianco per il giorno e una gardenia per la sera.

FIORE IN PUNTA: Decorazione a traforo, che tradizionalmente viene fatta sulla punta delle calzature da uomo.


FIORENZA: 1- Tessuto leggerissimo di seta per biancheria.
2- Tessuto di seta di medio peso su armatura saia, impiegato particolarmente per camicie o camicette.

FIOSSO: Rinforzo della parte stretta della scarpa, tra suola e pianta, necessario quando la scarpa ha il tacco.

FISH TAIL: Parola inglese che indica un tipo di orlo che si aggiunge ai capi; letteralmente significa coda di pesce.

FITTED: Termine anglosassone che si usa per indicare un abito molto aderente.


FLABELLO: Grande ventaglio di foglie o piume, agitato dai flabellieri al seguito del Faraone nelle cerimonie ufficiali, e anche al seguito del Papa quando veniva portato un tempo in sedia gestatoria.

FLAGSHIP STORE: Spazio di grandi dimensioni, situato in luoghi prestigiosi ed arredato secondo lo stile della marca, con funzioni prettamente d'immagine.


FLAMMÉ: Filato fantasia con effetti di fiammatura e anche tessuto realizzato con filati fantasia che presentano bottoni, rigonfiamenti e strisce, generalmente a colori vivaci, e disposti in modo irregolare e marcato.


FLAMMEUM: Tunica simile alla “palla” indossata dalle spose dell’antica Roma.

FLANELLA: Tessuto di lana o cotone, rifinito con follatura e garzatura. La flanella di lana ha una struttura abbastanza compatta, consistenza morbida un manto leggermente peloso; quella in cotone è molto soffice e ha un aspetto simile alla felpa ed è usata principalmente nelle camicie sportive, spesso a quadrettoni.

FLEECE: Tessuto di maglina leggero, voluminoso e simile alla pelliccia di fibra sintetica. Ha un'eccellente capacitò termoisolante, la microfleece, sviluppata negli USA nel 1980 per condizioni climatiche estreme.

FLIP FLOP: Neologismo che viene usato per le ciabatte infradito di gomma usate al mare e in piscina.

FLOCCATO: Tessuto sul quale si applica una corta e fitta peluria tramite collanti.


FLISELINA: Impasto di fibre artificiali e sintetiche, simile ad un feltro, ma sottilissimo e reso rigido con appretti, prodotto espressamente.

FLOCCATO: Procedimento industriale che consiste nello spargere fibre tessili ridotte in minuscole particelle, su tessuti leggeri o trasparenti come lo chiffon ed il tulle, stampati con disegni adesivi. Si ottengono così i disegni “plumetis” che sono caratterizzati da una corta e fitta peluria.

FLOCONNÈ: Stoffa di lana cardata usata per cappotti pesanti, ottenuta con inserimento al dritto di una trama a torsione soffice a più capi che, strappata durante la garzatura, produce dei fiocchi in superficie.

FLORIDA: Tesuto di cotone, su armatura a tela, candeggiato e apprettato per colletti, polsini o solini di camicia. In Italia tale termine è usato anche per indicare tessuti in cotone quadrettati usati per realizzare grembiuli, abiti da bambini e da donna.

FOCA COMUNE: Mammifero pinnipede che vive nei mari artici, la cui pelliccia, con sfumature grigio chiare,  e scure,  viene usata in pellicceria e pelletteria.

FLOU: Nel campo dell'abbigliamento può indicare un abito vaporoso o una linea morbida, sfumata.

FLUOROFIBRA (FL): Fibra formata da macromolecole lineari ottenute a partire da monomeri alifatici fluorurati.

FODERA: Femminile di fodero, che discende dal germanico fodr "custodia della spada". In abbigliamento è il rivestimento interno degli indumenti.

FOLK: Voce inglese che significa popolo, che nel campo dell'abbigliamento indica uno stile ricavato da costumi popolari, contadini, di semplice fattura, e di gusto etnico, nato a New York negli anni '50 e molto in voga negli anni '70.


FOLLATURA: Operazione di finissaggio con la quale si fanno restringere e rassodare i panni di lana, sottoponendoli a pressione, sfregamento e azioni chimiche di bagni alcalini o acidi. Un esempio classico è dato dalla flanella ma, in genere, tutti i tessuti di lana subiscono una leggerissima follatura che conferisce loro maggior compattezza. Un maggior incremento del processo di follatura da vita al feltro.

FONCÉ: Dal francese scurire, questo termine è riferito ai tessuti per indicarne la tinta prevalentemente scura.

FONDELLO: Pezzo di stoffa applicato al cavallo dei pantaloni che ha come scopo quello di rinforzare.


FORBICI: Strumento da taglio composto da due coltelli o lame d’acciaio incrociate ed impermiate nel mezzo, fornite ad una estremità, di anelli in cui infilare le dita per adoperarle. Ve ne sono di varie forme e dimensioni per usi differenti:
-RASAFILI: Forbice particolare, usata in sartoria per rasare fili sporgenti dell’imbastitura o di altro.
-PER OCCHIELLI: Forbice sartoriale usato per formare l’occhiello, con vite regolabile a seconda della lunghezza desiderata.
-TAGLIACAMPIONI: Tipo di forbice con taglio a zig-zag, usato per tagliare campioni di tessuto in modo che non si sfilaccino.

FORLION: Fibra sintetica poliammidica, prodotta in Italia.

FORMA: In ambito calzaturiero è un elemento, a forma di piede, utile per la realizzazione di calzature.

FORMA A CAMPANA: Tipo di taglio di abiti o soprabiti, molto svasati nel fondo e stretti sul torace.


FORTE: Tipico cuoio da suola, molto resistente all’abrasione e poco permeabile all’acqua. Viene conciato al tannino o al cromo.

FORTUNI: Stoffe solitamente leggere in lana e seta a disegni stampati secondo il sistema e lo stile del designer catalano dei primi del 1900, Marià Fortuny. Nel campo della moda divenne noto per il suo stile caratterizzato da lunghe tuniche alla moda greca, realizzate con tessuti leggeri lavorati a sottilissime piegoline: a lui si ricollega l'ideazione della plissettatura, con il relativo brevetto nel 1909.


FOTOMODELLA/O: Figura professionale che, in ambito moda, presta la propria immagine per pubblicizzare un prodotto tessile o accessorio. Deve essere dotata di fotogenia e capace di seguire le direttive del fotografo.

FOULARD: Nome francese che significa sciarpa, e fazzoletto da collo. Viene indossato ripiegato a triangolo e posto sul capo, oppure appoggiato sulle spalle. Possono essere realizzati in lana pettinata e leggera oppure in seta per cravatte o cotone leggero.

FOULÉ: Si dice del tessuto sottoposto a follatura.

FOUR-IN-HAND: Nell'abbigliamento maschile indica sia il tipo di nodo da cravatta lunga, che si realizza in 4 mosse, sia la cravatta stessa, poiché misura dai 132 ai 152 cm.

FOURREAU: Termine francese che significa fodera, guaina e che in ambito moda indica un abito molto aderente.


FOURRERE: Termine usato per indicare un capospalla foderato con pelliccia, infatti il termine Forrure in francese indica la palliccia.

FRAC: Abito del guardaroba maschile dell' '800, ma già in uso un secolo prima in tessuti in tinta unita in colori che vanno dall'azzurro, al bronzo, al verde.... Solo nella seconda metà dell' '800 assume l'aspetto a noi noto: capo elegante, da occasioni formali, nero costituito da giacca corta fino alla vita sul davanti e che si prolunga dietro in due falde lunghe dette code. In Italia è anche chiamato marsina.


FRAISE: Termine che indica un tipo di colletto di seta arricciato.

FRAMBOISE: Termine usato per indicare un tessuto o un aboto color lampone.

FRANCESINA: Modello classico di scarpa da uomo, della famiglia delle Oxford, ma chiusa; di tono elegante, si caratterizza per avere le alette dei gambetti passanti sotto la mascherina, con un effetto estetico più lineare e quindi più adatto a modelli non sportivi. Quella impunturata e con la punta decorata a coda di rondine, nel ventennio fascista, in Italia era chiamata duilio.

FRANCHISING: Modalità di distribuzione che permette di governare l'offerta di una "casa", verificare direttamente le tecniche di vendita ed il posizionamento dei prodotti, evitando le spese di apertura e avviamento di un negozio.


FRANGIA: Guarnizione formata da fili o cordoncini variamente intrecciati, ottenuti liberando i fili di ordito da quelli della trama. Può essere applicata in fondo ad una sciarpa, gonna, coperta, divano, tenda…

FRANGIATO: Dicesi di abito o altro capo o accessorio guarnito con frange.

FRAPPA: Stretta banda di stoffa increspata e smerlata, spesso con motivi floreali dipinti o ricamati, usata per guarnizione di abiti, tendaggi, coperte o altro.

FREGI: Decorazioni solitamente in rilievo con andamento orizzontale a forma di fascia.

FRENCH CUFF: E' il polsino doppio della camicia, che viene abbottonato con i gemelli.


FRESCO LANA: Tipo di tessuto tropical ottenuto da filato a tre capi di lana pettinata con armatura a tela aperta; è particolarmente ingualcibile e resistente.


FRIGIO: Tipico berretto rosso appuntito, che si portava con la punta piegata davanti, indossato dagli antichi Frigi (Grecia) e assunto, in seguito, come simbolo della libertà in Francia durante la Rivoluzione nel 1786.

FRISÉ Tessuto di lana formato da filati molto ritorti che danno un aspetto increspato e arricciato alla superficie: è simile al bouclé, ma più pesante e compatto. Il tessuto realizzato con tale filato è chiamato Friseline.


FRISOTTINA: 1- Cascame di seta ricavata dai bozzoli, sfarfallati come la terzanella o fioretto. Con lo stesso termine si intende anche il tessuto ricavato dal cascame.
2- Tessuto composto con filati ritorti, spesso fantasia, che presenta una superficie arricciata ed irregolare come il frisé, ma più leggero.

FRISURE: Termine francese usato per indicare un abito color fumo.

FRONTALE: Parte anteriore della scarpa.

FRUSTA: Meccanismo del telaio che lancia la navetta attraverso l’ordito.

FUKO ALLA MARINARA: Chiamato anche Sailor Fuku, è la tipica uniforme scolastica giapponese indossata dalle ragazze, che riprende alcune caratteristiche dell'uniforme della marina. La sua controparte maschile è il Gakuran.

FUMO DI LONDRA: Termine con cui si intende un colore particolarmente scuro, ad effetto nebbia densa.

FUNDOSHI: Perizoma tradizionale giapponese che viene indossato dagli uomini e che consiste in una striscia di tessuto rettangolare, larga 35 cm e lunga 2 mt, che viene avvolta attorno ai fianchi ed attorcigliata posteriormente. Anticamente indossato dai samurai sotto l'armatura, oggi vengono utilizzati come costumi da bagno tradizionali, indumenti sportivi (come una sorta di sospensorio) e in alcune cerimonie rituali shintoiste.

FUNKY: Stile di abbigliamento nato negli anni '70 del 1900 che offriva una diversa immagine dell'uomo di colore, più sensuale e curata, composta da capi aderenti in alcune parti del corpo e ampi in altre, come camicie strette in netto contrasto a pantaloni a campana, giacche di pelle, dolcevita, scarpe eleganti a punta e, segno indistinguibile del black power, i capelli afro supercotonati.

FUROSHIKI: Quadrato di stoffa che, piegato e annodato, serve per contenere e trasportare oggetti, o per avvolgere elegantemente dei regali.

FUSO: Attrezzo di legno composto da un fusto appuntito alle estremità e di un anello terminale, usato anticamente per filare la lana. Attualmente è anche la parte di macchine tessili o macchine trecciatrici.

FUSCIACCA: Larga e lunga cintura in stoffa da avvolgere attorno alla vita. Era largamente usata nell'abbigliamento maschile del 1600 e in quello femminile del 1700 in tessuti preziosi, con pizzi e ricami.

FUSEAU: Termine francese che indica un tipo di pantalone molto stretto e affusolato. Realizzato in tessuto elastico, con o senza un lembo di stoffa che passa sotto il piede. Derivano dall'originario modello da sci.

FUSTAGNO o MOLESKIN: Tessuto pettinato in tinta unita ad armatura diagonale e struttura molto serrata. E' caratterizzato da costine diagonali molto inclinate, più marcate sul dritto che sul rovescio e da una superficie ben rasata che conferisce una particolare lucentezza al tessuto. Viene fabbricato in lana o cotone, in diversi persi, per poterlo sfruttare sia in estate sia in inverno, per fare gonne, pantaloni, soprabiti, giacche ecc...

FUSTANELLA: Indumento maschile tradizionale di diverse popolazioni dei Balcani, che consiste in un gonnellino pieghettato e molto svasato. In origine era realizzato in fustagno, da cui il nome.


FUSTELLATRICE PER MODELLI: Attrezzo usato dai modellisti per perforare i modelli di cartone.

FUSTELLATURA: Operazione nell’industria tessile effettuata nel reparto taglio, in confezione, in cui il tessuto viene sagomato mediante fustella.


FUTURISMO: Movimento del primo novecento, per cui l'innovazione tecnologica assume il valore della modernità e della rottura con il passato. In questo periodo, gli abiti dovevano essere aggressivi, agilizzanti, dinamici, semplici, comodi, asimmetrici ecc... ed il loro stile recuperava la fantasia dai colori vivaci, i tagli arditi e disarmonici ed i tessuti avevano disegni geometrici che richiamavano la modernità.